Un post apparso su indymedia.it.
le teorie complottistiche non mi hanno mai attirato. Pero' alcune
coincidenze sono interessanti. sui terremoti, non ho tempo per
verificare.....
Intanto, un dubbio mi tormenta dal 26 dicembre: cosa è successo alla
base americana di Diego Garcia?
http://talkleft.com/new_archives/009181.html e
http://www.globalsecurity.org/military/facility/diego-garcia.htm
ciao
m
Bombe atomiche e terremoti,
"coincidenze" preoccupanti: tutti i dati - L'arma Haarp e la base di
Gokona in Alaska - Due portaerei e 1.200 marines verso i campi
petroliferi di Banda Aceh - Lo tsunami di Mururoa
tratto da http://www.e-gazette.it
TSUNAMI, SPUNTA L’IPOTESI DI CAUSE ARTIFICIALI: COLPA DELL’ATOMICA (O
DI HAARP)?
di Renzo Gabriel Bonizzi e Pepi Katona
Milano, 4 gennaio – Spunta l’ipotesi dello tsunami come effetto di una
causa umana. Un esperimento atomico? Un’arma segreta? Sembra (ma non
abbiamo conferme) che in quei giorni nella zona di oceano nel quale si
è scatenato il maremoto assassino fossero in corso manovre navali
segrete dell’India. L’India è un Paese atomico.
C’è chi parla di
una connessione, lontana nello spazio e nel tempo ma vicina dal punto
di vista della delicata geologia delle faglie, con gli esperimenti
nucleari francesi di Mururoa. Chi sospetta del sistema d’arma Haarp.
Alcuni parlano di un incidente, di conseguenze inattese, di un
giocattolo sfuggito dalle mani di chi lo maneggiava. Altri delineano
gli scenari del Grande–Complotto-per-Conquistare-il-Mondo: in questo
caso, per avere un quadro completo al catastrofismo apocalittico e alla
“cospirologia a un tanto al chilo” manca solamente lo scienziato pazzo
con il tecno-laboratorio nell’isola vulcanica.
Tante teorie,
alcune credibili, molte interessanti, tutte suggestive. Nessuna (per
ora) dimostrabile con il metodo scientifico galileiano.
Certezze
II 23 settembre 1969, la Cina fece esplodere una bomba termonucleare
sotterranea in un poligono nella parte occidentale del Paese. Il 28
settembre, un terremoto colpì lo stato di Vittoria, nell'Australia
sud-orientale. Le scosse furono accompagnate da una serie di boati e da
apparizioni di luci verdi nel cielo. Il 28 e 30 maggio 1970 vi furono
test nucleari, e il 31 maggio la città di Chimbote, in Perù, fu
devastata da un terremoto che uccise 60.000 persone. Il 27 luglio 1976,
gli Usa fecero esplodere una carica da 20-150 chilotoni nel sottosuolo
del Nevada. Il giorno seguente, la città di Tang-shan (Cina) e 800.000
persone furono distrutte da un sisma che fu valutato di magnitudine 8,2
nella scala Richter. Il 13 e 15 settembre avvennero test nucleari
sotterranei, il 16 settembre un terremoto (7,7 Richter) rase al suolo
la città iraniana di Tabas, con 25.000 morti. Il 5 novembre 1988 la
Francia realizzò nelle acque dell'atollo di Mururoa un'esplosione
nucleare di 50 chilotoni. Il giorno successivo, un violento terremoto
(7,6 Richter) sconvolse la provincia cinese dello Yunnan, provocando
circa 600 vittime. Il 24 novembre dello stesso anno, la Francia eseguì
un'identica esplosione. Un terremoto (6 Richter) colpì il Canada e gli
Stati Uniti del Nord-Est il giorno seguente; mentre il 26 novembre
ancora una volta una provincia cinese, Qin-ghai, fu scossa da un sisma.
E ancora: il 4 dicembre 1988, l'Urss fece detonare una boma nucleare di
potenza stimata fra i 20 ed i 150 chilotoni in una base del circolo
polare artico. Il 7 dicembre, l'Armenia fu squassata da un terremoto
(6,9 Richter) che uccise 60.000 persone e lasciò mezzo milione di
senzatetto. Il 22 gennaio 1989, un’esplosione sperimentale (20-150
chilotoni) fu effettuata nel Kazakistan nordorientale; il giorno
successivo il terremoto nel Tagikistan sovietico fece più di 200 morti.
