---
strategie per la comunicazione indipendente
http://www.rekombinant.org/media-activism
---
Sulla questione dei Blog mi sono stati chiesti dei chiarimenti. Cerchero'
di fornirli nei limiti del possibile. A mio parere i weblog costituiscono
effettivamente uno strumento di crescita democratica, ma non tanto nel
senso del "voice" (della presa di parola) quanto piuttosto in quello
dell'exit. L'osservazione, prima che essere di ordine politico e filosofico
ha carattere meramente empirico. Il "segreto" del successo di livejournal
e' soprattutto nella sua funzione di diario personale. Solo in questo modo
si spiega la sua diffusione planetaria. Perche' la possibilita' di aprire
weblog "gerarchici" personali non viene offerta dal solo LiveJournal. Anzi,
sotto quel profilo LiveJournal e' piuttosto limitato; si fosse trattato
solo di questo l'utente americano avrebbe potuto scegliere tra numerosi
weblog dal funzionamento molto piu' articolato.
Per comprendere la questione del successo di liveJournal, a mio parere, si
dovrebbe allora partire anzitutto dalla dinamica relazionale e comunitaria
che si stabilisce attraverso un altro strumento che ha avuto un
successo analogo: ICQ.
ICQ e' uno strumento di chatting on line che, come altri (ricordo per
esempio Pow How), permette di uscire dalla dimensione del chatting pubblico
tipico delle chatroom, per creare scambi di messaggi real time in forma
piu' o meno privata. Solo che, a differenza di Pow How e di altri programmi
simili, ICQ permette di creare intere liste di amici: persone che si danno
reciproca disponibilita' . Per cui, quando ti colleghi a ICQ ,se gli amici
sono online, diventano immediatamente visibili e contattabili. Io ho sempre
trovato affascinante, soprattutto sotto il profilo teorico, l'andatura
caotica attraverso cui si determina la formazione (e il dissolvimento) di
questi gruppi di affinita'.
Ora il punto forte di LiveJournal, quello che IMHO attualmente manca ad
altri sistemi di WebLog, e' precisamente questo processo di costruzione dei
gruppi attraverso le disponibilita' reciproche. Tenendo conto,
naturalmente, di tutte le differenze che derivano dal fatto che stiamo
parlando di un Weblog e non di un sistema di messaggistica online in pvt
come ICQ. E non sono differenze di poco conto.
Il diario come "memoria", tradizionalmente personale e intima, tende in
questo modo ad aprirsi alla dimensione pubblica. Un fenomeno sicuramente di
grande interesse, quali che siano le interpretazioni.
Qualcuno dice che dei diari personali non gli importa nulla. Giusto. Ma
neanche a chi pubblica i suoi diari su LiveJournal di solito importa nulla
di essere letto da chicchessia. Fortunatamente per entrambi "Livejournal"
permette una sorta di stratificazione dell'informazione. C'e'
un'informazione "pubblica" come in tutti i weblog, ma c'e' anche
un'informazione privata (pvt) accessibile solo a persone autorizzate.
In questo modo liveJournal crea un gioco di aperture e chiusure
particolarmente intenso. Di solito il diario pubblico suggerisce percorsi
che divengono accessibili solo a chi viene ammesso al diario privato. La
parte pubblica funziona come una "vetrina" che rivela ma allo stesso tempo
nasconde.
Foucault nel suo intervento nel collettaneo "tecnologie del se'
" assegnava un ruolo importante allo scambio epistolare e/o al diario,
cogliendovi strutture che incidono in vari modi sulle forme di
soggettivazione.
A dicembre, prima che esplodesse il boom dei weblog sulla stampa, suggerivo
qui come webjournal aprisse un ventaglio di questioni piuttosto
delicate. La condivisione degli spazi di riflessione, l'incontro tra
strati profondi (veri o presunti) delle soggettivita' e' un fatto nuovo e
sicuramente interessante.
Comunque, il vero problema - e penso per esempio a Barthes - e' che la
produzione delle soggettivita' spesso diviene nei fatti una questione
squsitamente politica.
Per chi schiaccia la dimensione del politico sui grandi numeri e sugli
obiettivi elettorali il problema dei "blog" riguarda essenzialmente la
"presa di parola", ma per chi guarda anche ai processi di soggettivazione,
sono le nuove forme dell' "exit" ad essere quelle politicamente interessanti.
Quindi non mi stupisce che la discussione verta esclusivamente sul blog
"Pubblico". Ha ragione Albion, ha ragione Lovink e ha ragione
Papert: tutto cio' rischia di divenire - e forse e' gia' - un problema
generazionale.
Non dev'essere un caso che Livejournal ha un'utenza composta in larga
maggioranza da persone tra i 14 e i 21 anni.
Tutto un discorso, questo qui, che difficilmente potra' essere pienamente
inteso da Cofferati. Lo si dice con dispiacere.
Ma qui e' Rodi
Rattus
_____________________________________
Parlo solo con quelli che intendono. Con quelli che non intendono tutto
dimentico.
Tacito
-------------------------------------------------------
___________________________________________
Rekombinant http://www.rekombinant.org