--- strategie per la comunicazione indipendente http://www.rekombinant.org/media-activism --- magius wrote:
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strategie per la comunicazione indipendente
http://www.rekombinant.org/media-activism
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inutile dire che mi aspetto almeno un erudito intervento di rattus
su denaro a scadenza e neuropsicologia sovietica.
    

Questo Casilli scriveva qualche giorno fa...e prontamente Rattus gli ha
risposto, ma parzialmente ;-)
Tento, nel mio piccolo, di completare la richiesta casilliana, con questo
bell'articolo da http://www.laleva.cc
***

LEZIONI DI STORIA MONETARIA
 di Silvano Borruso

Se la storia dev'esser maestra di vita, la discussione in corso sul
fenomeno dilagante delle valute sociali di scambio, non può portar molto
lontano se basata su dati di fatto vaghi o addirittura falsi. Volgiamo
quindi lo sguardo indietro di 70 anni, per mettere a fuoco eventi reali
che possano aiutare a evitare gli errori del passato.
Protagonista della nostra storia è il tirolese Michael Unterguggenberger
(1884-1936), borgomastro della cittadina austriaca di Wörgl, nodo
ferroviario nella provincia del Vorarlberg.
Era il luglio del 1932. In seguito a una politica globale deflazionista
mai dovutamente spiegata e falsamente attribuita al collasso della borsa
di New York di tre anni prima, la moneta scarseggiava, le intraprese
chiudevano i battenti e infuriava la disoccupazione. La cittadina di poco
più di 4000 abitanti e dintorni già contava 1500 disoccupati, che
inutilmente si rivolgevano al borgomastro per aiuti che non potevano
venire da nessuna parte.
Però il nostro, ex-meccanico e ferroviere, aveva letto, oltre che Marx e
compagnia, anche il loro antidoto: Die Natürliche Wirtschaftsordnung
(Nuovo Ordine Economico) di Silvio Gesell (1862-1930). Costui, beffandosi
tanto di Marx quanto di Adam Smith, puntava il dito su un disordine
strutturale incredibilmente non individuato durante 26 secoli.
Esiste infatti una contraddizione inerente tra le due funzioni monetarie
di intermediarietà negli scambi e porta valori nello spazio e nel tempo,
ma sopratutto nello spazio. E' evidente che denaro negli anfratti di un
portafoglio o incettato in un conto di risparmio a lungo termine non viene
scambiato e viceversa. Che nessuno prima di lui se ne fosse accorto è un
mistero che non tenterò neanche di cominciare a chiarire. Il fatto è che
Gesell se ne accorse, come si accorse che questa contraddizione fosse
causa storica primaria di crisi economiche e politiche, guerre,
rivoluzioni, lotte di classe, povertà nel bel mezzo dell'abbondanza, in
breve della questione sociale. Alla fine della Grande Guerra, nel 1918, in
una lettera al giornale berlinese Zeitung am Mittag scriveva:
Nonostante le sacre promesse di tutte le nazioni di bandire la guerra una
volta per tutte, nonostante l'urlo delle masse "Mai più guerra",
nonostante le speranze di un futuro migliore, consti quello che dico: se
il sistema monetario attuale, basato sull'interesse semplice e composto,
rimane operativo, oso predire oggi che non passeranno 25 anni prima che
venga un'altra, molto più terribile guerra. Ne vedo lo sviluppo
chiaramente. Il grado dell'attuale progresso tecnologico porterà
rapidamente a risultati industriali da record. La capitalizzazione sarà
rapida nonostante le enormi perdite belliche, e la sovraproduzione
abbasserà il tasso di interesse. Il denaro comincerà ad essere
accaparrato. L'attività economica diminuirà e un numero crescente di
disoccupati vagabonderà per le strade. Come prima, si cercherà di occupare
territorio e fabbricare armi per lo scopo, giustificando l'operazione col
dovere dare lavoro ai disoccupati. Si formeranno movimenti rivoluzionari
selvaggi tra le masse scontente e fiorirà la pianta velenosa dell'estremo
nazionalismo. Le nazioni non si capiranno a vicenda e alla fine non potrà
che scoppiare un'altra guerra.
Il borgomastro dal lungo cognome aveva vissuto in semipovertà le crisi del
1907-08 e del 1912-14, durante le quali aveva contratto la tubercolosi che
lo avrebbe portato alla tomba a 52 anni. Però conosceva il rimedio, e si
mise all'opera.
Dopo un paziente lavoro di avvicinamento e di convinzione presso piccoli
impresari, negozianti e professionisti di Wörgl, il 5 luglio lesse ad alta
voce il suo programma di soccorso per ristrettezze economiche:
La causa principale del barcollo dell'economia è la bassa velocità di
circolazione della moneta. Come intermediaria di scambi, la moneta
progressivamente sparisce dalle mani dei lavoratori. Filtra invece negli
alvei dove scorre l'interesse, finendo con l'accumularsi nelle mani di
pochi, che non la riversano sul mercato per acquistarvi beni e servizi. La
trattengono invece per specularvi su.
Il municipio emise quindi la sua moneta. La chiamò Bestätigter
Arbeitswerte o Certificati di Lavoro con un valore alla pari con lo
scellino ufficiale, ma con una differenza capitale: ogni certificato per
1, 5 e 10 scellini, pur mantenendo un potere d'acquisto stabile, scadeva
dopo un mese dalla data di emissione, a meno di non rinnovarne la validità
applicandogli su un francobollo del valore dell'1% sul nominale,
acquistabile in municipio. Questo, da parte sua, avrebbe accettato i
certificati in pagamento di imposte.
Chi non voleva spendere, poteva mantenere il valore dei suoi certificati
depositandoli in banca, a 0% interesse. Al contrario, la banca non vedeva
l'ora di sbarazzarsene per non dover pagare la tassa di magazzinaggio. E
se ne sbarazzava o prestando a chi voleva investire o pagando salari e
servizi.
Chi poi voleva cambiare certificati in scellini ufficiali poteva farlo in
qualsiasi momento, con uno sconto del 5% sul valore nominale. Così non si
trattava di moneta "alternativa", ma "complementare". Nessuno era
obbligato ad accettarla, neanche lo scassinatore che nottetempo trafugò
moneta ufficiale lasciando intatti i certificati trovati nell'abitazione
dove era penetrato.
In tutto, il municipio fece stampare biglietti per un valore di 32 000
scellini, ma in pratica ne usò meno di un quarto. La circolazione
raggiunse una media di 5300 scellini, cioè un irrisorio due scellini o
meno a persona, che però procurarono lavoro, redditi e profitti ai
cittadini di Wörgl più di quanto facessero i 150 scellini a persona emessi
dalla Banca Nazionale. Come aveva predetto Gesell, la velocità di
circolazione era l'importante: cambiando mani circa 500 volte in 14 mesi,
contro le 6-8 volte della moneta nazionale, i 5 000 scellini di
certificati di Wörgl fecero muovere beni e servizi per ben due milioni e
mezzo di scellini. Il municipio, con le casse continuamente riempite da un
lato e svuotate dall'altro, construì un ponte sul fiume Inn, asfaltò
quattro strade, rinnovò le fognature e le installazioni elettriche, e si
permise anche di costruire un trampolino per salto con sci. Per avere
un'idea del potere di acquisto, basta sapere che lo stipendio del
borgomastro era in quella data di 1 800 scellini mensili.
Al principio alcuni ridevano, altri gridavano alla frode o sospettavano
contraffazione. Ma vedendo che i prezzi non aumentavano, che la prosperità
cresceva e che le tasse venivano pagate in anticipo e immediatamente spese
per lavori e servizi pubblici, i ghigni si trasformarono ben presto in
espressioni di stupore e i lazzi in voglia di imitazione. La vicina
Kitzbühel, famosa stazione sciistica, aveva prima cominciato ad accettare
i certificati di Wörgl, e il 1 gennaio 1933 emesso 3 000 scellini di
certificati suoi propri. Circa 300 000 cittadini della provincia non
vedevano l'ora di estenderne l'esperimento.
Però Mammona non dormiva. Unterguggenberger non aveva usato il nome
"certificato" per niente: sapeva che se si fosse azzardato a chiamarli
"moneta" sarebbe incorso nelle ire della Banca Nazionale l'indomani
stesso.
Nel frattempo Wörgl era diventata il centro di pellegrinaggi da parte di
macroeconomisti di tutte le tendenze e colori. Tutti volevano vedere "il
miracolo" della prosperità locale che sfidava la miseria e disoccupazione
globali.
Il 19 agosto del 1932 il Dott. Rintelen, membro del Governo, riceveva una
delegazione capitanata dal borgomastro. Durante l'incontro dovette
ammettere che la Banca Nazionale aveva ridotto l'emissione di moneta da
una media di 1 067 milioni di scellini nel 1928 a una di 872 nel 1933. E
chiaramente vide che i certificati facevano senso e che non c'era ragione
per interrompere l'esperimento.
Mammona però aveva i suoi "scienziati" alla Banca Nazionale, intenti a
"provare" che l'esperimento doveva essere proibito. Ecco le ragioni
"scientifiche" della proibizione:
Benchè l'emissione di certificati di lavoro sembri avallata al 100% da una
quantità equivalente di moneta ufficiale austriaca, le autorità
sovrintendenti, cominciando dall'area amministrativa di Kufstein fino
all'ufficio governativo del Tirolo, non devono permettersi di sentirsi
soddisfatte. La cittadina di Wörgl ha ecceduto i suoi poteri, dato che il
diritto di emettere moneta in Austria è privilegio esclusivo della Banca
Nazionale, come per art. 122 del suo statuto. Wörgl ha violato quella
legge.
La proibizione entrò in forza il 15 settembre 1933, però Wörgl appellò. Il
15 novembre il caso raggiunse la Corte Suprema, che manco a dirlo cassò
l'appello mettendo così fine all'esperimento.
La storia di Wörgl è nota nei suoi particolari grazie a Fritz Schwartz,
testimonio oculare che ne scrisse i particolari in un libro pubblicato nel
1951. Tre anni prima un esperimento meno noto, però non meno riuscito,
aveva avuto luogo a Schwanenberg, in Germania. Un certo Dr Hebecker,
padrone di una miniera di carbone, stava per chiudere i battenti. Disse ai
suoi impiegati che aveva carbone, ma non denaro. Sarebbero stati disposti
ad accettare il 90% del salario in moneta propria chiamata Wära e
redimibile in carbone? Non c'era tanta scelta. Anche il Wära aveva una sua
tassa di magazzinaggio che ne favoriva la circolazione rapida, ma
purtroppo non ebbe un cronista come Schwartz. Quello che si sa è che
Mammona, nelle vesti del Cancelliere Heinrich Brüning (1885-1970) non
perdette tempo a cassare Schwanenberg e a passare decreti-legge di
emergenza che ancora oggi proibiscono l'emissione di qualsiasi moneta non
ufficiale.
Tornarono la disoccupazione, la miseria e la fame. Nelle Bierhallen
bavaresi un oscuro immigrante austriaco cominciava a farsi notare. Si
chiamava Adolf Hitler. E' impossibile affermare -o negare- che il secondo
conflitto mondiale sarebbe stato evitato solo con il permettere la
continuazione di Schwanenberg and Wörgl. Il dato di fatto è che furono i
voti dei disoccupati a portare Hitler al potere.
Non si creda che Mammona fosse all'erta solo nei due luoghi descritti. Il
24 maggio del 1933 Unterguggenberger aveva tenuto una conferenza davanti a
1000 persone in Winterthur, nella superdemocratica Svizzera. Per il 3
settembre l'Associazione per una Economia Libera lo aveva invitato a
ripeterla, ma ecco che Mammona, nella veste del Procuratore di Stato, gli
negò il visto di entrata. Meraviglie della libertà di espressione!
Lezioni per il presente