Il 23 giugno 1992, gli americani fecero scoppiare l'ennesima bomba
nucleare sotterranea; il 28 giugno, due terremoti di insolita violenza
(7,4 e 6,5 Richter) colpirono il sud della California.
Sono solo coincidenze fra atomiche e terremoti?
Curiose coincidenze? Per molti sismologi la risposta è sicuramente sì.
Riley Geary, del Caltech, afferma che i dati non rivelano un legame tra
esplosioni e sismi, e per Robert-Carmichael, geologo della lowa
University, l'ipotesi di un nesso causale tra bombe sotterranee e
terremoti, è "una frode scientifica, paragonabile alla magia o
all'astrologia".
Eppure altri dati, del tutto scientifici,
indicano che questo legame è molto più che una fantasia o una
superstizione. Il professor Gary T. Whiteford, docente di geografia
all'Università di Brunswick in Canada, ha scoperto che i terremoti con
magnitudine da 6 a 6,5 Richter sono più che raddoppiati da quando hanno
avuto inizio i test nucleari sotterranei.
Infatti, tali sismi
furono 1.164 fra il 1900 ed il 1949; sono saliti a 2.844 tra il 1950 ed
il 1988. Un significativo aumento è registrato anche per i sommovimenti
tellurici di magnitudine compresa tra 6,5 e 7 Richter: furono 1.110 nel
periodo 1900-1949; se ne contarono 1.465 tra il 1950 ed il 1988. Tali
incrementi si sono verificati in tutte le zone particolarmente sismiche
del globo. Ad esempio: la percentuale di tutti i terremoti (superiori o
pari a 5,8 Richter) nelle Isole Aleutine era di 3,31 nel tempo
precedente gli esperimenti nucleari americani nel Nevada. Tale
percentuale salì fino al valore di 12,57 nel periodo dei test. Le isole
Salomone e Nuova Bretagna (Oceano Pacifico) erano sismicamente
tranquille nella prima metà del nostro secolo: la percentuale dei
terremoti era di 2,98. Nell'epoca delle bombe nucleari francesi a
Mururoa questo valore è quasi quintuplicato: 10,08. Anche l'isola di
Vanuatu ha pagato un pesante tributo alla grandeur nucleare francese.
La sua percentuale di terremoti era di 3,36 nell'arco di tempo
1900-1949; nel periodo seguente contrassegnato dai test, tale cifra è
balzata a 9,30.
Nell'isola Novaia Zemlia (a Nord della Siberia)
non avvennero mai violenti terremoti nel primo cinquantennio del
secolo; da quando vi fu costruita una base per esperimenti nucleari
sovietici, si sono avute sei scosse telluriche di grandezza pari o
superiore a 5,8 Richter.
Più bombe, più sismi
In una
visione globale si può rilevare che, nei primi cinquanta anni di questo
secolo, sono stati registrati 3.419 terremoti di magnitudine uguale o
superiore a 6 Richter, con una media di 68 all'anno. Dal 1950 al 1989,
i terremoti in questione sono stati 4.963, con una media di 127
all'anno: il valore è quasi raddoppiato.
Il professor Whiteford
ha compiuto inquietanti scoperte a proposito dei cosiddetti "terremoti
assassini" (killer quakes), cioè sismi che provocano almeno 1.000
vittime. "Nel corso di 37 anni di sperimentazione nucleare, venti dei
trentadue terremoti assassini, ovvero il 62,5%, avvennero lo stesso
giorno o entro quattro giorni dal test". Dati allarmanti provengono
anche da uno studio di due scienziati giapponesi, Shigeyoshi Matsumae e
Yoshio Kato, della Tokai University di Tokio: "Fenomeni anomali
meteorologici, terremoti e la variazione dell'asse terrestre sono
notevolmente correlati ai test atmosferici e sotterranei. Essi hanno
causato un aumento della temperatura dell'esosfera terrestre da 100 a
150 gradi, che cresce in modo abnorme immediatamente dopo un test
nucleare. Ad esempio, è stato scoperto che la temperatura assoluta salì
da 70 ad 80 gradi dopo un test sovietico che fu rilevato dalla stazione
d'osservazione da Uppsala, il 23 agosto 1975. Similmente, un continuo e
drastico rialzo della temperatura fu osservato in occasione di una
fitta serie di sei esplosioni sperimentali avvenute tra il 18 ed il 29
ottobre 1975". E concludono: "La temperatura dell'atmosfera è cambiata
dai test nucleari, un cambiamento che neppure il sole potrebbe
produrre. Si può facilmente immaginare quali effetti abbia tutto ciò
sulle condizioni meteorologiche della terra".
