Considerazioni da profano: 

gli OGM sono organismi spesso sterili, cmq non immagazzinabili per
future semine (lescai sostiene che pure i semi tradizionali sono cosi').
Cioe': i geni trapiantati, vantaggiosi dal nostro punto di vista per
produttivita' resistenza etc non lo sono dal punto di vista della
riproduzione dell'organismo. Quindi, se creo una pianta che spara frutti
giganteschi, magari la rendo incapace di riprodursi correttamente, o
comunque la indebolisco nei confronti di un ecosistema diverso da quello
in cui la sfrutto io.  Non e' dunque prevedibile che quelle piante OGM,
fuori dal contesto agricolo originale, abbiano un tasso di riproduzione
inferiore, e quindi scompaiano? Non voglio dire che gli OGM siano
intrinsecamente sicuri, anzi. Ma proprio perche' non conosciamo tutta la
complessita' dell'evoluzione di un DNA in un ecosistema composto da
tanti DNA interagenti, a me sembra plausibile sia che un gene possa
diffondersi incontrollatamente sia che possa sparire. Non capisco come
da un singolo caso si possa dedurre alcunche'. Dal mio punto di vista,
la ricerca dimostra che quei transgeni sono svantaggiosi in ecosistemi
diversi da quello originale. La qual cosa, non mi toglie il sonno ne' mi
esalta (semmai, mi preoccupa che lo possiamo sapere solo a posteriori). 
Mi spiegate cose'e' che non ho capito, visto che ci hanno 
scritto un nature (e io non ci riusciro' mai)?

a

On Fri, 12 Aug 2005, bussola wrote:
> 
> Figuratevi con quale spirito ho inziato a leggere la notizia. Per�, a
> guardare bene, questa ricerca dimostra un'altra cosa, abbastanza
> iinteressante invece. Ovvero: i transgeni (che c'erano ed era sicuro)
> se ne sono nel frattempo andati.  In pratica si dimostra che anche se
> le piante spontaneee vengono inquinate, il fattore inquinante non
> regge al passaggio delle generazioni, e dopo qualche anno tutto torna
> come prima. 

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