Ciao,

volevo condividere sull'argomento alcune riflessioni ed il punto di vista
del CAI sull'argomento MTB.
Come alcuni di voi sanno anche all'interno del CAI ci sono gruppi di
pedalatori (lo chiamiamo Cicloescursionismo) ed inizialmente e' nato come
frequentazione con biciclette di strade forestali, mulattiere, qualche
sentiero poco impegnativo. Tutto cio' prima che la MTB si sviluppasse come
si e' sviluppata ora.
Sono molti anni che giro sia su sentieri sperduti che sentieri frequentati
e devo dire sinceramente che tutti i bikers che ho trovato (compresi anche
i motocliclisti) si sono sempre comportati bene senza causare problemi,
cedendo il passo e non mi sono mai trovato in situazioni in cui trekkers
"talebani" prendessero a pietrate i bikers di passaggio.
Ovviamente gli imbecilli ci sono sempre ma direi che nella media c'e'
abbastanza educazione da ambo le parti.

Mentre in queste delibere e divieti si richiama spesso il problema
"sicurezza" che e' certamente importante, l'argomento che non viene
trattato in questi articoli (od almeno non sembra emergere) e' quello della
manutenzione.

Quando ero molto piu' giovane ho girato molto in MTB ed anche con la moto
da trial (eh si....ho commesso anche questo peccato....) e devo dire che
all'epoca non c'erano grossi problemi anche perche' dalle mie parti non
c'erano escursionisti o quasi, pero' sarei bugiardo se dicessi che il
nostro passaggio lasciava il sentiero cosi' com'era.
E' inevitabile che il frequente passaggio di MTB (anche senza fare dowhill)
generi un'usura del sentiero che lo porta a diventare lentamente un canale
sempre piu' profondo per finire ad essere completamente devastato
dall'acqua.

In Trentino (regione con statuto autonomo) la SAT dispone di fondi molto
piu' consistenti di altre regioni per queste manutenzioni ma nonostante
questo non ce la fa a stare dietro a tutto quel che andrebbe fatto per
mantenerli e vi assicuro che alla SAT nessuno spreca nenche un centesimo.
Vi immaginate la dimensione del problema per altre regioni dove questi
fondi non ci sono nemmeno?

Ovviamente se si passa su di una forestale od una mulattiera con scarsa
pendenza, magari raggiungibile con piccoli mezzi meccanici la manutanzione
e' in qualche modo abbordabile dalle varie amministrazioni, mentre creare e
mantenere canalette per l'acqua e livellare il solo del passaggio delle due
ruote su di un sentiero impervio e' molto piu' impegnativo e costoso.

Ringrazio Francesco che ha centrato il punto. Le associazioni di biker
dovrebbero unirsi al CAI ed alla SAT e sedersi insieme ad un tavolo comune
con Regioni e Province per avanzare proposte sostenibili. Esistono esempi
virtuosi dove associazioni di bikers o gestori di attivita' si sono seduti
insieme al CAI ed hanno sdoppiato percorsi a rischio occupandosi della
manutenzione di tali pezzi. Sicuramente un contributo economico
(associandosi o tassandosi) aiuta, chi puo' potrebbe anche dare un
contributo pratico dedicandosi alla manutenzione.

A fine 2017 c'e' stato un tentativo di blitz in Regione Liguria da parte di
qualcuno di aprire la circolazione ai mezzi motorizzata sull' Alta Via dei
Monti Liguri. Tentativo respinto e rimandato l'argomento al 2018. Qual'e'
stato il problema principale? Tentativo isolato e strampalato senza
coordinarsi con chi vive ed opera sul territorio. Se si fosse dialogato
prima si sarebbe potuto ragionare su percorsi fattibili, creazione di zone
ad hoc, etc....

Non esiste una soluzione che accontenta tutti, alcuni trekkers dovranno
abituarsi all'idea che c'e' qualcuno che preferisce roteare le gambe sui
pedali invece di posare un piede davanti all'altro sulla terra ed i bikers
dovranno accettare che in alcuni posti forse non ci si potra' piu' andare
ma magari si potra' cercare di creare percorsi alternativi. L'importante e'
collaborare con atteggiamento aperto.
Comprendo bene la frustrazione anche di alcuni motociclisti che per anni si
sono anche puliti da soli i tracciati ed ora che la loro zona e' stata
"scoperta" anche da chi va a piedi qualcuno gli vuole vietare il passaggio.
Anche per loro vale la stessa cosa, i motociclisti dovranno abituarsi
all'idea di rinunciare a qualcosa ma se ci sediamo insieme ad un tavolo e
cerchiamo soluzioni condisive,  sara' piu' facile ottenere risultati
migliori con le amministrazioni.

Per chi e' ligure come me e frequenta la zona del Monte Gottero od il Monte
Capra vicino al Bocco di Bargone converra' con me che lo scempio fatto su
quelle vette con mezzi motorizzati e non e' una cosa che si deve evitare
mentre sono fermamente convinto che ci siano cnvergenze ottenibili per dare
spazio a tutti.

Vi faro' sapere quando ci sara' il prossimo tavolo di lavoro in Regione
Liguria sull'argomento, se qualche rappresentante di associazione vuole
essere invitato me lo faccia sapere vedro' di farvi arrivare l'invito.

Ciao
Alfredo
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