Altri autori
riferiscono di alcuni documenti che rimarcherebbero “ la pericolosità
di effettuare sperimentazioni nucleari nel suolo a profondità superiori
ai 5000 metri e segnatamente in zone ad evidente rischio sismico. In
particolare se posti nelle aree descritte dalla faglia sud orientale,
caratterizzata da un’elevata instabilità”.
L’arma Haarp (che esiste davvero)
In questi anni malati di catastrofismo apocalittico e di cospirologia
pesata a chili, è facile anche mettere sotto accusa l’arma
elettromagnetica Haarp che genera aurore boreali, cambia il clima e
scatena maremoti.
L’arma Haarp (High frequency Active Auroral
Research Program) sviluppata dallo scienziato statunitense Bernard J.
Istlund e in contemporanea anche dall’Urss (quando esisteva) consiste
in un “obice virtuale” elettromagnetico che ionizza l’aria e crea una
forma di plasma nell'atmosfera, nella ionosfera e nella magnetosfera.
Negli anni ’70 Usa e Urss siglarono un’intesa che imponeva la
proibizione di studiare sistemi geofisici con finalità militari. La
Duma di Mosca negli ultimi mesi ha ravvisato una minaccia nella
continuazione degli studi statunitensi.
La base di Gokona
Secondo alcuni esperti russi (http://www.russianla.com/archive/j-article.php?.id=8629)
il sistema Haarp è proprio all’origine dello tsunami dell’Oceano
Indiano poiché – a dispetto degli accordi – si è continuato a studiare
e a sperimentare l’utilizzo militare dei fortissimi campi
elettromagnetici, mascherati come pura ricerca di fisica di base oppure
come “dual use” civile e militare. Le emittenti di energia del piano
Haarp si trovano in Norvegia (Tromsoe), Alaska (base militare di
Gokona) e in Groenlandia. I dettagli sull’impianto di Gokona sono nel
sito ufficiale http://www.haarp.alaska.edu,
che descrive come - dopo il primo sistema di 48 antenne - sia in
ultimazione un impianto di 180 antenne fornite dalla Phazar.
Teoricamente, lo strumento è adeguato alla formazione di tifoni e
terremoti in qualunque area del mondo, ma anche di agire sui sistemi
informatici, elettronici e di comunicazione e infine di sconvolgere i
pensieri umani.
Le ricorrenze di fenomeni anormali sul globo ha
fatto pensare che negli ultimi anni (soprattutto nel 2002) sia stata
condotta una campagna di prime sperimentazioni del sistema Haarp.
L’Haarp come arma climatica
Il sito di informazione Nuovi Mondi Media riporta in http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=836
un articolo dello studioso Michel Chossudovsky sul controllo climatico
a scopi militari. L’esperto, il cui articolo in versione orginale è
contenuto in http://globalresearch.ca/articles/CHO409F.html,
attribuisce alle sperimentazioni di Haarp anche l’effetto serra: gli
Stati Uniti non aderirebbero al Protocollo di Kyoto perché
conoscerebbero la reale (e diversa) origine del riscaldamento del
globo. L’articolo è riccamente documentato con testi originali,
trattati ufficiali e fotografie. “L'aviazione americana – afferma
Chossudovski - è in grado di manipolare il clima. Può addirittura
provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Il Dipartimento
della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al
perfezionamento di queste tecnologie. La manipolazione climatica
diverrà parte della sicurezza interna e internazionale e sarà sfruttata
in maniera unilaterale... Sarà usata a scopi difensivi e offensivi e
anche come deterrente. La capacità di generare precipitazioni, nebbia e
temporali e di modificare il clima, e la creazione di un clima
artificiale, fanno parte di quelle tecnologie integrate che possono far
aumentare la capacità statunitense, o diminuire quella degli avversari,
di ottenere conoscenza, ricchezza e potere globale. (US Air Force. Air
University of the US Air Force, AF 2025 Final Report, http://www.au.af.mil/au/2025/
)”. L'analisi del ricercatore descrive anche le aziende coinvolte nel
programma di ricerca e sviluppo.
