3 giornate intense e bellissime. Indimenticabile è la paola giusta; da 
ogni punto di vista.

Anche io voto per la
http://www.23hq.com/lucadelu/photo/4777320

ilrobi



ale_z...@libero.it ha scritto:
> Rientrato a Genova in primo pomeriggio eccomi a scrivere alcune righe per 
> fissare le emozioni di questo inusuale Mapping Party.
> Tutti i M.P. ai quali ho 
> partecipato (Portofino 1 e 2, Parco Antola) erano di stampo escursionistico 
> ma 
> in questa occasione oltre i discreti risultati mappatorii prevalgono le 
> emozioni extra-GPS
>
> Visitavo le Dolomiti per la prima volta e mi ero preparato 
> consultando cartine e diverse relazioni sui sentieri e percorsi della zona 
> per 
> affrontare al meglio l'evento, così tra le letture sui siti web e la 
> preparazione dello zaino eccomi venerdì a Mezzocorona, in compagnia di Luca e 
> Roby, pronti a partire; il tempo di trovare parcheggio a Molveno ed ecco che 
> inizia a piovere ... vabbè, copriamo noi e gli zaini e iniziamo la salita 
> che, 
> giusto per la cronaca, prevedeva un dislivello di circa  1500m. La pioggia ci 
> seguirà per più di due ore, ma fortunatamente cessa quando raggiungiamo una 
> quota che ci permette di scorgere le prime cime delle Dolomiti, in quel 
> momento 
> realizzo quale maestosità ci troviamo davanti. Per un escursionista, 
> categoria 
> alla quale indegnamente penso d'appartenere, trovarsi davanti ad una cima od 
> un 
> luogo lungamente sognati porta ad una miscela di gioia, aspettativa ed un 
> giusto timore reverenziale per un qualcosa di immensamente più grande e 
> duraturo di noi, in quei momenti chiedi quasi benevolenza alla Montagna 
> chiedendole che ti accolga benevola e ti mostri i suoi splendori.
> Tornando a 
> cose più prosaiche, durante la lunga salita, complici la pioggia battente,  
> il 
> pesante zaino e la mancanza d'allenamento, il Roby inizia a dare segni di 
> cedimento pensando addirittura di bivaccare lungo il sentiero per raggiungere 
> il Rifugio Agostini (2410 mslm) l'indomani; in quel momento però lo spirito 
> di 
> gruppo è riuscito a superare la stanchezza del singolo e con calma siamo 
> riusciti ad arrivare assieme alla prima meta del programma, il Rifugio 
> Agostini 
> appunto (ah, dimenticavo ... durante la seconda parte del percorso ci siamo 
> imbattuti in un praticello con diverse decine di stelle alpine e sono partite 
> le prime foto).
> Poco dopo ci raggiunge anche Cristina che era partita da 
> un'altra località (flirtando con lo sherpa locale) e intorno alle 21 ci 
> sediamo 
> a tavola iniziando a sbranare tutto quel che ci capitava a tiro e, dopo due 
> meritatissimi giri di grappe, ci ritiriamo a dormire per risvegliarci alle 6 
> (ora indecente per una sveglia in Rifugio). Una piccola nota se la meritano i 
> gestori del Rifugio Agostini, molto cortesi e simpatici; oltretutto è un 
> rifugio relativamente piccolo nel quale si respira una bella aria.
> Sbranata 
> anche la colazione srotoliamo lo striscione Openstreetmap per le foto di rito 
> (ci piacerebbe che una di queste finisse nello "Image of the week" del wiki)  
> suscitando curiosità tra i gestori dell'Agostini e di qualche ospite, ed ecco 
> che Luca 'stressa' Delu catechizza gli ascoltatori come un predicatore del 
> vecchio testamento; terminato il sermone ci avviamo verso il Rifugio Pedrotti 
> (2491 mslm). Sosta alla Forcoletta di Noghera per alcune foto ed una 
> panoramica 
> da dare in pasto allo "Augmented reality" del progetto Marmota di FBK http:
> //tev.fbk.eu/marmota/ , poco dopo, superata una crestina entriamo nella valle 
> della Pozza Tramontana e ci appare il gruppo della Cima Tosa lasciandoci 
> tutti 
> a bocca aperta; lì ci dividiamo per mappare il sentiero Palmieri e la sua 
> variante alta; raggiungiamo così il Pedrotti per sosta birra (Martin, la 
> birra 
> era buonissima) e panino.
> Ripartiamo in salita raggiungendo la Bocca di Brenta 
> (2552) innevata, punto più elevato di tutto il Mapping Party. Entriamo così 
> nella Val Brenta alta dove allo spettacolo di imponenti pinnacoli quali il 
> Campanile alto e Campanile basso s'aggiunge l'emozione di una discesa di 
> qualche centinaio di metri sulla neve.
> A quella quota bisogna valutare bene la 
> condizione del manto nevoso, fortunatamente non era ghiacciata e non vi era 
> pericolo alcuno di fenditure o crepacci; iniziamo la discesa evitando la 
> linea 
> di massima pendenza usando passo fermo ed una leggera spigolatura degli 
> scarponi; passiamo un piccolo salto di rocce attrezzato con cavi d'acciaio e 
> dopo altra neve perdiamo quota ed in breve ci troviamo in un paesaggio 
> prativo 
> con splendidi fiori per giungere al Rifugio del Brentei (2182 mslm), alcuni 