Tutta l'informazione di cui sopra sarebbe rimasta sepolta in libri e
riviste più o meno ammuffiti se il miracolo dell'Internet non l'avesse
portata all'aria libera davanti a milioni di ricettori, e per di più in
tempo reale. E' un dato di fatto che l'interesse per le valute sociali è
ormai globale, e inarrestabile. E' importante quindi avere idee chiare
circa le ragioni dei successi e dei fallimenti del passato.
I successi dei due esperimenti sono innegabili, ed è inutile ripeterli.
Sono quattro le ragioni per il loro fallimento.
La ragione prima del fallimento fu l'ostilità aperta di Mammona, sulla
quale vale la pena soffermarsi. La Grande Guerra aveva tolto tutte le
illusioni che potessero esser rimaste circa il sistema aureo, col suo
preteso collegamento tra la moneta e i metalli preziosi. Mammona forzò il
ritorno al sistema aureo nel 1925, causando il grande sciopero generale
del 1926 e l'abbandono del sistema da parte della Gran Bretagna, seguita
da un paese dopo l'altro.
Come Gesell aveva predetto per fine e per segno, era questione di tempo
prima che scoppiasse un'altra guerra, e così fu.
A Bretton Woods si arrivò dopo lunghe trattative a un accordo, che non
fece che sostituire il dollaro USA all'oro, forzandone l'uso come valuta
di riserva. Per evitare una nuova crisi, John Maynard Keynes (1883-1946)
escogitò il sistema di spesa deficitaria come stimolante dell'economia. A
breve termine la cosa funzionò, ma c'era già chi gli chiedeva cosa sarebbe
successo a lungo termine. Da buon economista, Keynes rispose evasivamente:
"A lungo termine saremo tutti morti". Certo. Però a 60 anni di distanza
non c'è bisogno di esser un genio per accorgersi del danno enorme che la
svalutazione furtiva della moneta continua a causare: il dollaro USA
compra oggi quello che compravano 10 centesimi mezzo secolo fa, e il
franco svizzero, che si vanta di essere la moneta più stabile del mondo,
compra quello che compravano 20 centesimi.
E' vero che de mortuis nil nisi bonum, però è difficile esonerare l'uomo
col pretenderne l'ignoranza. I lettori possono servirsi dei seguenti due
dati di fatto.
Keynes aveva letto Gesell, tanto da citarlo nella sua Teoria Generale come
segue: "Il futuro apprenderà più dallo spirito di Gesell che da quello di
Marx". Non si sa se a Bretton Woods ne avesse proposto anche la teoria o
no.Keynes otteneva un reddito personale non disprezzabile con la
speculazione. Lo faceva prima di colazione, con un paio di telefonate ai
suoi agenti di cambio.Nonostante ciò, ha avuto il merito di prolungare l'intervallo tra una
crisi e l'altra da 20-25 a 60-? anni. Siamo quindi al lumicino, e sembra
urgente entrare in azione.
Mammona ebbe ragione su Hebecker e Unterguggenberger semplicemente perchè
non esisteva Internet. Oggi basterebbe che le forze esistenti in favore
delle valute sociali attuino contemporaneamente, senza neanche bisogno di
farlo in maniera uniforme, per sconfiggere Mammona riducendolo da padrone
a servo dell'economia.
La seconda ragione del fallimento fu (meglio, sarebbe stata) l'1% mensile
di commissione di magazzinaggio, ammontante al 12% annuale. Gesell aveva
proposto un 5,2% annuale, cioè l'uno per mille per settimana. Gli uomini
d'affari di Wörgl accettarono la cifra a malincuore proprio perchè non
esisteva un'alternativa. Il fattore critico è il giusto mezzo tra il
rigetto completo, che occorrerebbe con una percentuale di poco più del
12%, e la tentazione di accaparrare, che occorrerebbe con una percentuale
di meno del 3%. Qui sono opportune due considerazioni.
Una: l'imposta di magazzinaggio è caratteristica essenziale per il
successo di una valuta sociale. Dove questa non si è applicata, il sistema
ha funzionato a termine corto, per illanguidirsi e morire a lungo termine.
Due: il fallimento del sistema fu clamoroso negli Stati Uniti, colà
esportato dall'insigne (?) economista Prof. Irving Fisher (1867-1947).
Costui propose un mostruoso 2% per settimana, o 104% annuale. Il rigetto
fu quindi istantaneo e totale. Se lo fece per ignoranza o apposta per
gettar discredito sul sistema non ci è dato saperlo. Ciò che si sa è che
il presidente Roosevelt non tardò molto a seguire la scia di Brüning nel
proibire valute sociali anche negli USA.
La terza ragione fu l'aver fissato il valore dei certificati a quello
dello scellino ufficiale. Perchè una moneta abbia potere d'acquisto
costante, è necessario che abbia anche misura di valore costante. I
certificati di Wörgl non l'avevano. Questo valore potrebbe essere quello
del potere d'acquisto conosciuto di una certa moneta nel tempo (il dollaro
del 1970 ecc.) o un indice di prezzi di un certo numero di prodotti base o
di oggetti di prima necessità, ecc. Il che vuol dire che una data valuta
sociale vedrebbe la moneta ufficiale progressivamente svalutarsi rispetto
ad essa: gradualmente in tempi ordinari, catastroficamente in tempo di
crisi.
La quarta e ultima ragione fu il tempo di attuazione. Il luglio del 1932
era già tardi. La disoccupazione scese, ma non del 100%. Le piccole
industrie già chiuse non riaprirono: solo quelle che erano ancora aperte
ebbero nuove prospettive di vita, ridando lavoro al 25% dei disoccupati.
Ecco perchè sarebbe bene non aspettare il collasso del sistema prima di
varare un progetto di valuta sociale.
In fine si dica una volta per tutte che la ragione ultima -e centrale- per
progetti di questo tipo è risolvere la questione sociale con uno strumento
pacifico e alla portata del popolo senza interventi burocratici di alcun
tipo. E' questione di mettere la fionda di David nelle mani di chi può
capire. Chi vivrà, vedrà.
______________________

Bibliografia

Bernard Lietaer: The Future of Money. Century, London 2001

Margrit Kennedy: Inflation and Debt Free Money, 1995

www.sunshinecable.com/~eisehan



Cenni biografici dell'autore

Nato a Palermo nel 1935.

Laureato in Scienze Agrarie nell'Università di Catania nel 1957.