I catastrofisti e i cospirologi hanno visto l’arma Haarp all’origine
dell’impazzimento climatico in Paesi “nemici” degli Usa: l’alternarsi
di carestie e nubifragi a Cuba o la desertificazione dell’Afganistan
preventiva all’attacco militare “classico”, mentre nella Corea del Nord
nel giugno 2001 si è verificata una grande siccità (è piovuto un decimo
della media), siccità che ha indebolito le coltivazioni, mentre in
ottobre la provincia di Kangwon (media: 20 millimetri di pioggia nel
mese di ottobre) ha visto cadere 400 millimetri d’acqua in 12 ore.
La legge del Congresso
Stando alla proposta di legge “Space preservation act” discussa nel
2001 dal Congresso degli Stati Uniti l’ipotesi non è così remota: la
proposta del parlamentare Kucinich intende vietare proprio le armi che
producono terremoti, tempeste e maremoti. Il testo è diponibile in http://www.fas.org/sgp/congress/2001/hr2977.html
e all’articolo 7, comma III, si può leggere fra le armi da bandire ogni
sistema “directing a source of energy (including molecular or atomic
energy, subatomic particle beams, electromagnetic radiation, plasma, or
extremely low frequency (ELF) or ultra low frequency (ULF) energy
radiation) against that object” o ancora gli “high altitude ultra llow
frequency weapons systems; plasma, electromagnetic, sonic, or
ultrasonic weapons” ed altri sistemi i quali possano “to damage space
or natural ecosystems (such as the ionosphere and upper atmosphere) or
climate, weather, and tectonic systems with the purpose of inducing
damage or destruction”.
I timori del Dipartimento della Difesa
Tant’è che nell’aprile ’97 l’allora segretario alla Difesa, William
Cohen, aveva immaginato: "Others (terrorists) are engaging even in an
eco-type of terrorism whereby they can alter the climate, set off
earthquakes, volcanoes remotely through the use of electromagnetic
waves” (Passo riportato dal DoD News Briefing, Secretary of Defense
William S. Cohen, Q&A at the Conference on Terrorism, Weapons of
Mass Destruction, and U.S. Strategy, University of Georgia, Athens,
Apr. 28, 1997).
Ad Aceh soccorsi o occupazione?
Un
articolo interessante, ben documentato ma forzato nelle conclusioni è
quello pubblicato dal sito indipendente di Portland della rete di
Indymedia. Secondo l’articolo (che si trova in http://portland.indymedia.org/en/2004/12/307042.shtml;
se ne raccomanda la lettura anche per le interessantissime fotografie
aeree delle zone devastate dall’onda, con il raffronto fra prima e dopo
la catastrofe), lo tsunami nell’Oceano Indiano è stato scatenato dagli
Usa proprio con l’intento preciso di scardinare alcuni Paesi islamici
come l’Indonesia e di occupare manu militari gli importantissimi campi
petroliferi di Aceh. A conferma della sua tesi, l’articolo (davvero
ricco di fotografie, documenti e link) porta il fatto che la base
militare di Diego Garcia, un’isola nell’Oceano Indiano a poca distanza
dall’epicentro del terremoto, non abbia subito danni dallo tsunami.
Inoltre, poche ore dopo l’onda assassina già facevano rotta verso la
devastazione di Aceh non i soccorsi civili statunitensi bensì la
portaerei Uss Abraham Lincoln con 12 elicotteri da guerra Cobra (si
veda la conferenza stampa del Pacific Command, in http://www.defenselink.mil/news/Dec2004/n12292004_2004122905.html)
nonché l’Uss Bonhomme Richard con la squadra navale di sette unità e
2.100 marines, per un’annessione militare dell’area petrolifera. Il
corpo di spedizione (o di soccorso) sarebbe guidato dal generale Rusty
Blackman, comandante del terzo corpo di spedizione dei marines di
stanza a Okinawa, già capo dei marines durante l’operazione Iraqi
Freedom.
Ancora le atomiche sottomarine francesi
L’ipotesi di uno tsunami artificiale è avanzata anche da Lila Rajiva
(giornalista di Baltimore) sul giornale Counterpunch (http://www.counterpunch.org/rajiva12302004.html),
che ricorda i test atomici sottomarini condotti prima dagli Stati Uniti
e poi dalla Francia. Gli esperimenti atomici condotti a Mururoa dai...
(segue)
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