Innanzi tutto posso dirti che è possibile fare una cosa del genere... ancora
adesso questo è il primo apparato di ridondanza qualora dovesse venire perso
il segnale GPS nell'aviazione civile-militare e viene chiamata *navigazione
inerziale*.
Problemi: non è un metodo molto preciso, l'errore tende ad accumularsi e in
più la matematica che ci sta dietro non è delle più semplici e precise da
tradurre in algoritmo.
Algoritmi: si parte tutto dal fatto che gli accelerometri danno appunto un
parametro di  accelerazione lungo 3 assi tra loro ortogonali. i giroscopi
misurano invece le rotazioni. Qui c'è il primo problema: "purtroppo" durante
la giornata la terra ruota attorno l'asse sud-nord di 360°. questo comporta
la necessità di compensare meccanicamente o nei calcoli l'effetto della
rotazione terrestre usando come riferimento per il sopra-sotto la direzione
in cui risulta una accelerazione di 1 g, cioè l'accelerazione
gravitazionale.
 Questo parametro è abbastanza costante sulla superficie terrestre, con la
principale variazione che avviene spostandoci in direzione sud-nord dove
l'effetto coordinato di rotazione terrestre (e conseguente forza centrifuga)
e schiacciamento ai poli (con conseguente vicinanza al centro gravitazionale
che influenza in maniera quadratica la forza) determinano un aumento
dell'accelerazione mano a mano ci si allontana dall'equatore ... come valore
di riferimento viene presa l'accelerazione del campo di gravità alla
latitudine 45° N cioè  9.80665 m/s², spesso approssimato al famoso 9.81m/s²
e definito 1g
questa è la parte di accelerazione che deve essere rimossa dai calcoli ed
utilizzata solo per capire come è orientato il dispositivo in direzione
verticale.
passiamo alla parte tosta: l'accelerazione. 
l'accelerazione è la derivata prima della velocità e seconda dello
spostamento. sarà pertanto necessario integrare due volte per il tempo al
fine di ottenere il parametro che ci interessa.
questa cosa fa subito intuire che le misurazioni effettuate tramite calcoli
inerziali soffrono per ben due volte della così detta deriva di integrazione
cioè (a parte gli errori di misurazione che intervengono una  sola volta e
che dipendono dalla precisione dell'apparato) si compiono per ben due volte
errori di approssimazione dell'integrale. un buon risultato è ottenere al
massimo 0.6 miglia nautiche di errore ogni ora di volo...
Consiglio uno studio delle *equazioni cinematiche e*, in ambito del calcolo
scientifico, *algoritmi per l'approssimazione di integrali*.
 



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