mi permetto di suggerirti due miei lavori. il primo condiviso durante il
raduno italiano di spaghetti opendata:
http://www.slideshare.net/piersoft/bignami-opendata-per-pa-di-piccole-dimensioni
http://www.slideshare.net/piersoft/sod15-opendata-nella-pa-di-piccole-dimensioni-processo-sartoriale-o

sono aggiuntive all'ottima sintesi che ha fatto Napo e danno un punto di
vista pratico e social.
Le ho applicate su Lecce quest'anno e mi hanno portato fortuna facendo
vincere al Comune il primo premio E-Gov proprio per gli openData
partecipativi.


Il giorno 2 febbraio 2016 18:40, Maurizio Napolitano <napoo...@gmail.com>
ha scritto:

> Ciao Lorenzo
> sul tema potrei parlare per giornate intere visto che si tratta del mio
> lavoro affrontato a più livelli (es. l'istituzione per cui lavoro è nodo
> dell'Open Data Institute inglese - http://trento.theodi.org )
> Cercando di sintetizzare vado per punti (riportando anche alcune cose che
> ho scritto)
>
> - Reggio Emilia
> il tema mi interessa parecchio anche perchè faccio parte del comitato
> scientifico dell'agenda digitale dell'Emilia Romagna.
> Il primo consiglio è quello di investire molto nel dialogo con
> l'amministrazione regionale
> http://dati.emilia-romagna.it/
> in particolare nel legame con il progetto ADER - Agenda Digitale Emilia
> Romagna
>
> - open data è prima di tutto processi
> aprire dati vuol dire impattare sui processi organizzativi, questo non va
> assolutamente dimenticato.
> L'apertura dei dati deve essere, prima di tutto, guidata dalla opportunità
> di offrire un vantaggio.
> Credo fortemente che le parole chiave siano: crescità, riuso e
> sostenibilità.
> crescita => si tratta di una operazione di miglioramento del processo di
> produzione
> riuso => il tema del riuso (inteso nei formati, nei vocabolari condivisi e
> nella metadatazione) deve essere cruciale
> sostenibilità => i processi che si creano devono essere guidati fortemente
> dalla sostenibilità nel tempo, altrimenti rimangono cattedrali nel deserto.
> Ne parlo qui
>
> http://www.forumpa.it/dati-riuso-sostenibilita-e-crescita-tre-parole-chiave-per-cogliere-lopportunita-degli-open-data
> e consiglio anche di dare una occhiata a questa formula
> http://de.straba.us/2015/02/18/un_calcolo_per_lopendata/
> che aiuta a guidare una strategia di apertura
>
> Rimando infine a questo lavoro di Luca Corsato, Andrea Raimondi e Simone
> Cortesi
> https://medium.com/@lucacorsato/masterplan-aeb009ca8afd#.415zfh5xh
> che parla proprio del tema dei processi
>
> - piattaforma di pubblicazione dei dati
> l'argomento è molto delicato.
> Partiamo dalla piattaforma di pubblicazione dei dati.
> È importante usarne una che si colleghi a standard internazionali per
> quello che riguarda la metadatazione dei cataloghi.
> Il vocabolario di riferimento è DCAT.
> Al momento AgID ha aperto una consultazione su DCAT-AP, ovvero una
> estensione di DCAT
> http://www.dati.gov.it/consultazione/dcat-ap_it
> Avere una metadatazione dei cataloghi condivisa permette un bel salto di
> qualità.
> CKAN si o no? Io sono per CKAN, ,ma non sto qui a dilungare, quello che
> ritengo più
> importante in assoluto è avviare dei processi di sostenibilità nella
> pubblicazione in modo che i metadati del dataset siano allineati con il
> dataset stesso (in ckan si parla di harvesting).
>
> - formati e vocabolari
> siamo pieni di formati senza metadati e vocabolari e di formati in grado
> di unire queste caratteristiche.
> Più il formato è ricco, e meno è ampio il pubblico a cui ci si rivolge ma
> più facilmente è trasformabile in un formato che chiunque può usare.
> AgID nelle linee guida sul patrimonio informativo pubblico (che consiglio
> vivamente di leggere)
>
> http://www.agid.gov.it/sites/default/files/linee_guida/patrimoniopubblicolg2014_v0.7finale.pdf
> fa questa distinzione
> Qui una slide con lo schema
> http://www.slideshare.net/napo/opendata-suggerimenti-per-dati-di-qualit/19
> Concordo sul fatto che sia importante offrire più formati
> Attenzione al kml (o kmz) è tanto bello quanto sfigato
> Sempre nelle linee guida AgID è scritto come dovrebbe essere distribuito
> (c'è una carenza sul fronte descrizione dei campi)
> Kml piace tanto ma o va distribuito bene o meglio accompagnarlo con altri
> formati
> Meglio ancora se questi geodati sono serviti da un webservice secondo
> standard ogc e si pubblicano i link di come ottenerli convertiti
> Se serve giro esempi
> Consiglio anche la lettura delle linee guida del Trentino
> http://www.provincia.tn.it/progetto_open_data/
>
> - open data e impatto sociale
> L'apertura dei dati ottiene maggior effetto se si cerca di arricchirne il
> contesto
> (vd il capitolo 5 delle linee guida AgID)
> Rimando a questa lettura
> http://www.chefuturo.it/2012/12/wasted-datafood/
>
> Se non erro la Regione Emilia Romagna sta partendo con dei progetti per la
> creazione di laboratori
> Potrebbe essere una buona idea proporli all'assessore ruotando poi su
> openstreemap come ottimo esempio
>
> - qualità
> la qualità dei dati dipende dai processi di creazione e dalla loro
> documentazione
> Consiglio di provare i certificati open data dell'ODI
> http://certificates.theodi.org
>
> Ciao
>
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