Dal 1960 risiede in Kenya, dove insegna lingua, etica/religione e scienze

Pubblicazioni:

The Art of Total Living, Paulines Publications Africa 1996

The Art of Thinking, 1998

El Evolucionismo en Apuros, Criterio Libros, Madrid 2001

Pena de Muerte, 2002

Traduzioni

St Augustine's De Ordine, Consolata Institute of Philosophy, Nairobi 1997

Aquinas' Entity and Essence, 1997

St Augustine's The Confessions, Paulines Publications Africa 2002

Silvano Borruso

[EMAIL PROTECTED]

20 giugno 2002





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Rekombinant   http://www.rekombinant.org

  
[a21] A Guardiagrele, la moneta del popolo

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From: Lorenzo Salvadorini

Subject: [a21] A Guardiagrele, la moneta del popolo

Date: Sat, 15 Jun 2002 04:51:21 -0700


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From: Andrea Benetton <[EMAIL PROTECTED]>

Un altro mondo è possibile: a Guardiagrele

L'esperimento monetario di Guardiagrele

Guardiagrele, un tranquillo paese di appena 10.000 anime alle pendici
della Majella, maestosa montagna abruzzese, in questo storico ultimo
anno del secondo millennio, sta vivendo un capitolo di grande
importanza della sua storia e di quella della moneta intesa come
mezzo di scambio.

I protagonisti sono abitanti e commercianti del paese e di alcuni
centri vicini, e Giacinto Auriti, già professore universitario di
teoria del diritto, che ha scoperto una mostruosa incongruità
nell'attuale ordinamento economico e monetario. Dice, infatti, che il
valore della moneta, non è intrinseco ma si basa solo sulla fiducia
posta in essa dalla gente che la accetta come mezzo di scambio.
Quindi, al momento della sua emissione questa moneta, che rappresenta
il controvalore della produzione di noi tutti, non è, secondo Auriti,
proprietà della Banca, da emettere contro una promessa di ripagarla,
ma dovrebbe al contrario essere emessa ed accreditata, senza alcuna
contropartita, sul conto dei cittadini.

Visto però che le sue spiegazioni non fruttavano niente, che la sua
denuncia contro la banca centrale per truffa contro i cittadini non
veniva presa sul serio e che neanche un disegno di legge al vaglio
del parlamento smuoveva la situazione, il professore ha deciso di
avviare un esperimento dimostrativo, per provare appunto il concetto
del valore indotto, un valore assegnato alla moneta dalla fiducia
degli utenti.

Detto fatto, Auriti ha coniato il termine "Simec" per la sua moneta.
Questo "Simbolo ecometrico di valore indotto" è stato messo in
circolazione nella cittadina di Guardiagrele e nei centri vicini nel
mese di luglio ed ha presto raggiunto una notevole diffusione, con
settanta negozi convenzionati e centinaia o addirittura migliaia di
utenti, pare tutti soddisfatti.

La prova dell'efficacia dell'esperimento? I simec funzionavano così
perfettamente che molti commercianti non aderenti al sistema si
vedevano presto senza clienti. Da qui una valanga di esposti contro
il professore ed una azione quasi "di guerra" di sequestro dei simec
in circolazione, che ha impegnato ben 120 fra carabinieri e
finanzieri. L'ordine di sequestro era partito dal tribunale di Chieti
e dopo l'intervento delle forze dell'ordine, cittadini e commercianti
si trovavano, come ha detto Auriti in un'intervista, all'improvviso
senza sangue, cioè senza liquidità. Buio pesto, rabbia e disperazione.

Ma il 31 agosto 2000, in una decisione che possiamo definire storica,
il tribunale del riesame di Chieti ha disposto il dissequestro, ha
dato ragione al professore ed ai suoi che sostenevano che era tutto
legale.

L'esperimento continua? Pare di sì. Prima di ripartire, si attende
comunque la sentenza scritta, per conoscere i ragionamenti del
tribunale.

Certamente Auriti ha già ottenuto un traguardo importante, quello di
portare la sua idea alla conoscenza del paese. Perfino la Lega Nord
si sta interessando all'esperimento dei simec

Non solo la Lega si sta svegliando. Dal mondo intero i riformatori
monetari guardano l'esperimento del professor Auriti con interesse e
con una certa trepidazione. Andrà a buon fine? La banca centrale si
convincerà alla luce dei fatti? Si potrà imitare questo esperimento
in altri paesi? Una cosa è certa. Urge una riforma seria del sistema
economico/monetario e sociale. Le idee non mancano; hanno però il
problema di non trovare spazio nei cosiddetti mezzi di informazione.


Breve storia del Simec

Guardiagrele Anno 2000

Aprile/maggio - Preparativi, sperimentazione scientifica e
costituzione del Comitato Sindacale Antiusura per la creazione della
carta-moneta di proprietà del cittadino: responsabile unico, il
Segretario Generale Giacinto Auriti.

Giugno/luglio - Vengono stampati, in diecine di migliaia di
esemplari, sette tagli diversi (lo stesso numero degli Euro),
bicolori, con relativi numeri di serie ad inizio della lettera A:
500 - 1.000 - 2.000 - 5.000 - 10.000 - 50.000 - 100.000 per un
importo complessivo di 168.500. Nel dritto è riportato, sulla
sinistra, il contrassegno rappresentato dal Simbolo Econometrico Di
Valore Indotto con la clausola: marchio registrato - riproduzione
vietata. Sulla destra, superiormente alla cifra, il relativo numero
romano ad eccezione del taglio da 500 che, nell'esagono riporta
l'intera cifra. Al centro, con scritta in nero, la proprietà della
moneta e la specifica dell'emissione firmata dal Segretario Generale
del Sindacato Antiusura Giacinto Auriti. Al retro, identica per tutti
i tagli, l'immagine di un focolare acceso sormontato da una croce, il
valore in lettere e, in un rettangolo sottostante, il richiamo del
simbolo accettato dai vari Comuni convenzionati con i tre articoli
della Costituzione italiana. Per la seconda volta (dopo la sterlina
inglese) in una moneta, un ulteriore elemento di garanzia: in
aggiunta alla filigrana, contro eventuali falsari, è rappresentato
dalla soprastampa a caldo, in argento, dello stemma-simbolo con il
recente sistema dell'ologramma. Infine, nella bordatura colorata
inferiore, la scritta latina NON BENE PRO TOTO LIBERTAS VENDITUR AURO
(non è bene vendere la libertà per tutto l'oro del mondo).
Martedì 11 luglio - Un primo quantitativo di Simec viene ritirato
dall'Istituto tipografico e mostrato ai soci del Sindacato. Si
concretizzano gli accordi con la distribuzione delle vetrofanie per
gli operatori che aderiscono alla vendita.
Fine luglio - Il passaparola popolare e la stampa locale si
impadroniscono della operazione commerciale; il potere di acquisto
rispetto alla lira raddoppia. Il successo prende alla sprovvista gli
stessi autori e Guardiagrele si anima all'inverosimile. La
Magistratura prende atto del fenomeno, ma non interviene. La Guardia
di Finanza effettua un controllo da cui risulta tutto regolare.
Domenica 6 agosto - Festa del Patrono e Mostra dell'Artigianato.
Dall'intero Abruzzo e dall'Estero si moltiplicano le presenze. Dalle
39 attività commerciali di luglio si giunge alle oltre 70 con il
coinvolgimento delle due Province di Chieti e L'Aquila. Alcuni tagli
della "moneta del popolo" vengono esauriti. Inizia l'emergenza ed in
Piazza S. Maria Maggiore, alla cassa di "Casa Auriti" si alternano
giovani volenterosi che accettano prenotazioni di ulteriori tagli al
momento mancanti. La Guardia di Finanza torna a fare dei controlli.
Tutto regolare.
Giovedì 10 agosto - Il sole tramonta alle ore 19 e 19 ed il
professore, don Giacinto per i guardiesi, attorniato dai compaesani,
concede interviste sulla operazione finanziaria. Le sue frasi
ricorrenti sono: finalmente il denaro è del cittadino, e non di chi
lo stampa - il suo valore è dato da chi lo usa e non da chi lo mette
in circolazione - e per concludere, con l'Arte l'Italia può vendere
il Bello.
La richiesta numismatica di collezionisti, da varie parti d'Italia e
dall'Estero, aumenta a vista d'occhio.
Dopo il ferragosto guardiese - Da alcune regioni d'Italia giungono
rappresentanti comunali e di categorie commerciali interessati alla
esperienza monetaria. Lettera aperta del prof. Auriti con le firme di
oltre 1000 cittadini per il dissequestro della "moneta auritana".
Iniziano contatti politici per una interpellanza parlamentare alla
riapertura delle Camere. Lettera aperta al Clero (diretta a Vescovi e
Cardinali) in difesa della "MONETA DEI POVERI" perché diventi
la "MONETA DEL GIUBILEO" che così conclude: Quando la moneta era
d'oro, non era possibile attribuirla gratuitamente all'atto
dell'emissione per l'alto costo dell'oro. Oggi, con i simboli di
costo nullo, non solo è possibile, ma doveroso, per sollevare
l'umanità dal signoraggio della grande usura. Siamo certi che la
moneta emessa dalla Chiesa sarebbe certamente conforme al grande
evento del Giubileo. E saranno favorevoli anche tutte le religioni
notoriamente schierate contro l'usura, in una visione sostanzialmente
ecumenica.


