Interessante disamina di ciò che potrebbe rientrare in una lista
pre-tassonomica di tante situazioni di "disagi relazionali
intrafamiliari",in cui le dinamiche psico-patologiche  non sono dissimili
da quelle che , nel mondo del lavoro (specie di uffici e simili),
 emergono a causa di compresenza di soggetti caratterizzabili da livelli di
"potere" multipli e/o frammentati.
Parentele o preferenze personali o raccomandazioni note sebbene
"invisibili", ingenerano conflitti o ne facilitano la progressione
verso l'emergenza esplosiva.
E' noto che che i bambini , all'interno di assetti
familiari multi-compositi, imparino rapidamente a selezionare i referenti
affettivi in base al preminente  "potere" emergente nelle varie situazioni.
E il passo dal disagio (non ancora patologia...) alla sindrome potrebbe
essere breve, a meno di inserire nel contesto familiare una sorta "demiurgo
decisore" , più o meno dotato di carisma affettivo.
Ciò che in ambito di Medicina della Famiglia non è affatto raro! E neppure
in un certo, incauto se precipitoso, interventismo dei servizi sociali o
psichiatrici.
Potrebbe essere utile coinvolgere nella disamina anche un esperto di
psicologia adleriana?
Grazie per l'ospitalità
 Berardinelli

Il giorno lun 5 lug 2021 alle ore 03:06 gitz6666 <gitz6...@gmail.com> ha
scritto:

> Buongiorno a tutti/e,
>
> Voglio sottoporvi la situazione incresciosa che dal 7 giugno a oggi si è
> creata sulla pagina di discussione della voce Sindrome di alienazione
> genitoriale
> (
> https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Sindrome_da_alienazione_genitoriale
> <
> https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Sindrome_da_alienazione_genitoriale>).
>
>
>
> Una premessa personale. Ho creato l’account Gitz6666 nel 2010 e in
> questi anni ho collaborato al progetto WP in modo saltuario ma utile: ho
> corretto dozzine di refusi e di errori, ho integrato informazioni sulle
> voci più disparate, ho creato ex nihilo almeno due voci (Carlo Mussa
> Ivaldi Vercelli e Franco Momigliano). Da quando è iniziata la guerra
> sulla Sindrome di alienazione genitoriale, sono stato accusato in un
> paio di occasioni di essere una utenza monoscopo, ma chiunque può vedere
> che non è vero: i miei contributi sono distribuiti sui temi più diversi.
> Inoltre, rispetto all’alienazione parentale non avevo, prima di
> intervenire nella voce, alcun interesse personale o politico-culturale:
> non solo non faccio parte di associazioni “pro-PAS” o “anti-PAS”, ma
> addirittura non conosco persone che ne facciano parte. Sono rimasto
> coinvolto dalla voce solo perché casualmente mi sono imbattuto in un
> errore giuridico (la mia area di competenza) e ho inteso correggerlo;
> alla fine, sono anche riuscito a farlo (seppure parzialmente) ma solo
> dopo aver trascorso cinque giorni di fitte discussioni. Eppure era solo
> l’inizio…
>
> Non ho grande familiarità con i “luoghi” e le procedure della comunità
> WP. Perciò, quando è diventato chiaro che la discussione non avrebbe
> portato da nessuna parte, mi sono mosso in modo un po’ goffo: ho chiesto
> a un utente di tentare una mediazione tra me e il mio interlocutore, ho
> sollecitato contributi alla discussione sulla pagina del progetto
> Psicologia (due volte), mi sono persino rivolto all’Oracolo (!). Ma la
> comunità mi ha lasciato solo: non sono riuscito a creare il minimo
> interesse per quanto stava succedendo. Alla fine, quando la situazione è
> diventata intollerabile, ho aperto una Richiesta di parere sul
> comportamento di un utente/amministratore (Ignisdelavega) che da
> settimane bloccava l’aggiornamento della voce. Il giorno dopo, Ignis mi
> ha segnalato come Utente problematico e il mio account è stato bloccato
> per una settimana.
