forse è un po' ot, però provo a mettere qui un paio di riflessioni che mi piacerebbe condividere con voi (e sapere cosa ne pensate) sull'intervento di fabio a radiolaser, ma soprattutto sul discorso all'Unione di bush. Vorrei provare ad allargare il discorso alla attuale situazione mondiale Bush ha sostenuto che entro il 2025 gli usa si libereranno dal medio oriente per il Petrolio. Quando ho letto gli strilli che citavano questa frase, ho subito pensato che in realtà significava che il medio oriente non srebbe più stato tale, perché presto srebbe diventata una colnia americana. In realtà nel discorso non parla di appropriazione (non può). Anche se fa ancora accenni al terorismo e alla guerra in Iraq, non parla di presenza territoriale. C'è però un elemento interessante che forse va vallutato: qualche giorno prima del suo discorso è comparsa l'ennesima dichiarazione dal nulla di Al Zarqawi, con minacce relative. Da questo, a me pare che siamo obbligati ad assistere ad una scaramuccia tra poteri forti: quello saudita, quello statunitense, che combattono una guerra impossibile perché utilizzano armi diverse, diametralmente opposte. Altro che guerra fredda. Qui le risorse finanziarie e di materia prima vengon contrapposte alla dominazione dei mercati, alle relazioni internazionali e alle armi. A questo punto, ritornando al discorso di Bush, mi sembra quasi che il presidente americano abbia voluto minacciare gli arabi di togliergli il mercato più importante che hanno. Il messaggio era per loro, non per i cittadini usa, o quelli americani. E ancora per questo motivo non ha nominato le tematiche ambientali, assolutamente secondarie. E persino il nucleare è stato citato in modo secondario. Perché il petrolio non serve tanto a produrre energia produttiva, ma soprattutto energia per il trasporto. A questo riguardo, io non credo, come Fabio, che l'idrogeno possa aiutare. O meglio. L'idrogeno è solo un carrier, dunque il problema della produzione di energia resta. E se non cambiamo prima di tutto il sistema di trasporto, che però è intimamente connesso con il nostro modello di vita) è difficile raggiungere un ideale di mondo ecologico. Insomma, sono passati trent'anni da quando Barry Commoner ha scritto il Cerchio da chiudere e siamo ben lontani dall'aver capito che fare. Anche perché il concetto di risorsa primaria, di ecologia (in senso scientifico, non solo attivista), di network biologico, è sfuggito dalle comunità che più di altre potevano abbracciare queste cose, vale a dire quelle che hanno creato altri network, altrettanto importanti per il pensiero e l'agire politico. A me piacerebbe far scoccare una scintilla, ma non riesco ancora a immaginare come. Anche perché per esempio, qui a Milano, c'è molta inerzia intorno a questi temi. Quasi la propria vita fosse indipendente da tutto ciò che la fa muovere. per ora è tutto ciao
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