Intervista a Giacinto Auriti di Dino Granata

Giacinto Auriti, 77 anni il prossimo mese d'ottobre, ex docente di
quattro cattedre di Giurisprudenza. Cofondatore dell'Università di
Teramo. Diverse pubblicazioni in materia giuridica. In questa lunga
intervista ci parla del suo progetto monetario "alternativo". La
Guardia di Finanza ha eseguito degli accertamenti a scopo
cautelativo. Ma non c'è dubbio, fa intendere il "vecchio" professore,
che questo progetto se reso operativo, potrebbe mettere in
discussione l'intero sistema economico mondiale. E' stato lo scopo
unico di un'intera vita di studi, sacrifici ed incomprensioni. Un
progetto al quale, partendo dalla dottrina sociale della chiesa, ha
lavorato ininterrottamente per oltre trent'anni. Adesso Auriti, con
una nomination al Nobel per l'Economia, lo ha trasformato in un fatto
concreto ed operativo. Come laboratorio di partenza il professore ha
scelto il suo paese, Guardiagrele, quindicimila anime ai piedi di
un'imponente massiccio roccioso proprio nel cuore dell'Abbruzzo.

Prof. Auriti la Guardia di Finanza ha sequestrato i simec da Lei
messi in circolazione. Perché?

Perché c'è un provvedimento della procura della repubblica che ha
ordinato il sequestro dei simec, e hanno portato come giustificazione
la violazione delle norme bancarie, che sono norme ridicole, un
provvedimento assolutamente infondato perché noi abbiamo dimostrato
che è valore indotto e non valore creditizio. Abbiamo esercitato un
diritto come a detto Bruno Tarquini, procuratore generale di
Cassazione scrivendo la sua relazione sulla materia ad un congresso
tenutosi all'università. Il titolo è questo, "I simec: legittimità
costituzionale e legislativa dell'induzione giuridica". Quindi si può
fare.

Che motivazione daranno all'operazione di sequestro?

Questo è un sequestro preventivo direi cautelativo, perché non c'è
un'imputazione di reato. Dovranno dimostrare che noi nel pieno
rispetto dall'articolo 42 della Costituzione e delle leggi italiane
abbiamo commesso qualche reato. Sarebbe veramente assurdo tutto ciò.
Anche perché noi abbiamo fatto tutto alla luce del sole.

Che cosa succede adesso a Guardiagrele?

E come se ci avessero tirato il sangue. La liquidità sul mercato è
come il sangue. Questo blocco improvviso della nostra liquidità è un
fatto grave, i miei concittadini, i commercianti, si troveranno
presto sull'orlo del fallimento, quindi dal paradiso sono precipitati
nell'inferno per il provvedimento di un magistrato che, cosi facendo,
sta di fatto uccidendo un paese. Un paese che era chiamato la piccola
Svizzera, che era rinato perché tutti entusiasti dell'iniziativa. Ora
è precipitato nell'impossibilità di pagare, perché se tu hai la
moneta e te la tolgono e come se togliessero il sangue dal mercato.
Io sono indignato per questo.

Non crede che tutto ciò abbia dei risvolti positivi, ciò è una
maggiore legittimazione e attendibilità per il suo progetto?

Certo. Comunque noi gli risponderemo per le rime, perché noi abbiamo
ragione da vendere. Noi abbiamo avuto un magistrato che non è
informato sul valore giuridico del Simec.

Dopo anni di teoria e di studio Lei era riuscito a rendere operativo
un progetto che lo stesso sindaco di Guardiagrele l'aveva definito
una Rivoluzione copernicana. Ci sarà da parte sua un nuovo tentativo?

Questa è una rivoluzione che non si ferma più per una ragione molto
semplice: perché è vera. E poi perché è scientificamente
inconfutabile. La moneta deve essere di proprietà del popolo non
della banca, oggi la banca emette la moneta prestandola ai cittadini;
siccome prestare è una prerogativa del proprietario, si appropria il
valore monetario creato dai cittadini, quindi deve accreditare; e
allora questo principio è talmente forte è talmente valido che
nessuno lo può contestare. Sembra utopia ma non è utopia. Sul piano
scientifico l'utopia non esiste. Se ti avessero detto un secolo fa
che si andava sulla luna l'avresti preso per matto. La stessa cosa il
principio della proprietà popolare della moneta. Dunque, noi da
questo punto di vista siamo tranquilli, superata questa fase del
sequestro, che noi consideriamo un episodio meramente marginale
rispetto alla logica della scuola che noi stiamo portando avanti sul
piano della moneta. Be superato questo, si affermerà in tutto il
mondo perché i popoli preferiranno essere proprietari piuttosto che
debitori dei loro soldi. Oggi tutti i popoli sono poveri perché hanno
un debito pari a tutto il loro denaro, perché all'atto dell'emissione
la banca centrale emette moneta solo prestandola, mentre dovrebbe
accreditarla e non addebitare. Ecco, questo è quello che noi
sosteniamo.

Il comune di Guadiagrele è stato reso famoso grazie a Lei per questo
motivo, anche se l'amministrazione non ha preso parte all'iniziativa.
I comuni di tutta Italia possono entrare nel merito di un "sistema
monetario autonomo"?

Eccome! Lo abbiamo scritto sulla moneta simec, ossia Simbolo
Econometrico convenzionalmente accettato nei comuni collegati e
collegabili a norma della legge che collega i comuni per scopi
sociali. Non solo, lo abbiamo detto anche nella scritturazione
apposta sul simec, noi abbiamo affermato che questo è emessa in
attuazione del secondo comma dell'articolo 42 della costituzione che
sancisce l'accesso alla proprietà per tutti. Quindi è la costituzione
che dice di creare un diritto della persona con contenuto
patrimoniale, e il contenuto patrimoniale noi lo creiamo con i simec,
quindi non diamo come contenuto economico beni di consumo o beni
programmati dai vertici politico economici come nei paesi socialisti,
ma diamo ai cittadini il denaro per comprarli, in modo che il
cittadino quando spende sceglie i beni che vuole consumare. Ecco il
principio della proprietà popolare della moneta che è il reddito di
cittadinanza. E questo significa anche rispettare le linee della
dottrina sociale della chiesa; ad esempio la "Renum Novarum"
essenzialmente si basa su due parole: tutti proprietari. E noi lo
facciamo con i simec perché sono diventati moneta locale, quindi
hanno valore indotto, e allora diamo al cittadino il denaro per
comprare quello che vuole.

Cosi fosse, il progetto monetario da Lei concepito è destinato ad
estendersi a macchia d'olio non solo in Italia ma in tutta Europa?

Infatti! Anche in America ne parlano. Mi ha telefonato un'Agenzia
giornalistica americana, perché anche loro vogliono essere
proprietari dei dollari che oggi appartengo alla Federal Reserve
Bank, come il popolo inglese vorrà la proprietà della Sterlina che
appartiene alla Banca d'Inghilterra fino ad arrivare ad un principio
universale: ogni popolo proprietario della sua moneta, per rispondere
così alla globalizzazione.

Come lo spiega alle Società per Azioni che battono moneta?

Be questo e lo stesso linguaggio che uno può avere col cane che non
vuole mollare l'osso. Hanno senza averne il diritto la proprietà
della moneta che hanno usurpato con l'avvento dello Stato
costituzionale. La cosa più grave che è successa con la rivoluzione
francese è stata la moneta nominale, e la Banca di Francia, che è
stata la malattia che ha poi invaso tutto il mondo perché hanno tolto
la sovranità monetaria al potere politico, per darla al vertice delle
alte logge che noi ben conosciamo. E allora, in questa situazione noi
vogliamo contrapporre alla proprietà di banca la proprietà di popolo.
Ecco perché tutti i popoli sono con noi; noi gli facciamo una domanda
elementare: volete essere proprietari o debitori dei vostri soldi?
All'atto dell'emissione la banca d'Italia stampa e presta mentre deve
stampare e accreditare. Quando stampa e presta carica il costo del
denaro del 200 per cento, quindi fa usura.

Come lo avete definito questo progetto?

Lo abbiamo chiamato "Democrazia Integrale" perché la parola
democrazia vuol dire sovranità al popolo. Questo a noi sta bene, però
il popolo deve avere la sovranità monetaria, cioè la proprietà della
moneta all'atto dell'emissione, altrimenti il popolo sarà costituito
solo di camerieri dei Banchieri.

Sta subendo pressioni personali data la delicatezza dell'argomento?

No, devo dire di no, l'unica cosa che sto costatando e che prendono
questi provvedimenti cosi, senza alcuna logica. Questo di per se è
molto strano. Però sa una cosa?

Cosa professore?

Ho avuto una soddisfazione morale, quando è andata via da casa mia la
Guardia di Finanza, ho notato che c'era tutto il popolo in piazza.
C'è stato uno scroscio d'applausi che mi ha veramente commosso, E
questo sa perché? Perché coi simec gli ho raddoppiato la pensione. E'
venuto anche un giornalista a vedere com'è la realtà. Be, uno gli ha
detto, "guardi io prendo settecento mila lire di pensione il mese,
prima non campavo, ora invece campo bene. Capisce? La gente ha
toccato con mano, tutto qui. Noi vogliamo solo attuare l'articolo 42
della costituzione che avrebbero dovuto attuarla i governi che si
sono succeduti e la Banca d'Italia. E quelli non l'hanno fatto,
perché a chi ha la pancia piena poco importa di chi ha la pancia
vuota.

Scusi professore, non vorrei entrare nel merito della sua teoria ma
può spiegarci come funziona?

