Il giorno 07/lug/2014, alle ore 20:49, allanon <allano...@gmail.com> ha scritto:

> quello che non ho scritto bene, e' che magari assieme ai due documenti
> avrei potuto presentare il fingerprint della mia chiave gnupg, affinche'
> lo Stato Italiano fungesse da garante che a quella chiave rispondo io
> e solo io.

secondo me sarebbe bastato creare un' certificatore nazionale che rilasciasse 
certificati digitali secondo gli standard universalmente riconosciuti.

fare in modo di rendere la ricevuta di ritorno dai server cosa standard con 
tanto di firma digitale di ritorno (postfix lo fa beato e tranquillo, basta 
chiederglielo), fare in modo che i provider mantenessero questo tipo di mail in 
archivio per un periodo di tempo lungo cosi' come avviene per chi gestisce la 
pec. fine.

il problema, di fondo, e' garantire che una mail parta e arrivi con certezza e 
che il tutto venga certificato correttamente. In realta' questi strumenti 
esistono da quando e' nata la posta elettronica, serviva solo qualche 
affinamento che in parte c'e' gia'. Inutile inventarsi una pippa supplementare 
che fa solo confondere le idee alla gente che in italia - ammettiamolo - ha 
seri problemi a capire e masticare un minimo di tecnologia.

e invece no.... dobbiamo soffrire.

sigh.



mauro
ma...@majaglug.net



Attachment: signature.asc
Description: Message signed with OpenPGP using GPGMail

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