On 17:51 Thu 04 Apr , Paolo Cavallini wrote: > Diciamocelo chiaro: la privatizzazione e' una fregatura. > Per il software, come per i dati, come per l'acqua. > Ora chi la vuole prosegua a cavillare; mi auguro che la maggioranza > silenziosa in > questa lista sappia vedere qual e' l'interesse collettivo reale. > Si scrive dati, si legge democrazia.
Paolo, con me sfondi una porta aperta. Ho letto buona parte della discussione precedente, ma alla fine ho desistito vista la lunghezza degli interventi (mi ci sarebbe voluto un mese circa per leggerla tutta). Sull'argomento avrei alcune considerazioni da fare, in aggiunta (forse) a quelle gia fatte. Si è discusso sui termini 'dati aperti' o 'dati liberi'; io a questo punto direi che si dovrebbe parlare di 'dati abbandonati' da parte della PA, se non ho capito male il concetto. Si è detto: il dato prodotto dalla PA è pagato da tutti, quindi chiunque può prenderlo e farci quel che gli pare; e a questo proposito ci citano (molto spesso) articoli, opinioni e documenti provenienti da oltre oceano. Senza considerare che la Repubblica italiana si fonda su principi per certi aspetti diversi da quelli di altre democrazie. Poiché sono fermamente convinto che gli sopi della PA abbiano come fonte prima ed assoluta la Costituzione (la nostra non quella degli altri), ne cito alcuni articoli: Art. 41: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Art. 42. La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. Da qui ne discende che nessuna PA può permettere che i dati di proprietà di tutti i cittadini, presenti e futuri, vengano usati per scopi che non abbiano una utilità sociale; e quindi deve controllare che ciò non avvenga. Inoltre, poiché l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, e che al lavoro vengono riservati diversi articoli della costituzione, giustamente una qualsiasi PA dovrebbe consentire unicamente che venga remunerato il lavoro di elaborazione del dato grezzo. Riguardo poi il presunto 'scopo di lucro', direi che non c'è nessuno scopo di lucro se i proventi della cessione di dati vengono utilizzati per migliorare i servizi di produzione e pubblicaizone degli stessi. Scusate se mi sono dilungato, Ciao a tutti, Marco _______________________________________________ Gfoss@lists.gfoss.it http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 638 iscritti al 28.2.2013