Il cittadino viene e cambia il simec alla pari con la lira. Poniamolo
cosi: uno deposita centomila lire e prende in cambio centomila simec.
I centomila simec in mano alla persona che effettua il cambio
diventano duecentomila cioè il doppio, perché il simec per
convenzione vale il doppio della lira, e siccome lui l'accetta e
accetta anche di partecipare alla convenzione nasce un valore
convenzionale che non ha riserva. Il simec è senza riserva: come il
francobollo d'antiquariato.

Si spieghi meglio

Il cittadino va dal commerciante a fare la spesa e quest'ultimo
accetta i simec per il doppio perché vale il doppio. Quando vengono
da me a fare il cambio, io li cambio per il doppio, perché tutti
quanti lo accettano per il doppio.

E la differenza chi la paga?
Qualcuno afferma che non ho i soldi per fare fronte poi al pagamento
della differenza. Ma il simec non è una cambiale con la quale si
estingue un pagamento. La cambiale si paga e poi si strappa, il simec
invece resta in circolazione perché ha già un valore. Se io non pago
la cambiale sono inadempiente. Invece io le monete le cambio, ma non
è l'obbligo di un debitore, è solo l'obbligo di chi cura una
convertibilità punto e basta. La stessa cosa potrebbe essere con i
dollari: supponiamo un cheque, se io non ho le lire sufficienti,
effettuo il cambio per metà in lire e per metà in dollari e la stessa
cosa vale per i simec, perché i simec sono già un valore indotto,
cioè ho in mano il valore monetario, cambio la parte che gradualmente
posso cambiare. E allora cosa avviene, che per effetto della velocità
di circolazione, che potremmo definire come una dinamo, arrivo a
cambiare rapidamente al doppio. Cioè quanta è la velocità tanta e
l'energia (valore) prodotta. Le banche funzionano cosi, solo che lo
fanno col 10 e anche col 15 per cento. Io lo faccio al 50%.

Che significa?

Significa che la banca con il 10% 15% tiene fronte ad un'esposizione
debitoria del cento per cento. A me quello che interessa è la
convertibilità, cioè quello che è avvenuto qui a Guardiagrele.

Che differenza c'è tra valore indotto e valore creditizio?

Il valore indotto è creato dalla convenzione, il valore creditizio è
commisurato al valore del bene oggetto del credito.
Avete stabilito dei giorni per la convertibilità? No, chi viene da
noi lascia le lire e prende i simec, lascia i simec e ritira i soldi,
e questo avviene continuamente, tutti i giorni.

Come reagisce la gente?

La gente è entusiasta perché qui è rinata Guardigrele. Quando è
entrato sul mercato il valore indotto del simec è ritornato il sangue
nell'economia.

E i commercianti?

I piccoli commercianti sono rinati. La gente invece di andare negli
Ipermercati va dai piccoli negozianti a comprare. Tanto che la grande
distribuzione se ne accorta subito, eccome, perchè hanno visto calare
le vendite.

Visto lo spirito con il quale nasce, l'iniziativa è rivolta solo ai
piccoli commercianti, o all'intero organismo produttivo?

Solo per piccola e media impresa, perché per la grande distribuzione
e le multinazionali, noi non siamo disponibili, e l'ho detto subito.
Io voglio salvare la piccola e media impresa che è strozzata da
questo mondo di grande capitale che basa, come noi sappiamo, sulla
moneta-debito emessa dalle banche centrali. Questo noi l'abbiamo
dimostrato nelle Università.

Che cosa farete adesso?

Aspettiamo fiduciosi perché noi abbiamo dalla nostra la legge. Per
adesso l'importante è stato rompere il ghiaccio, e abbiamo dimostrato
che senza avere riserva possiamo creare convenzionalmente valore
indotto. E come un francobollo d'antiquariato. Inoltre il simec può
essere abbinato alla lira. Quindi non c'è incompatibilità tra la lira
e il simec. Anzi aumenta il potere d'acquisto nostra moneta. E
siccome e valore convenzionale, e prodotto interno lordo.
A breve terrete qualche manifestazione?

Si, ci sarà presto una riunione con tutti i sindaci d'Italia.

Tema?

Il reddito di cittadinanza.

Per chi volesse approfondire l'argomento Giacinto Auriti mette a
disposizione ulteriori informazioni al sito:
<http://www.calneva.com/money/italy/lire-1i.htm>


Una verità che scotta
Dal periodico "l'Informazione del Collezionista" n.16 Giugno-Agosto -
2000
di Augusto Ferrara

Nella silenziosa calura del post-ferragosto di questo anno giubilare,
il titolo potrebbe dare adito a varie interpretazioni: il caldo,
conseguenza del solleone, i piromani nei boschi, i drammi quotidiani
dei giovani e meno giovani sulle strade che amareggiano il più;
intenso e lungo periodo vacanziero dell'anno.
Niente di tutto questo: si tratta di una rivoluzione monetaria che
parte verso la metà del luglio 2000 da Guardiagrele, in Provincia di
Chieti, una delle città più; interessanti d'Abruzzo, abitata da circa
10.000 guardiesi, ricca di storia, arte ed artigianato, distesa su un
colle ai piedi della Maiella e sede dell'omonimo Parco Nazionale.
La piazza centrale è dominata dal più; importante monumento
cittadino, il Duomo di S. Maria Maggiore, e delimitata dall'antico
palazzo della illustre famiglia degli Auriti, oggi rappresentata dal
settantasettenne prof. Giacinto, che, pur autodefinendosi "contadino"
è stato docente di ben quattro cattedre di Giurisprudenza ed autore
di pubblicazioni scientifiche di contenuto giuridico e sociale.
Presidente del Comitato locale antitrust, il prof. Auriti è stato
promotore nel 1993 di una proposta di legge "Per ripartire tra i
cittadini il reddito monetario del capitale amministrato dallo Stato
in attuazione del secondo comma dell'art. 42 della Costituzione".
Quale Segretario del Sindacato Pro Loco Comitato Antiusura Auriti fa
presente che l'8 marzo 1993 denunciò per truffa, falso in bilancio,
associazione a delinquere ed usura l'allora Governatore e firmatario
dei biglietti di banca d'Italia, Carlo Azelio Ciampi e,
successivamente, il Governatore Antonio Fazio.

Il prof. Auriti, deus ex machina, ideatore e realizzatore
della "moneta del popolo", mostra pagine di giornali in varie lingue
sul significato del "valore indotto" e sulla recente esperienza
monetaria del Simec, attualmente sospesa per il blitz della
Magistratura davanti alla quale è sub iudice (28 agosto 2000).

L'interesse della stampa inglese, statunitense, svizzera, giapponese,
è dimostrato da corrispondenti delle più importanti agenzie
giornalistiche in lista d'attesa, tanto che, trattandosi di varie ore
di laboriosi colloqui, il professore ha in animo di quantificare ogni
appuntamento, stavolta in lire e non in Simec.
Al fine di diffondere la verità sulla ultima possibilità di difesa
dell'Italia e dei Paesi interessati alla imminente circolazione-
capestro dell'Euro, don Giacinto (come amorevolmente viene chiamato
dai concittadini), ha già aperto un sito di più; pagine su Internet;
tutti comprenderanno la differenza base tra un biglietto di banca e
un Simec: il primo è addebitato al portatore, mentre il Simec viene
accreditato al cittadino.
Prima del commiato con l'autorevole interlocutore, poniamo due
domande al prof. Auriti:

Qual è il Suo parere sull'Euro, a pochi mesi dalla entrata in
circolazione?

Nessuna norma del Trattato di Maastricht stabilisce di chi è la
proprietà dell'Euro; questa lacuna normativa deve essere colmata nel
senso che la proprietà va attribuita ai singoli popoli europei.
Diversamente, ogni cittadino dell'Euro, compresa la nostra
generazione, si troverà indebitato nei confronti del dollaro, fino
alle estreme conseguenze del suicidio.

Quale potrebbe essere la soluzione?

Ogni Nazione e popolo europeo dovrà essere accreditato, e quindi
responsabilizzato con precise leggi finanziarie a difesa del
cittadino; il Simec potrebbe costituire la moneta provvisoria per
tamponare l'emergenza.

Breve storia della moneta moderna suggerita dal prof. Giacinto Auriti

1694 - Viene costituita a Londra la Banca d'Inghilterra, che diviene
proprietaria di circa tre quarti del pianeta Terra.

1795 - La Rivoluzione francese trasferisce al popolo la gerarchia
politica ma non quella finanziaria.

1865 - Guerra di Secessione: Abramo Lincoln, primo Presidente degli
Stati Uniti d'America, abolisce la schiavitù. Viene creato il dollaro
della Secessione, e quindi la Federal Reserve di Forte Knox.

1999 - Con il Trattato di Maastricht nasce l'Euro. Non aderisce la
Banca d'Inghilterra legata al dollaro.

2001 - Il primo settembre, le banconote e monete metalliche Euro
entreranno in distribuzione presso Banche, Uffici cambio e
distributori automatici.


Tratto da:
<http://www.laleva.cc/economia/ecofina.html>





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Agenzia quotidiana di informAzione alternativa.
Per inviare notizie: [EMAIL PROTECTED]
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Breve storia della moneta.

