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lanciare il sasso e non nascondere la mano


Voglio rispondere ad Albion che nel suo msg di qualche giorno fa poneva un paio di questioni essenziali. E in questo modo voglio riprendere il senso della mia proposta che nel msg precedente era (lo so bene) insufficientemente formulata.

scrive Albion:
la mia impressione a caldo e' che ci sia una risposta in atto per impedire
ai movimenti di divenire soggetti cogenti di proposta politica. L'arresto
di Caruso e' solo un espediente per imporre ai movimenti l'agenda dell'emergenza
e della contrapposizione. Dopo aver fallito a Firenze, cercano di rispedirci
nel dopo Genova, dividendoci. Al momento, dalle reazioni che ho sentito,
mi pare che tutte le anime del movimento stiano tenendo su un unico fronte.
Speriamo che si passi la nottata.
rispondo:
Con Firenze é iniziato un processo di autonoma costruzione di un programma politico europeo. Qui sta la novità rispetto alle fasi precedenti. Finora il movimento ha reagito alle iniziative del potere (vertici WTO, IMF, G8 ecc). Da Firenze in poi all'ordine del giorno c'é la costruzione di un'autunoma proposta programmatica.
La goffa montatura cosentina, a parte i suoi aspetti ripugnanti da inquisizione, mira proprio a costringerci in una logica d'emergenza. Il movimento non ci é cascato, fino a questo punto, e io direi che non ci cascherà.

scrive Albion:
credo che meglio sarebbe ispirarsi allo zapatismo di Marcos, che rivendica
il diritto/dovere di attirare l'attenzione sui problemi, di porre in evidenza
i conflitti in atto, eventualmente di porre qualche rimedio, creando soluzioni,
ma non puntare alla conquista del potere. Lo so che a noi manca la cultura
indigena che fa dire a Marcos "e' 500 anni che lottiamo, sappiamo aspettare
senza demotivarci", pero' non mi convince l'ipotesi del partito.
rispondo:
Mi scuso con Albion se la mia proposta era così poco elaborata da lasciar adito a interpretazioni di questo tipo. Non penso che i social forum debbano dare vita a un partito. Non credo assolutamente nella possibilità o nell'utilità di trasformare quello spazio di pratiche cui l'European social forum ha dato forma, in qualcosa di simile a un partito. Il movimento deve radicarsi nella vita quotidiana costruendo, come già accade, strutture di difesa della società, e strutture di organizzazione delle "best practices": elaborare tecniche, saperi, prodotti estranei al criterio del profitto.

Ma come quell'insieme di pratiche può tradursi in un programma capace di aprir la strada a un'alternativa?
Il processo costituzionale europeo é l'occasione che si offre a questo movimento per dispiegare un programma, un orizzonte di possibilità che gli eredi della sinistra novecentesca non sanno più immaginare.
L'Europa é un'entità priva di definizione, dunque una non-entità. Il ceto politico europeo, di destra e di sinistra non ha finora elaborato alcun pensiero originale, é subalterno alle politiche economiche del liberismo, la sua cultura oscilla tra populismo nazionalista e globalismo puramente mercantile.

L'unico pensiero originale sul futuro d'Europa lo ha espresso il Social forum di Firenze. Dall'insieme variopinto di analisi, esperienze convinzioni espresse da tutta quella gente alcuni punti di programma emergono chiari:
l'inaccettabilità della guerra, la ricerca di uno sviluppo egualitario a carattere inclusivo, l'apertura delle frontiere e la continua ridefinizione dell'estensione della rete-Europa. La ricostruzione di uno spazio pubblico, l'affermazione del principio di gratuità nelle relazioni tra gli esseri umani. Tutto questo, che il ventennio liberista ha cancellato, può emergere nell'immaginazione sociale come un programma possibile.

Di qui al 2004 può prendere forma una coalizione elettorale capace di concretizzare a livello politico un programma di alternativa al liberismo e alla guerra. L'approfondirsi della crisi nel prossimo futuro renderà urgente un programma di alternativa globale. E l'Europa é la dimensione di sperimentazione di questa alternativa.

albion
Oltretutto in questo passaggio la creazione di un soggetto politico rischierebbe
di isolare i movimenti, improvvisamente vissuti dalle forze politiche amiche
come competitor e non piu' come alleato. E, ora, abbiamo bisogno di non
rimanere soli.
rispondo
Qui sei tu, caro Albion, che vedi il movimento come un soggetto politico a sé stante. Per me non é così. Io lo vedo piuttosto come un corpo tematico, un flusso discorsivo e immaginario, che può proporre un piano comune alle forze politiche amiche, liberando finalmente lo schieramento democratico dalle sue identità residue, dalla subalternità.
Nel 2004 non sarà la sinistra, l'Ulivo o la socialdemocrazia europea che potrà rovesciare il predominio del centro destra in Europa. Solo una Coalizione delle Competenze (scusami l'espressione, ma non me ne viene una migliore) potrà sconfiggere il liberismo e la guerra in Europa. Alla formazione di questa coalizione il movimento dei social forum può dare l'avvio, e molto know how. Lanciare il sasso e non nascondere la mano.


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