* Luca Brivio <[EMAIL PROTECTED]> [250105, 13:23]:
> > Ovviamente il pubblico dominio _non_ ha alcuna restrizione di sorta,
> > quini _è_ *free* .
> 
> Mi sento piuttosto confuso, sapete? Cito dal sito della FSF
> (http://www.gnu.org/philosophy/categories.html; credo possa essere
> chiarificante ai nostri intenti):
> 
> >Public domain software
> >    Public domain software is software that is not copyrighted. If the
> >source code is in the public domain, that is a special case of
> >non-copylefted free software , which means that some copies or modified
> >versions may not be free at all.

Taglio la parte dei binari...

Questo chiarisce ovviamente che ho scritto la cosa giusta, RMS la
prende come spunto per dichiarare l'eccezionalità del pubblico
dominio, perché non viene esplicitamente fatto riferimento all'autore
ed alla licenza attribuita al codice.
Infatti chiarisce che di quel software potrebbero esserci versioni
limitate in circolazione perché _chiunque_ può appropriarsene e
rilasciarne una versione non libera.
Infatti avevo anche scritto di applicare al sorgente due righe con
indicazione del copyright (può essere anche la scuola) e la modalità
di distribuzione/restrizioni, ovvero la licenza.

Non solo, avevo anche scritto che se un bel giorno arrivasse l'autore
sarebbe anche da vedere se potrebbe, legalmente, obbligare qualcuno a
rimuovere dal proprio pc versioni del suo programma senza alcuna
indicazione.

> Dunque il software di pubblico dominio  _può_ _non_ essere software
> libero, e non lo è nel caso in cui non siano pubblicati i sorgenti.

Ovviamente stiamo ragionando _sempre_ in termini di sorgenti e non
assolutamente di binari... da Appunti d'informatica libera, di
Daniele Giacomini, che ti consiglio caldamente di leggere:

Si distinguono quattro punti fondamentali, necessari perché il
software possa essere considerato «libero»:
     * libertà 0, ovvero la libertà di eseguire il programma per
       qualunque scopo;
     * libertà 1, ovvero la libertà di studiare come funziona il
       programma e di adattarlo alle proprie esigenze (in tal
       caso, deve essere disponibile il sorgente);                              
                                       
     * libertà 2, ovvero la libertà di ridistribuire copie del
       programma;
     * libertà  3, ovvero la libertà di migliorare il programma e di
       distribuire tali miglioramenti (anche per questo è
       necessario disporre dei sorgenti).

> D'altra parte recita il sito di Debian (forse la fonte più
> autorevole dopo la FSF; http://www.debian.org/intro/free):
> 
> >Truly free software is always free. Software that is placed in the
> >public domain can be snapped up and put into non-free programs. Any
> >improvements then made are lost to society. To stay free, software must
> >be copyrighted and licensed.

Infatti Debian, quando possibile applica la GPL anche ai programmi
che non lo sono... 
 
> il che può forse essere opinabile ma mi sembra un fatto da rilevare...
> Continua la FSF:
> 
> >    Sometimes people use the term ``public domain'' in a loose fashion
> >to mean ``free'' or ``available gratis.'' However, ``public domain'' is
> >a legal term and means, precisely, ``not copyrighted''. For clarity, we
> >recommend using ``public domain'' for that meaning only, and using
> >other terms to convey the other meanings.
> 
> Ciò mi conferma nella mia opinione...

No, il fatto è che la gente confonde "gratis" con "libero", pubblico
dominio etc. etc.
Al pubblico dominio puoi applicare copyright e licenza, anzi se
capisci ciò che scrivono caldeggiano proprio queste soluzioni per
mettersi al riparo da eventuali "perdite future" (perdite di codice a
cui venisse applicato un copyright e licenza restrittiva).
 
> >    Under the Berne Convention, which most countries have signed,
> >anything written down is automatically copyrighted. This includes
> >programs. Therefore, if you want a program you have written to be in
> >the public domain, you must take some legal steps to disclaim the
> >copyright on it; otherwise, the program is copyrighted.
> 
> Non so quali nazioni non abbiano firmato la Convenzione, ma la
> precisazione giunge all'uopo! I passi per rinunciare al copyright
> dovrebbero essere descritti ad esempio sul sito di Creative Commons...

Ma troppe menate per quattro righe scritte da un liceale, metti il
copyright suo e GPL, stai bene così... ;-)))

Fammi capire, se il prossimo Picasso finisce nella tua scuola cosa
fai, ti preoccupi che poi un suo quadro sia stato visto da altri
senza che abbiano pagato?

Ciao
Ferdinando

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