> minuti di sosta per mappare tutto il mappabile e pausa caffè (leggermente 
> diversa dalle abituali pause caffè in ufficio) e imbocchiamo il sentiero 318 
> con deviazione sul 328 per raggiungere la meta di questa seconda giornata: il 
> Rifugio Tuckett (2271 mslm); sistemati i bagagli nell'adiacente e più piccolo 
> Rifugio Quintino Sella (fondatore del CAI nel 1863) piazziamo lo striscione 
> OSM 
> in bella vista e dopo le foto siamo pronti per la cena (alle 18,30); ceniamo 
> accanto ad un francese d'origine italiana innamorato dell'Italia e della sua 
> cucina e dopo una chiaccherata alle ultime luci del giorno e solito giro di 
> grappe filiamo a nanna.
> Domenica mattina partiamo con flemma inglese intorno 
> alle 9 puntando verso il Rifugio Stoppani, dove il Roby deciderà di mappare 
> la 
> funivia verso Madonna di Campiglio; giunti nelle sue vicinanze notiamo il 
> cambiamento di coloro che incrociamo, in effetti la comoda funivia conduce in 
> quota turisti che mai si sognerebbero di guadagnarsela a piedi, ma tantè ... 
> business is business, ed un cavo d'acciaio porta tanti turisti e tanti soldi. 
> Salutiamo il Roby e dopo aver cantato e ballato alle note di 'Che cos'è 
> l'amor' 
> di Vinicio Capossela (grande! E dire che questa canzone l'avevo ascoltata col 
> lettore MP3 durante il viaggio in treno) trasmessa dagli altoparlanti del 
> Rifugio, abbandoniamo la mondanità imboccando il sentiero 301 per tuffarci 
> nel 
> silenzio subito dopo il Passo del Grostè. Dopo alcuni saliscendi, 
> oltrepassato 
> il Passo della Gaiarda (2242 mslm) iniziamo una discesa che ci condurrà in 
> una 
> splendida valletta prativa ove è situata la Malga Spora. Sosta di rito alla 
> bucolica Malga, ma un diabolico odorino s'impossessa delle nostre narici e ci 
> spinge ad entrare nella Malga stessa e, poco dopo senza neanche esserne 
> pienamente coscienti, ci ritroviamo a mangiare un piatto di polenta taragna 
> cucinata a legna con fettona di formaggio prodotta in loco (situazione molto 
> vicina al Nirvana). Rientriamo in noi dopo diversi minuti e realizziamo che 
> ora 
> ci aspetta una salita bella tosta (da 1852 a 2165m in un chilometro e mezzo) 
> con la polenta sul gozzo. Ci dividiamo da Cristina, che prosegue verso il 
> Pizzo 
> Gallino (2442 mslm) (complimenti per la salita su pietraia e sfasciumi); io e 
> Luca affrontiamo la salitella con un pò di mappazza, ma scegliendo il giusto 
> passo arriviamo al Passo del Glamer senza aver avuto neanche una fantozziana 
> visione mistica. Al Passo seguiamo sentieri diversi, un pò per mappare il più 
> possibile, un pò per godersi introspettivamente una parte della giornata. 
> Luca 
> scende dal sentiero 344 passando dal Rifugio Croz dell'Altissimo (1430 mslm), 
> io salgo col 344bis (adoro il dislivello) passando accanto alla Cima dei 
> Lasteri, scendo al Passo omonimo per poi prendere una deviazione che mi 
> condurrà, attraverso un sentiero leggermente esposto e con uso delle mani 
> negli 
> ultimi 100m, al Croz dell'Altissimo (2339 mslm) godendo di un poderoso 
> panorama 
> verso Ovest e con uno strapiombo di circa 1000m; ritorno poi sul 344bis 
> scendendo sino ad un bivio attraverso una zona ad alto carsismo, attraverso 
> strette fenditure nelle rocce in mezzo ad una marea di Pino Mugo e supero un 
> paio di sellette un pò esposte; questa ultima parte in solitaria mi è 
> veramente 
> piaciuta, sia per il paesaggio sia per il poter entrare in sè stessi e 
> tentare 
> la simbiosi con la natura selvaggia, in quei momenti si assapora la gioia 
> pura 
> e semplice. Proseguo la discesa raggiungendo pian piano i primi segni 
> dell'antropizzazione, arrivo infine al Rifugio La Montanara dove mi aspetta 
> Cristina che, vedendomi un pò provato entra e mi porta una birra che bevo 
> come 
> fosse prezioso nettare. Alcuni minuti di riposo, poi contattiamo Luca che sta 
> recuperando l'auto; rimane così un'appendice di Mapping che ci fa percorrere 
> il 
> Sentiero delle Grotte, con una roccia molto simile al conglomerato che spesso 
> si trova in Liguria, arriviamo infine sull'asfalto stanchissimi ma con gli 
> occhi ancor pieni di bellezza. Veniamo recuperati da Luca e decidiamo per un 
> postludio del Mapping Party a base di: 2 giri d'aperitivo e cena finale in un 
> ottimo agriturismo della zona, termino la giornata bivaccando in un 
> amenity=shelter (N.D.A.: in casa di Luca) per partire con caalma questa 
> mattina.
>
> Se qualcuno ha avuto la pazienza d'arrivare a leggere sin qui lo 
> ringrazio .... e dire che tutto questo doveva essere solo ... un Mapping 
> Party.
>
> Alla Prossima 
>   Alessandro     Ale_Zena_IT
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