di seguito un articolo di Repubblica.it
Praticamente, sembra che la sentenza della cassazione metta di nuovo in dubbio l'esistenza di una cupola mafiosa che prende decisioni e governa la mafia come una società segreta o come un'impresa. Questa più o meno era la tesi che veniva proposta negli anni sessanta e settanta, quando si diceva "la mafia non esiste". poi arrivo' Falcone e soprattutto Buscetta, a dimostrare (la tesi che sostenne il maxiprocesso) che la mafia, da sempre, si muoveva come un'organismo unico.


La mia opinione è che (ho appena letto Cosa nostra di Dickie, che consiglio...) si inizino a restituire favori. Le prossime elezioni in Sicilia la Cdl non perderà poi molto.
ciao
m




Saltano le condanne per 127 omicidi di mafia compiuti a Palermo
tra il '70 e il '90
Possibile che escano di prigione alcuni noti killer di Cosa Nostra
*Cassazione, annullati gli ergastoli
a Provenzano e a decine di boss *
Tra i beneficiari anche Pietro Aglieri, Mariano Troia e tanti altri
Per la Suprema Corte non sempre dimostrati i rapporti con i mandanti


*L'identikit di Bernardo Provenzano*

*ROMA *- La Cassazione smantella una delle più importanti sentenze contro la mafia siciliana. La VI Sezione penale ha annullato, con rinvio a nuovo giudizio, l'ergastolo al superboss latitante Bernardo Provenzano e a decine di altri capi e killer in relazione al processo per 127 omicidi di Cosa Nostra avvenuti, a Palermo e provincia, tra gli anni '70 e i primi anni '90. Molti dei delitti, ora senza colpevole, riguardano uccisioni di mafiosi ammazzati dai corleonesi nella guerra per impadronirsi del controllo del capoluogo siciliano. Ma alcune delle vittime erano uomini delle forze dell'ordine come il capitano dei carabinieri Mario D'Aleo (ucciso nel 1983) e l'agente Calogero Zucchetto ('82) o cittadini qualsiasi.

La sentenza avrà anche effetti collaterali pesanti. E' probabile infatti, che in seguito a questa decisione, alcuni personaggi, considerati dei killer professionisti possano tornare rapidamente in libertà. Le istanze dei loro avvocati partiranno sicuramente con la massima celerità.

L'annullamento con rinvio è stato disposto dalla Suprema Corte anche per i boss mafiosi Pietro Aglieri, Paolo Alfano, Giovanni Battaglia, Giovanni Di Gaetano, Vincenzo Di Maio, Giuseppe Farinella, Stefano Fontana, Stefano Ganci, Filippo e Giuseppe Graviano, Carlo Greco, Girolamo Guddo, Salvatore Liga, Giovani Lipari, Matteo Lo Duca, Salvatore Lo Piccolo, Francesco Madonia, Giovanni Marcianò, Giovanni Matranga, Giuseppe Montalto, Calogero Passalacqua, Antonino Porcelli, Nicola Riolo, Pietro Salerno, Simone Scalici, Giusto Scarabba, Gaetano Scotto, Bartolomeo Spatola, Franco Spatola, Benedetto Spera, Francesco e Giuseppe Spina, Antonino Tarantino, Antonino Tinnirello, Antonino Troia e Mariano Troia. Tutti questi imputati dovranno essere riprocessati dalla Corte di assise di appello di Palermo.
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In totale, di 81 ergastoli, ne restano in piedi solo una quindicina. La Cassazione ha infatti confermato e reso definitive le condanne a vita per il capo dei Corleonesi Totò Riina, Leoluca Bagarella, Salvatore Biondo, Michelangelo La Barbera, Antonino Madonia, Salvatore Biondino, Giovanni Buscemi, Giulio Di Carlo, Giovanni Di Giacomo, Raffaele Ganci, Salvatore Giuliano, Antonino Marchese, Biagio Montalbano e Giovanni Motisi.

Proprio in questa "distinzione" si possono individuare, forse, le posizioni giuridiche che sono alla base della sentenza della Cassazione. La Suprema Corte, infatti (i giudici sono stati in camera di consiglio una settimana, dal 13 aprile a oggi) sembra aver applicato la sua stessa giurisprudenza più recente: quella secondo la quale gli uomini di Cosa Nostra non possono essere considerati e, quindi, "condannati" come facenti parte di un'organizzazione o di una "cupola" responsabile di tutti i delitti.

Per ogni delitto, le procure avrebbero dovuto dimostrare i rapporti precisi tra assassino e mandante: altrimenti il mandante va considerato innocente. In quel periodo, poi, Riina prendeva le sue decisioni consultando poche persone della cerchia ristretta dei corleonesi; non è quindi dimostrato, secondo la VI sezione, che Provenzano e altri condannati abbiano partecipato a quelle scelte di morte. Stesso discorso per i capi mandamento che, in molti casi hano ricevuto mandati di cattura per delitti compiuti mentre erano in carcere. Per la Cassazione, se un uomo è in galera, non può essere mandante di un delitto per il solo fatto di comandare una cosca. Secondo i pentiti e secondo i magistrati che li avevano condannati, invece, anche dalla prigione, certi personaggi potevano prendere decisioni importanti, anche "condanne a morte".

La Suprema Corte ha inoltre annullato con rinvio, limitatamente ad alcuni capi di imputazione per singoli omicidi, le condanne all'ergastolo per Giuseppe Calò, Giuseppe Dainotti, Raffaele Galatolo, Domenico Ganci, Domenico Guglielmini e Francesco Gullo.

Annullata con rinvio anche la condanna all' ergastolo di Gioacchino Cillari, Nunzio Milano, Francesco Mulè e Antonio Scimone: anche tutti questi boss mafiosi saranno processati nuovamente dalla Corte di assise di appello di Palermo per rivalutare la loro responsabilità in determinati e specifici omicidi. Ma resta il giudizio della loro colpevolezza per la maggior parte degli episodi sanguinari loro addebitati.

Infine la VI Sezione penale della Cassazione ha stabilito che, per alcuni reati minori, deve essere rideterminata la pena per Michele Dentici, Antonino Geraci, Giuseppe Lucchese, Salvatore Madonia, Antonino Rotolo, Giovanni Torregrossa. La rideterminazione è dovuta alla dichiarazione di prescrizione di alcuni reati minori.

(/20 aprile 2005/)
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