Prima del 2.500 a.C. nelle città della valle del Tigri e dell'Eufrate, in quelle dell'Indo e del Nilo vi era un tipo di moneta assai speciale.

Il popolo portava l'eccedente dei propri prodotti ai tempi delle città fortificate dove sacerdoti contabili aprivano un conto corrente con consegna di tavolette di fango al portatore. I prodotti venivano immagazzinati nei silos del tempio e veniva stabilita una quantità astratta di denaro a seconda delle merci consegnate.

Se successivamente le medesime persone volevano un altro tipo di prodotto del tempio il procedimento veniva seguito all'inversa.

Per ogni operazione di scambio veniva stilato un documento, fatto di terracotta, recante il nome dell'acquirente, quello del venditore, la merce scambiata e la quantità di unità monetarie utilizzate. È la cosiddetta «fattura-assegno».

Per scambi di grande importanza e fra città diverse, era previsto un sistema di trasporto garantito, basato sulle «bullae». Nel carro del vettore c'era una palla di terracotta all'interno della quale si trovavano delle tavolette che rappresentavano i diversi prodotti trasportati. Sulla superficie della palla erano inoltre incise le tavolette. Giunti a destinazione, la palla veniva aperta e veniva verificato se il contenuto della stessa coincideva con quello del carro.

All'epoca predominavano i rapporti pacifici fra le diverse città, in parte a causa delle mura inespugnabili che le proteggevano ed in grazie alla prosperità che il citato sistema di scambio assicurava.

La moneta era uno strumento astratto il cui valore esisteva solo in funzione di una merce realmente esistente. Ogni scambio commerciale lasciava una traccia giuridica sotto forma di tavolette di fango.

Tutto questo svanì alla comparsa della moneta anonima d'oro, argento, rame e bronzo. Questo nuovo tipo di moneta, anonimo, concreto ed indipendente dalle merci, rende molto più agevole la corruzione.

Con la moneta anonima, nel 2.500 a. C., appare anche la banca privata, vero e proprio «potere ombra». Ed i funzionari dei tempi cambiarono di vocazione dedicandosi ad inventare le religioni.

Tornarono quindi alla ribalta gli imperialismi. Le mura inespugnabili crollavano, non sotto i colpi di allora inesistenti catapulte o balestre, ma grazie alla corruzione di qualche guardia da parte degli assedianti. I traditori corrotti potevano poi essere discretamente eliminati e gli occupanti si inventavano miti come quello del «Cavallo di Troia» o delle «Trombe di Gerico».



Il denaro anonimo si trasforma ancora fino alle moderne banconote ed agli anonimi assegni al portatore. Le varie istituzioni politiche create affinché i cittadini credano di venirne protetti subiscono l'attacco dei  «potdri reali» che corrompono politici, tecnici e giudici.

Ed ora le proposte economiche del Centro Studi Joan Bardina. Secondo noi occorrerebbe tornare ad sistema di scambio non-anonimo e responsabile, come quello degli antichi templi, ma con l'attuale sistema tecnologico, utilizzando di nuovo la «fattura-assegno».

A tale scopo bisogna creare una rete telematica pubblica, di uso obbligatorio per tutti e gratis. Ed anche una serie di garanzie per evitare l'accentramento di poteri che potrebbe derivare dal predominio di questa rete.

Fra queste garanzie proponiamo una vera separazione fra potere esecutivo, legislativo e giudiziario. La giustizia, indipendente dal potere esecutivo e da quello legislativo, dovrebbe ricevere una percentuale fissa del bilancio dello Stato assegnata per mandato costituzionale, e non dipendere da Enti come il «Coniglio Generale del Potere Giudiziario», esistente nello Stato spagnolo e che porta ad un controllo dell'apparato di giustizia da parte dei partiti politici dominanti attraverso l'esecutivo ed il legislativo.

Crediamo che il controllo telematico della popolazione viene esercitato attualmente dalla banca privata attraverso le proprie reti. La nostra proposta, più che volta a creare una nuova rete telematica, intendere ordinare quelle già esistenti, facendo in modo che le informazioni relative ad ogni singolo siano rese disponibili alla persona stessa e del giudice solo nel caso di apertura di un processo. Le statistiche sull'insieme del mercato devono essere adisposizione di tutti i suoi membri.

Un aspetto importante di questa riforma è la possibilità per la comunità di garantire un reddito minimo a tutte le persone che non abbiano mezzi di sussistenza, siano essi redditi da lavoro, pensioni o sussidi. È logico che, con questo sistema, scompaiano le indegne vie di sussistenza provenienti dal mercato nero.

Per pareggiare i bilanci avanziamo una ipotesi che, se verificata, potrebbe assicurare questo reddito base o salario sociale senza dover ricorrere a onerosi sistemi sistemi fiscali. All'interno del mercato infatti può venire a crearsi una ricchezza comunitaria fondata sugli eccedenti di produzione, divenendo quindi possibile «inventare» denaro destinato ad acquistarli.Questi soldi verrebbero distribuiti fra i settori più svantaggiati della popolazione.
 

Agustí Chalaux de Subirà.
Brauli Tamarit Tamarit.



È L'ORA DEL CONIO!

Lettera aperta di Luther Blissett a tutti i centri sociali (e non solo a loro)

 

Il denaro ci ha sempre fatto schifo, e ce lo ricorda la sensazione che proviamo tutte le volte che siamo costretti ad entrare in una banca senza neanche un passamontagna in testa e una pistola in mano. In fondo però si tratta di un residuo individualistico (non è un caso che sia Freud a paragonare il denaro alla merda) e se proviamo a ripensare la moneta come informazione sociale (piuttosto che come equivalente universale di lavoro morto, quindi riproduttore di rapporti alienati), come un flusso di comunicazione nella nostra rete di interrelazioni umane giocate sulla simpatia, sulla trasformazione dell'esistente, su un desiderio radicalmente altro, potremmo trovarci di fronte un progetto impensato. Battere moneta.

In questi tempi di conflitti etnici, lavoro immateriale e karaoke, molto spesso nei territori attuali del conflitto si sentono evocare termini roboanti quali impresa politica autonoma, reddito di cittadinanza e altre parole magiche. In quegli stessi luoghi ove la birra viene venduta a fiumi "a prezzo politico" (tanto da far scendere il sig.Moretti a difendere il Leonka di fronte alle prime minacce di sgombero: e allora qualcuno si chiede perché non vendere caffè in modo da avere anche il sig.Illy dalla nostra?); ove la carta imbrattata di caratteri spesso prende il nome di; autoproduzione, come i dischi diventati ottici e qualche videocassetta; ove la gioia del divertimento autorganizzato viene data gratis o "a sottoscrizione"; ove si imparano tante belle cose in modo diverso negli svariati corsi e seminari aperti e autogestiti; ove il lavoro si chiama giustamente attività, ma non per questo è meno faticoso, sebbene forse meno alienato; beh, in questi stessi luoghi di denaro, di denaro battuto da qualcun altro ne gira molto, tanto, una vera e propria impresa distesa rizomaticamente sulla crosta terrestre, una Benetton senza Benetton, una Disney senza Disney, ma che usa la stessa moneta: la lira italiana (o comunque una moneta nazionale, per quanto la moneta possa ancora essere nazionale). Vado fiero di non essere un esperto in economia, per quanto comprenda chiaramente che fintanto che il suo codice simbolico si distende sulle nostre vite, esse sono ridotte a sopravvivenza, parola che vuol dire il suo contrario, ovvero "sottovivenza": si è sotto il livello della vita, tanto che tutto ciò che dovrebbe essere la vita è posto fuori di noi, separato, alienato nello spettacolo.

Io che da sempre gioco con lo spettacolo (con il suo codice) propongo ora di giocare con l'economia. Battere moneta dunque. Ecco come lo immagino. Un cambio all'ingresso. Tutto ciò che è venduto all'interno si acquista solo con i "crediti". Diciamo che il cambio all'ingresso è 1 a 1: mille lire, mille crediti. La reversibilità sarà sconveniente: mille crediti, cinquecento lire. Diciamo che tutti coloro che lavorano all'interno della struttura vengono ricompensati in crediti, secondo un quoziente maggiorato del 50% rispetto a quanto si otterebbe "normalmente". Diciamo che chi lavora dall'esterno (affitti di amplificazione, rimborsi ai gruppi musicali e non, acquisti di vario genere) è invitato a percepire il compenso in crediti. Ogni centro conia la sua carta moneta (uguale per tutti) che può essere spesa in qualsiasi altro centro. Il referente è il denaro, la lira. Nessuno stato (nessuna istituzione di sintesi) è il gestore della verità rispetto al valore, ma il valore di verità deriva dalla confederazione dei valori di tutti i centri: la banca diventa sociale, chiunque può battere moneta (sulla grafica del credito non c'è copyright, essa sarà diffusa mediante i mezzi appropriati), il denaro torna al suo primigenio valore di informazione.

La scommessa sta nella capacità e nella responsabilità di tutti rispetto al valore di verità del credito. Siamo in grado di autogestirlo? Ci saranno falsari? Si metteranno in moto meccanismi finanziari per distruggere economicamente centri rivali o politicamente distanti? La repressione colpirà diffondendo massicciamente crediti falsi, o più semplicemente, come a Damanhur, vieterà di continuare a battere moneta? Forse, ma vincere la scommessa significa infettare il tessuto economico mondiale con un virus. Ed Ebola non (ri)conosce confini !!!

