ho letto il pezzo scritto da pwd. nessuna critica. strano :))))) invece una domanda la faccio sul commento a OPEN CONGRESS. C'e' sempre una strana atitudine nei nostri scritti di accusare la comunita' scientifica di non essere in grado di affrontare certi argomenti: quali per esempio la questione brevettuale. A parte che non e' vero, visto che sono tre anni, che Nature, Science le altre riviste dibattono su cio': dalla questione dell'open access per la pubblicistica ai prezzi dei brevetti. E altresi vero che esistono altre esperienze che si concentrano su questioni specifiche, come i medicinali (PUBPAT, J.Loves). A questo punto invce mi domando se i limiti invece di esseredella comunita' scintifica in se, non siano di quel magma "movimentista" che e' incapaca di cogliere il problema. In fondo si affronta la versione semplificata del problema, e forse la piu' tangibile come quella dell'informatica, ma non si osa andare oltre. A parte i clamori sui brevetti sul DNA che pero' erano ben poco motivati da una visione organica della ricerca bensi frutto di isteria olistica, la scienza non e' percepita come motore della vita quotidiana. L'innovazione reale, materiale, che essa produce, e' qasi data per scontata, e si crede che innovazione esiste solo nei numeretti virtuali. Questo e' una mia vecchia convinzione, che non ha mai fatto breccia in laser (molto virtual oriented nel senso che vede motori dell'innovazione solo nel simbolico digitale); ma che forse sara' il caso di considerare un po meglio. Altrimenti ci lamenteremo sempre che "la societa' civile del general intellect" non spende mai una parola sulla scienza. Ed e' colpa degli scienziati. Ciao zinc
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