Il 27 ottobre 2008 11.45, Mauro Morichi <[EMAIL PROTECTED]> ha scritto: > Carico e scalabilita': male che va, sposti la virtual machine su un > altro server e sei online nel giro di qualche minuto. >(...) > sono un fans delle virtual machine, non tanto perche' e' una tecnologia > che ora e' esplosa sul mercato (se ne parlava in realta' ai tempi del > 386) ma per la versalita' che offre che effettivamente permette di avere > la stessa macchina disponibile senza guardare troppo l'hardware che sta' > sotto. Qui in ufficio abbiamo una serie di server di posta di cui ogni > tanto perdiamo le tracce.... si perdono in giro per i server veri. :)
Scusa mauro, mi inserisco nel discorso solo per chiedere una precisazione, anch'io da perfetto principiante di virtualizzazione (e di molto altro): hai detto che uno dei vantaggi delle macchine virtualizzate è quello di essere "trasferibili" in caso di guasto hardware o di altra necessità. Tuttavia mi chiedevo: se è vero che a meno hardware utilizzato corrisponde statisticamente una minor probabilità di rottura, tuttavia usare più macchine virtualizzate su una sola macchina aumenta per converso l'entità del danno in caso di però di cedimento dell'hdw utilizzato. Metti il caso di virtualizzare su una stessa macchina il server di posta e il centralino Voip di un'azienda, in caso di guasto hardware l'azienda si dovrebbe fermare almeno fino al ripristino delle macchine virtuali su un nuovo server. Come si agisce in questo caso per limitare il danno? Quali misure/regole si adottano per limitare il "rischio di eccessiva virtualizzazione"? Grazie, giopas