 

Luther Blissett

 

P.S. I maligni penseranno che questa mia proposta mira ad avere il mio faccione sulla cartamoneta dei crediti. I maligni come al solito non si sbagliano. Ma non è solo per questo che propongo tutto ciò. Intanto aspetto suggerimenti, critiche, migliorie, sperimentazioni.

Saluther





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Moneta e Debito

Esiste una verità fondamentale sul tema moneta e debito, ma la cosa è conosciuta da pochi e quasi nessuno pensa di realmente poter o dover occuparsene.

Alcuni personaggi importanti che si mettevano a cambiare la situazione furono assassinati o sono stati messi a tacere in altro modo, giusto quando la soluzione era diventata tangibile. La verità è così mostruosa che ci pare proprio incredibile. Preferiamo non pensarci, specialmente perché abbiamo degli "esperti" che dovrebbero saperne tutto, allora perché noi "non esperti" dovremmo cercare di conoscerne i segreti?

Il problema

Siamo perfettamente a conoscenza del problema, che peraltro è ben ovvio, ma la soluzione ci sfugge, forse perché pensiamo il problema è troppo grande perché lo affrontassimo.

Il problema, in poche parole, è che né i governi né la stragrande maggioranza della gente ha soldi. Forse suona esagerato ma, pensandoci bene, vediamo che è la verità. I governi, di qualunque colore, siano essi liberali, socialisti, conservatori, democratici o altro, non hanno soldi. Ci tartassano quasi a morte e ciò nonostante, fanno altri debiti. E la maggior parte di essi è così indebitata, che quasi non ci sembra speranza di ripagare quanto è stato preso in prestito.

Una percentuale altissima di tutte le tasse che entrano nelle casse dello Stato viene spesa per "servire il debito", cioè per pagare gli interessi sul debito pubblico, prima ancora di discutere come impostare il capitolo spese della legge finanziaria.

Se ai governi manca la liquidità, i cittadini non sono messi meglio. Basta guardarsi intorno e vediamo le famiglie alle strette finanziarie, anche se non manca la volontà di lavorare. Molte volte sia marito che moglie hanno un impiego, a discapito della vita di famiglia e dei bambini, e spesso anche in quel caso i soldi bastano a malapena per le spese e le ferie una volta l'anno.

Potete dire che questo è normale, è sempre stato così e non ci si può fare niente. Lo vedete? E' quella la risposta che siamo stati programmati a dare.

Il problema c'è, ma è così grande ed è così prevalente nella vita di ognuno di noi, ed è un nodo così "complicato" che dobbiamo per forza lasciare che "gli esperti" lo sciolgano.

Vero? No - non è invece vero per niente.

Qual è il primo passo per risolvere un problema?

Dobbiamo renderci conto della sua esistenza.

Cominciate ad osservare la realtà intorno. Provate a sapere quanto il vostro governo spende ogni anno per gli interessi sul debito pubblico. Informatevi quanto i paesi in via di sviluppo pagano per gli interessi sui debiti. Osservate quanta gente dai paesi del terzo mondo emigra ovvero immigra nel nostro paese cercando solamente un sollievo dalla disastrosa situazione economica. Avrete una sorpresa.

La causa

Adesso che abbiamo capito che un problema esiste, dobbiamo fare il passo successivo, cioè dobbiamo individuarne la causa. Una cosa che certamente non possiamo fare è rimetterci agli "esperti", perché se loro sapessero, ci avrebbero avvertito tempo fa e saremmo già sulla buona strada per porre rimedio a questo schifoso stato delle cose.

No è che la causa sia sconosciuta. Ci sono alcune persone ed anche qualche organizzazione che disperatamente cercano di darci delle informazioni in proposito. Purtroppo non hanno accesso ai media di larga diffusione, e se avessero l'accesso, e mettessero in piedi una campagna, potrebbero anche trovarsi di fronte a qualche serio problema.

Credo che siate curiosi ormai di sapere che cosa sia la causa, e se noi, semplici cittadini, possiamo fare qualcosa per porre rimedio. Non è utile a nessuno trovare la causa del male se scopriamo poi che niente si può fare. Potevamo risparmiarci la fatica e fare qualcosa più piacevole.

Senza farvi ancora spettare, butto qui la patata bollente: I soldi vengono messi in circolazione non dai nostri governi ma da un monopolio privato gestito dalle banche.

E così semplice.

Ma come potreste dire ed anche se fosse così, qual è il problema?

Vediamo - una cosa alla volta.

La creazione della moneta

Sembrerebbe naturale che la moneta venga creata dallo Stato e infatti, le Banche Centrali sembrano essere proprietà dello Stato anche se godono di una certa autonomia. Dico "sembrano" perché le banche centrali, che quasi costituiscono un quarto potere, oltre a quelli tradizionali dello Stato, sono solo in apparenza sotto il controllo dei poteri dello Stato.

Quando lo Stato ha bisogno di soldi, non impartisce alla Banca centrale un'ordine di accreditare una somma sul conto della tesoreria. Lo Stato può ottenere i soldi solo in due modi. Uno è di tassare i cittadini, l'altro è di prendere un prestito.

Quando la Banca centrale mette soldi in circolazione, lo fa sotto forma di prestito. Lo Stato deve chiedere questi soldi in prestito e si deve impegnare di ripagarli con interessi.

Lo stesso succede quando un privato ha bisogno di finanziare un acquisto e gli mancano i fondi liquidi. La banca è felice di dare un prestito, finché potete portare delle garanzie e finché promettete di ripagare con interessi.

Come possono le banche creare questi fondi? Buona domanda. Non sarà la Zecca dello Stato l'officina dove vengono fabbricati tutti i soldi?

Le banconote, quando vengono stampate, vengono considerate proprietà della Banca centrale. Non vengono date allo Stato da utilizzare per le sue spese, ma vengono invece immesse nella circolazione chiedendo una contropartita. Ognuno che vuole alcune di queste banconote da spendere, deve "comprarle", cedendo una parte del suo credito. Ma in ogni caso, la grande maggioranza dei soldi che circolano (più del 90%) non sono banconote e monete, bensì "credito".

Quando andate dalla Vostra banca e chiedete un prestito, questi "soldi" vengono creati dalla banca lì per lì, scrivendo delle cifre sul vostro conto. Questi soldi si possono ritirare in banconote, cosa che succede raramente, o si possono spendere scrivendo degli assegni. Le banche tengono solo una piccola parte dei loro crediti in contanti, il resto viene movimentato spostando delle cifre da un conto ad un altro. La cosa più importante da sapere: I soldi vengono creati immettendo dei numeri in un computer.

Nella pratica, succede così: Per ogni 10.000 che la banca concede in prestito, deve depositare 1000 o 2000 nella Banca centrale. Questo significa, se una banca raccoglie 100.000 in depositi, potrebbe tenersi 10.000 in contanti e depositare 90.000 con la Banca centrale. In seguito, la banca può creare 900.000 di soldi freschi semplicemente scrivendo queste cifre sul conto di alcuni suoi clienti.

Nel caso il governo abbia bisogno di soldi, la procedura è leggermente diversa, ma sempre con lo stesso risultato. Il governo deve emettere dei buoni, che sono certificati di prestito, carte per le quali il governo può accettare soldi, e con le quali promette il successivo ripagamento della somma, maggiorata da "interessi". Questi certificati vengono "comprati" dalle banche. Possono essere rivenduti ai propri clienti o possono rimanere in mano alle banche. Al governo, in cambio, viene accreditata una somma corrispondente.

L'ironia della situazione è che il governo, che dovrebbe essere l'autorità che emette i soldi che circolano nel paese, è costretto a prendere soldi in prestito dai privati (attraverso le banche) e di pagare interessi per questi prestiti.

Adesso cominciamo a vedere perché il governo non ha mai soldi e perché molte delle nostre tasse che entrano nelle casse dello Stato, se ne vanno per pagare interessi sul debito, prima che si pensi ad affrontare le vere e proprie spese dello Stato.

Il meccanismo diabolico

Che succede quando un debito viene ripagato? Questo è interessante. Gli interessi pagati sono diventati proprietà della banca e la cifra che era stata concessa in prestito, viene distrutta. Nello stesso modo che la somma venne "creata" all'atto di concedere il prestito, adesso viene "discreata" o distrutta, una volta il prestito è stato ripagato. Significa che la Vostra banca può creare dei soldi sostanzialmente dal nulla, può appropriarsi degli interessi e poi può distruggere questi soldi, solo per ripetere il ciclo più avanti con un altro suo cliente.

Se vi siete mai meravigliati da dove vengono i fondi per comprare gli edifici migliori e più grandi della città, qui c'è una spiegazione.

Se questo vi sembra ingiusto, aspettate a sentire la parte diabolica!

Ogni economia nazionale ha bisogno di soldi così che merce e servizi possono essere venduti ed acquistati. Se i soldi sono troppo pochi, le merci non potranno essere vendute, i prezzi si abbasseranno e questa situazione viene chiamata "deflazione". Se la moneta diventa ancora più scarsa, alla fine l'economia entrerà in recessione, la produzione si ferma, il lavoro non c'è più, inizia ad affacciarsi la miseria. Perciò, è molto importante che la quantità di moneta in circolazione sia sempre sufficiente perché la gente sia in grado di comprare la merce ed i servizi che vengono offerti.

