>
> sono ignorante in /attrezzismo/, non ho nemmeno idea se sia alto o tardo
> wittgensteinesimo, non ho nemmeno idea di "dove" egli usi quella
> /metafora/ del linguaggio, ma sospetto che anche solo per provare a
> capirlo dovrei leggere l'intero Tractatus come minimo e poi /almeno/
> confrontarlo /dialetticamente/ con le tre critiche di Kant, in
> particolare quella della ragione
>

Il filosofo Ludwig Wittgenstein ha utilizzato la metafora del linguaggio
come una "cassetta degli attrezzi" nel suo testo **"Ricerche filosofiche"**
(*Philosophische Untersuchungen*), che è stato pubblicato postumo nel 1953.
In questo scritto, Wittgenstein introduce l'idea che il linguaggio non sia
una singola struttura uniforme, ma piuttosto una raccolta di strumenti
diversi che vengono usati in modi differenti a seconda delle necessità.

La metafora viene utilizzata nella seguente citazione:

> "Considera gli strumenti in una cassetta da falegname: ci sono un
martello, una tenaglia, una sega, una vite, un cacciavite, un righello, una
colla, chiodi e viti. – Gli usi delle parole sono molteplici quanto le
funzioni di questi oggetti. [...] È così che guardiamo il linguaggio."

(*Ricerche filosofiche*, § 11)

In questo passaggio, Wittgenstein sottolinea la varietà e diversità delle
funzioni linguistiche, opponendosi all'idea di una struttura rigida e
uniforme del linguaggio..

[e poi parlate male di ChatGPT]

G.



On Wed, 8 May 2024 at 10:15, 380° via nexa <nexa@server-nexa.polito.it>
wrote:

> Buongiorno Alessandro,
>
> scusate l'OT (?) ma visto che si parla di linguaggio connesso all'uso
> dei processi di calcolo (che sono quelli usati in tutto il software,
> compresi gli LLM) ho qualche curiosità da /limaferro/ [1]
>
> alessandro marzocchi <alemar...@gmail.com> writes:
>
> [...]
>
> > Bella questione, quella della cassetta degli attrezzi di Wittgenstein,
>
> sono ignorante in /attrezzismo/, non ho nemmeno idea se sia alto o tardo
> wittgensteinesimo, non ho nemmeno idea di "dove" egli usi quella
> /metafora/ del linguaggio, ma sospetto che anche solo per provare a
> capirlo dovrei leggere l'intero Tractatus come minimo e poi /almeno/
> confrontarlo /dialetticamente/ con le tre critiche di Kant, in
> particolare quella della ragione... ehrm
>
> > una volta si parlava di linguaggio artificiale per evidenziare la sua
> > non umanità,
>
> ignoravo il concetto di "linguaggio artificiale" (da _non_ confondere
> con "pianificato" o "costruito", anche se Rabelais si arrabbierebbe):
> https://en.wikipedia.org/wiki/Artificial_language
>
> ha origini nel 17mo secolo e la ratio è quella di sviluppare un
> linguaggio razionale senza le inconsistenze di un linguaggio vivo
> (naturale?) e basato sulla /classificazione dei concetti/.  Quando sono
> stati disponibili i calcolatori - che a classificare sono imbattibili -
> hanno cominciato a usare quelli per sviluppare tali linguaggi, che
> comunque sono /disposable/ e non servono a nulla se non per completare
> l'_esperimento_.
>
> comunque sia, il "linguaggio artificiale" è qualcosa di generato (anche)
> da un computer attraverso software programmato allo scopo: corretto?
> Tale linguaggio ha una applicazione praticamente nulla e non c'entra con
> gli LLM, ovvero non è usato in connessione agli LLM: sbaglio?
>
> con tutto il rispetto trovo più interessante il Klingon (constructed
> language):
> https://en.wikipedia.org/wiki/Klingon_language
> :-D
>
> alla fine della fiera mi pare di capire che nessuna "Intelligenza
> Articifiale" sia in grado di /costruire/ un linguaggio nemmeno mille
> parsec lontano dalla sofisticatezza di qualsiasi "constructed language"
> [2], tipo l'Esperanto, per fare un esempio più serio (?) del Klingon; il
> mondo dei linguaggi costruiti (progettati) è immenso [3], perché la
> linguistica è inseparabile dalla filosofia (e viceversa)
>
> > siamo al metalinguaggio?
>
> no, ma stiamo parlando di meta-linguistica, una "cosa" del tutto analoga
> alla meta-scienza, entrambe ambiti di ricerca che fanno parte della
> metafisica, quindi della filosofia.
>
> > Inoltre, osservazione epistemologicamente meno nobile, gli attrezzi
> > che finora sono stati "bene comune" rischiano di diventare proprietà
> > privata ed ai noi neppure concedono le istruzioni per l'uso.
>
> No, nessuno è mai riuscito ad appropriarsi del _linguaggio_ per mezzo di
> copyright, brevetto o marchio, quello che denunci è un rischio
> insesistente.
>
> Ricordo che nel recente passato ci sono state un paio di /pesanti/ (dal
> punto di vista giuridico) battaglie legali per la "proprietarizzazione"
> delle API (che sono infinitamente meno complesse di qualsiasi
> linguaggio, artificiali compresi) e chi ha tentato ha perso, ne parla
> Eben Moglen qui:
> https://softwarefreedom.org/blog/2022/jan/18/google-oracle-endera/
>
> ...anche se effettivamente ci sono sempre tempo e risorse per rimettere
> in discussione il “fair use for software API declarations”
>
> il resto degli attrezzi "bene comune" si chiama "software libero" e
> giuridicamente è (quasi) del tutto analogo a qualsiasi altra opera
> letteraria [4]
>
> [...]
>
> Saluti, 380°
>
>
> [1] nomignolo dispregiativo che l'amico studente in ragioneria usava per
> prendere in giro il mio alter ego studente perito tecnico, che per i
> primi 2 anni aveva in curriculum una materia che si chiamava
> "Aggiustaggio"
>
> [2] https://en.wikipedia.org/wiki/Constructed_language
>
> [3] io trovo _esilarante_ il tentativo (di chi?) di /classificare/ i
> linguaggi costruiti secondo criteri (pseudo)logici: engelangs,
> artlamgs... https://en.wikipedia.org/wiki/Constructed_language#Overview
>
> [4] con alcune notevoli eccezioni spregevoli, tipo i DRM (Digital
> _restrictions_ management)
>
> --
> 380° (Giovanni Biscuolo public alter ego)
>
> «Noi, incompetenti come siamo,
>  non abbiamo alcun titolo per suggerire alcunché»
>
> Disinformation flourishes because many people care deeply about injustice
> but very few check the facts.  Ask me about <https://stallmansupport.org>.
>

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