>
> Peraltro, sulla pagina di Richiesta di parere aperta da me
> (
> https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Richieste_di_pareri/Comportamenti_degli_utenti/Ignisdelavega/3
> <
> https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Richieste_di_pareri/Comportamenti_degli_utenti/Ignisdelavega/3>)
>
> e sulla pagina di segnalazione di Utente problematico aperta da Ignis
> (https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Utenti_problematici/Gitz6666
> <https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Utenti_problematici/Gitz6666>)
> non è che il dibattito sia proprio decollato… E io allora mi chiedo: ma
> davvero la vicenda non interessa nessuno? oppure è in corso una
> discussione che si svolge in luoghi informali e che non mi coinvolge? In
> questo secondo caso non me ne avrei a male, ma mi aspetterei che mi si
> facesse sapere se e quando i contenuti di tale discussione verranno
> condivisi con me. Se invece fosse vero che la vicenda semplicemente non
> interessa , lo troverei grave. Ho fatto parte di associazioni politiche
> e istituzioni culturali e, nonostante le molte polemiche, non ricordo di
> essere mai stato trattato in modo così degradante e ingiustificato come
> su WP. Che la comunità non trovi le risorse per reagire a comportamenti
> del tutto inaccettabili, non di un qualsiasi utente ma di un suo
> amministratore, qualcuno a cui qui è stata data una responsabilità, è
> veramente deprimente. Possibile che da un mese, ma forse a ben vedere da
> anni, una pagina della “Enciclopedia libera” sia trattata da un
> amministratore come se fosse cosa propria, e nessuno abbia uno scatto di
> orgoglio e di iniziativa?
>
> Il mio problema non è il blocco del mio account – che, intendiamoci, è
> gravissimo e ingiustificato; né il mio problema è l’orgoglio ferito –
> anche se sogno una processione di amministratori WP che mi chiedano
> scusa cospargendosi il capo di cenere. Il problema è l’assoluta assenza
> di voci: esiste questa comunità? Capisco che l’imbarazzo paralizzi, ma
> per quanto imbarazzante è necessario che qualcuno – soprattutto i membri
> del progetto Psicologia – sblocchi la situazione, parli pubblicamente
> con Ignis e di Ignis, aggiorni e corregga la voce. A proposito di questo
> aggiornamento, copio qui in calce la modifica su cui Ignis ha posto il
> suo veto inamovibile. Trascuro le fonti (numerose e selezionate), che
> potete trovare indicate nella pagina di discussione; naturalmente può
> essere modificata e corretta, ma è un indubbio miglioramento rispetto a
> ciò che si legge ora nella sezione "Esclusione dal DSM" della voce, dove
> dichiarazioni del 2010 sono citate a supporto di decisioni prese nel
> 2013 dall'Associazione psichiatrica americana.
>
> Vi chiedo quindi di armarvi di santa pazienza e di leggere la
> discussione-fiume che inizia con la sezione “Eliminato riferimento a
> ordinanza Cassazionie 13217/2021” (7 giu 2021). So che è noiosissima, ma
> è stato ancora più noioso farla: è stato estenuante. Dopo averla letta,
> vi chiedo per favore di intervenire sulla mia Richiesta di parere, sulla
> segnalazione di Utente problematico aperta da Ignis, e sulla voce e/o
> sulla relativa discussione. Senza un confronto esterno – in realtà
> interno alla comunità: esterno al circuito “Ignis contro Gitz6666 (e
> Bologai)” – sarà impossibile venirne a capo in modo conforme ai principi
> di un’Enciclopedia che voglia essere libera.
>
> Cordialmente,
>
> Gitz6666
>
> /La sindrome dell’alienazione parentale (PAS) non è accettata da nessun
> sistema nosografico e manuale diagnostico riconosciuto nel campo della
> ricerca psicologica e psichiatrica: non si trova né nel Manuale
> diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) della American
> Psychiatric Association, né nella Classificazione ICD
> dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per quanto riguarda in
> particolare il DSM, l’intensa campagna di lobbying volta a ottenere
> l’inserimento della PAS nella quinta edizione del Manuale (2013) non ha
> avuto successo: l’American Psychiatric Association ha deciso di non
> includere il concetto controverso di alienazione parentale nella nuova
> edizione perché, secondo le parole di Darrel Regier, all’epoca
> vicepresidente del gruppo di lavoro incaricato di redigere la nuova
> edizione, “non si tratta di un disordine all’interno di un individuo
> bensì di un problema relazionale genitore-bambino e genitore-genitore. I
> problemi relazionali di per sé non sono disturbi mentali”. //Questa
> opinione è oggi tendenzialmente condivisa nella comunità scientifica,
> che ritiene che l’alienazione parentale non sia classificabile come
> disturbo mentale del bambino ma sia invece riconducibile ai problemi
> relazionali genitore-figlio (DSM-IV e DSM-5) o alle situazioni di
> difficoltà della relazione parentale, che occorrono quando "il focus
> dell'attenzione clinica sono gli effetti negativi //della discordia
> nella relazione parentale (ad es., alti livello di conflitto, disagio o
> denigrazione)///sul bambino in famiglia /" (DSM-5)./
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Dr. Pasqualino Berardinelli
Spec. Pneumologia e Allergologia
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