L'altro estremo è quello della relativa abbondanza di liquidità, che porta all'inflazione. I prezzi salgono, il "potere d'acquisto" della moneta si erode. L'inflazione è indesiderabile quanto lo è la deflazione. L'ottimale è una moneta con un potere d'acquisto stabile.

Oggi, il governo non ha che strumenti indiretti per assicurare questa stabilità, essendo la creazione del credito largamente a discrezione delle banche.

Inoltre, visto che il Governo non può creare la sua moneta, l'unica via per far sì che l'economia disponga di moneta a sufficienza, è di continuare a prendere prestiti! Certo questo significa continuare a pagare interessi! E' questa la ragione perché i governi non hanno mai soldi e perché lavoriamo più di sei mesi l'anno per lo Stato. Paghiamo gli interessi, in aggiunta alle spese dello Stato. Diabolico, no?

Un monopolio privato ad opera delle banche mette in circolazione la nostra moneta, cominciando dalla Banca centrale e, così di seguito, tutte le altre banche. Sono le nostre leggi bancarie che permettono alle banche di creare e sfruttare il credito, piuttosto che il governo, che dovrebbe creare la moneta per i propri cittadini.

La soluzione

Avendo trovato la ragione per le difficoltà economiche e la miseria, ed avendola descritta con esattezza, una soluzione praticabile ci salta subito nell'occhio.

E' necessario cambiare le leggi bancarie per escludere l'autonoma creazione di credito dalla parte delle banche, eccetto la creazione di nuova moneta e nuovo credito ad opera della Banca centrale, da mettere in circolo come credito per i cittadini, non come debito. La creazione della moneta deve tornare sotto la sovranità del popolo e deve essere a diretto benefico di ognuno di noi.

Come si può escludere la creazione del credito ad opera delle banche? Molto semplice. Si richiede, invece della bassa percentuale oggi necessaria, che le banche, per ogni prestito concesso, debbano avere un deposito dell'intera somma (100%) presso la Banca centrale. Questo significa che una banca potrà collezionare i depositi dei propri clienti, li può depositare presso la Banca centrale e soltanto poi potrà concedere prestiti per l'ammontare della somma depositata.

Parliamo adesso della creazione della moneta che dovrà tornare sotto controllo del governo, ovvero sotto controllo dei cittadini. E' un problema questo che acquista grande importanza.

Per primo, ci deve essere un meccanismo che ci permette di controllare l'andamento dei prezzi in modo continuo. Disponendo di un tale meccanismo, è possibile che l'autorità monetaria, investita del compito esclusivo di creare la moneta, eserciti un controllo esatto sul potere d'acquisto della moneta, avendo così l'inflazione e la deflazione sotto il suo diretto controllo.

Secondo il principio che l'ammontare della moneta in circolazione deve coincidere esattamente con la totalità delle merci e dei servizi che vengono offerti, possiamo eliminare l'inflazione e stabilizzare la moneta con un meccanismo molto semplice. All'autorità monetaria viene assegnato il compito di stabilizzare l'indice dei prezzi. Questo compito viene assolto mediante la messa in circolazione di nuova moneta al primo segno di un'abbassamento dei prezzi, e il corrispondente ritiro di liquidità quando i prezzi accennano ad alzarsi.

Non c'è assolutamente una necessità di accettare un'instabilità dei prezzi.

E' importante sapere che l'inflazione è dovuta al fatto che in circolazione ci sono più soldi di quelli necessari all'acquisto delle merci e dei servizi offerti, e che la deflazione è la situazione opposta, ovvero insufficiente moneta in circolazione.

Questi fatti sono conosciuti da svariati decenni, solo che, con la creazione della moneta nelle mani delle banche (dei privati) invece di un'autorità centrale (pubblica) era finora difficile aggiustare la quantità di moneta alle vicissitudini dell'attività economica.

Moneta credito verso moneta debito

Allo stato attuale, la moneta viene creata in forma di credito per le banche, e viene messa in circolazione in forma di debito per chi prende il prestito, cittadino privato o Stato chicchessia. Chiaramente il prestito deve essere ripagato, i soldi vengono considerati "proprietà della banca". Per questa ragione dobbiamo pagare interessi. Preferisco chiamare questa moneta la "moneta debito" ed ho già messo in evidenza che è la causa di molta sofferenza.

La moneta credito invece non ha di questi inconvenienti. Questa moneta, dopo essere creata, viene data ai cittadini, non in forma di prestito, bensì in forma di accredito dell'utile dello sviluppo economico. Quando si crea una nuova moneta, non sono state le banche a lavorare ma i cittadini, e così la proprietà della moneta, una volta creata, spetta ai cittadini, non alle banche.

Credito Sociale

Questo si potrebbe chiamare un sistema di credito sociale. In fatti, il termine "social credit" - credito sociale - fu coniato da un certo Clifford Hugh Douglas. Poi il cittadino canadese Luis Even dette larga diffusione a questa filosofia fondando una pubblicazione per portarne i principi a conoscenza del pubblico. Non posso pretendere di descrivere qui il sistema del credito sociale ma certamente, la moneta credito ne è una parte importante.

Quando la moneta viene messa in circolazione dalla Banca centrale, è giusto che sia proprietà di tutti noi che abbiamo contribuito in un modo o nell'altro alla crescita dell'economia reale. Noi produciamo, viviamo, consumiamo, abbiamo nuove idee, mettiamo su famiglia, impariamo, impartiamo agli altri quello che sappiamo. Tutte queste attività ed altre ancora sono alla base della vita economica del paese e perciò sembra logico che i benefici derivati dalla messa in circolazione della moneta non debbano essere un'esclusiva di pochi banchieri bensì vadano distribuiti a tutti quei soggetti che concorrono nella vita economica del paese.

Che cosa fare

Dopo aver posto fine al monopolio privato di creazione della moneta attraverso l'obbligo di un deposito presso la Banca centrale pari al 100% dei crediti concessi, si dovrà decidere come la creazione della moneta avverrà in futuro, e come possiamo assicurare che ogni cittadino percepisca la sua parte dei proventi dall'incremento dell'attività economica.

Qualcuno potrà dire che lo Stato debba esercitare il potere di creazione della moneta e che questa moneta debba entrare nelle casse dello Stato. Questo tipo di ragionamento, anche non essendo privo di una certa logica, non rispetta però il principio di dare ad ogni cittadino quello che è di sua spettanza.

Visto che stiamo tutti contribuendo, in un modo o nell'altro, all'attività economica del paese, vi presenterò qui una proposta ideata dal prof. Giacinto Auriti dell'Università di Teramo. Questa proposta è stata presentata come disegno di legge No. 1282 al Senato da alcuni Senatori, l'11 gennaio 1995.

Il testo è, nella sua brevità e semplicità, di estrema chiarezza.

La proposta è:

"Articolo 1

La moneta all'atto dell'emissione nasce di proprietà dei cittadini italiani e va accreditata dalla Banca centrale allo Stato".

"Articolo 2

Ad ogni cittadino è attribuito un codice dei redditi sociali mediante il quale gli viene accreditata la quota di reddito causato dalla emissione monetaria e da altre eventuali fonti di reddito".

Auriti è ordinario di diritto e la sua spiegazione del principio dietro questa proposta, qui riportata in estrema sintesi, è piuttosto esplicita. Auriti spiega che il nostro sistema monetario è la più grande frode nella storia umana. I cittadini vengono illegalmente deprivati del doppio dell'ammontare totale della moneta in circolazione.

Non solo infatti non gli si è dato la parte spettante loro dell'incremento delle attività economiche, ma quando questa parte veniva messa in circolazione, fu data in prestito, cioè fu richiesta una contropartita uguale all'ammontare della massa monetaria stessa aggiungendo, per così dire, il danno alla beffa.

Un avvertenza finale

Non credete che un mutamento così drastico del sistema finanziario sia possibile ottenerlo attraverso la sola opera dei politici, ammesso che siano essi stessi propensi a chiederlo. Non sarà possibile senza un sostegno pubblico veramente convincente.

Siamo tutti chiamati, adesso che abbiamo scoperto la causa della miseria e delle difficoltà economiche, a lavorare affinché la situazione cambi, girando queste informazioni ai politici e dandogli il sostegno necessario.

Potete fare copie di questo articolo e distribuirlo ai vostri amici, ma pensate anche all'azione vera e propria.

Non darò qui dei suggerimenti su che cosa fare, ognuno saprà meglio come comportarsi. La scelta è vostra, unico avvertimento: non dite che non sapevate nulla.

Josef Hasslberger
Roma,
Settembre 1999

Riferimenti:

Michael Journal "For a Social Credit Economy" Maison Saint-Michel, 1101 Principale Street Rougement, Quebec Canada JOL 1MO tel. (514) 856 5714 (450) 469 2209, fax: (450) 469 2601
http://www.geocities.com/Athens/Rhodes/4061

Prof. Auriti "Valore e struttura della Moneta"
http://www.abol.it/moneta/indgiuri.htm

Josef Hasslberger - scritti su economia ed interessi
Dibattito sull'occupazione - Il lato positivo
L'economia che cambia . . . come gestire?

The Moneymasters. Libro e video in lingua inglese
http://www.themoneymasters.com



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