Ciao

come saprete, in questi giorni:

- si sono mossi precari per il reddito garantito (il 22 c'e' stata la
prima manifestazione naz, e' nata un'assemblea del cognitariato
metropolitano a Milano e una ne sta nascendo a Roma)

- si sono mossi gli scienziati precari, sia i precari ADI-NIDIL (la CGIL
lavori atipici), sia quelli che hanno vinto il concorso ma sono ancora
senza presa di servizio (SPS) per reclamare diritti elementari:
assemblee, lettere ai giornali, iniziative parlamentari, trasmissioni
TV.

Sono cose su cui abbiamo lavorato parecchio in passato sul piano
dell'analisi e dell'informazione, e secondo me qualche contributo utile
l'abbiamo dato.

Personalmente, sto seguendo piu' i precari senz'altra qualifica che gli
scienziati, perche' mi riconosco piu' nella precarieta' che nella mia
professione. Ma vorrei mettere in contatto i due mondi. Ad esempio, dato
che fra poco arrivano a Roma gli intermittenti dello spettacolo francesi
(le star mediatiche del FSE, per capirci: belli, giovani e briosi), ho
proposto a Sapienza Pirata di fare un iniziativa con intermittenti e
ricercatori, che leghi precariato e lotta contro la proprieta'
intellettuale come reddito indiretto. Vedremo che ci dicono.

Secondo me, sarebbe carino mettere a confronto/contatto due lotte di
precari accomunati dallo svolgere un lavoro poco "misurabile", e che
richiede dunque un reddito sganciato da orari o contratti, cioe' un
salario di cittadinanza (sia come denaro che come saperi liberi e
gratuiti). Gli intermittenti sono su questa lunghezza d'onda, i precari
della ricerca no, ma non e' detto che non siano interessati.

Noi (come laser globale) potremmo stare alla finestra, contribuire con
le nostre pillole di comunicazione e al limite impegnarci sul piano
personale nelle varie vertenze, in funzione del proprio status e della
propria situazione: ad esempio, chi sta a Buffalo difficilmente si
impegnera' con i precari toscani, mentre io mi sento piu' di spendermi
in un coordinamento di precari, facendo cmq il tifo per dottorandi e
ricercatori. 

Oppure, potremmo svolgere una funzione di canale di comunicazione tra
movimento precari e ricercatori, un po' come il NIDIL a Bologna (in cui
lavora bene la nostra amica Giulia Santoro) ma portando il contributo
della lotta contro la proprieta' intellettuale. Ad esempio, proponendo
una linea di ricerca verso un contro-brevetto (o GPL biotech, o SECTOR
che dir si voglia). Una prossima iniziativa all'universita' precariato
sociale-precariato scientifico (magari rimettendo in mezzo Rizzuti, che
abbiamo ribeccato a PArigi piu' in forma che mai) potrebbe essere un
punto di partenza. Tra l'altro ci hanno invitato a bologna all'assemblea
interregionale dei precari domenica.

Tutto cio' non e' separato dalla proposta di SECTOR (estendere la
cultura GPL al mondo del brevetto, con opportuni strumenti
tecnico-giuridici): proprio il mondo del precariato secondo me e' il
"brodo di coltura" necessario per il sostegno politico della cultura
GPL, proprio perche' rappresenta una forma di "reddito di cittadinanza"
immateriale. Anzi (e mi ripeto), forse e' il contributo piu' originale
che possiamo portare in tali lotte.

a

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