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strategie per la comunicazione indipendente
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La rivoluzionarieta' di Meetup e' paragonabile a quella della ruota
della fortuna,
Caro Lavo,
mi ha fatto un gran piacere leggere le tue osservazioni.
Tra l'altro hai proposto una breve storia delle forme di aggregazione online che ci aiuta a comprendere meglio il problema.
Devo dire che non condivido del tutto quanto scrivi. Da un punto di vista tecnologico, per quel poco che ne intendo, il web (o cio' che definiamo in questo modo) mi pare vada progressivamente affinando la sua capacita' di gestire database on line. Si tende ad indicizzare grandi quantitativi di informazioni e ridistribuirli verso l'utenza secondo dei critieri che possono essere molto vari.
E' questo il caso sia di Meetup che del sito bookcrossing: entrambi creano delle basi dati che producono risposte funzionali a determinati scopi.

Trattandosi di tecnologie che, lato server, sono sempre piu' diffuse e basate per lo piu' sul "solo testo", e' ragionevole presumere che tenderanno a divenire sempre piu' "mirate".
In fondo anche i vari weblog, tu mi insegni, sono varianti di questa accoppiata web-db.
Faccio un esempio. E' vero che i cataloghi della biblioteca del Congresso possono essere interrogati da almeno un decennio via Telnet, ma l'accesso ai cataloghi via Web e' piu' popolare e meno impegnativo. Piu' in generale, http funziona in modo intelligente quando si integra a protocolli e funzioni che storicamente lo precedono (IRC, SMTP etc). in tal modo nascono forme di assemblaggio che danno luogo strumenti duttili superando il funzionamento ipertestuale del WWW.
Ma queste cose le sai meglio di me.

Ora, non saprei come se la sono cavata su IRC, ma nel caso di Meetup abbiamo un dispositivo che utilizza un database online integrando l'uso della e-mail nel suo funzionamento in modo da generare "quasi" automaticamente l'organizzazione degli incontri per poi inviare le relative informazioni agli interessati.

Non si tratta di una novita' ma determina un meccanismo di diffusione dei meeting a "focolaio" che non mi pare abbia precedenti. Abbiamo cioe' due effetti: uno di tipo (perdona il gergo) diacronico, per cui i meeting tendono ad assumere cadenza temporale regolare, l'altro di tipo sincronico per cui gli organizzatori tendono a lanciare "giornate" di meeting su tutto il pianeta. Cosė viene periodicamente lanciata la giornata mondiale del bookcrossing, quella di slashdot e molte altre (sono circa seicento topic attivi, compresi i testimoni di geova). Ma sul sito e' anche possibile programmare eventi a data unica e/o di livello cittadino o nazionale. Soprattutto, funziona discretamente l'interfaccia che permette agli interessati di conribuire a diffondere la notizia del meeting attraverso l'invio al sito degli indirizzi e-mail di amici e conoscenti che si occupano di quel dato topic.

Il sistema promette la buona riuscita del meeting basandosi sul numero delle adesioni nella fase di voto. Questo significa che all'utente e' richiesto piu' di un indirizzo e-mail, un'esplicita intenzione di partecipare e di stabilire il luogo di incontro.
Se non si rilevano piu' di quattro partecipanti l'incontro viene annullato. E' chiaro che tutto cio' sta in piedi soprattutto grazie a un serbatoio utenti Internet sempre piu' vasto e non molto alfabetizzato. Ma quel che piu' conta e' l'automatismo. Che insomma il sistema sia facilmente accessibile e giri senza grandi interventi tecnici o redazionali.

Pero' sul piano dell'efficacia organizzativa mi pare ci sia una differenza notevole rispetto alle BBS, ai newsgroup e alle list. In realta' si tratta di un contributo alle funzioni sociali di queste stesse strutture, che pero' ne permette un sensibile avanzamento.
Di fatto, Meetup viene utilizzato proprio dagli appartenenti a newsgroup e list che hanno interesse a dare maggior continuita' e concretezza ai loro topic. Il sito non fornisce spazi di discussione proprio perche' considera del tutto scontato che le discussioni online si svolgeranno altrove. In una parola: integra.

I dati non mi pare indichino che il fenomeno passera' come una meteora. La curva di crescita delle iscrizioni al sito e' davvero impressionante. Sono le tipiche "idee virus" che generano in rete un contagio rapidissimo.

Difficilmente l'idea, indipendentemente dagli ideatori, si risolvera' in un flop senza conseguenze. E questo dovrebbe indurci a riflettere su dove la rete sta andando e dove potrebbe andare. E' chiaro che accanto ai Topic meno stimolanti, ve ne sono di potenzialmente produttivi, che potrebbero ricavare un notevole beneficio dalla continuita' temporale e dalla sincronia delle iniziative. Penso, per esempio, a temi come le forme di energia alternativa (Giornata mondiale "mensile" dell'energia alternativa!).

Tra l'altro la tua difesa appassionata dei meccanismi di socializzazione spontanea in internet, pienamente condivisa dal sottoscritto, ha pero' numerosi avversari. La polemica su effetti isolanti vs. effetti socializzanti della rete dura da lunga pezza. E Meetup sta decisamente spostando gli esiti della discussione a nostro favore. Se poi pensi che questa deriva modaiola non faccia bene al net ti do volentieri ragione.
E se vuoi intonare un "era meglio quando era peggio" sono disposto ad accompagnarti :)

Ma ormai taluni processi sono avviati e bisogna interpretarli per quello che sono. Mi permetto di suggerire a riguardo l'ultimo uscito di Manuel Castells, Galassia Internet (Feltrinelli), che, tra le altre cose, chiarisce un punto importante: crisi finanziaria o no, la rete sta ancora in piedi e gode di ottima in salute. E questo dovrebbe farci riflettetere.

Hai anche ragione nel dire che e' da vedere se, e a quale prezzo, meetup produrra' profitti. E' proprio questo il problema che ponevo. Ho dato un'immagine troppo idilliaca del netslave proletariamente schierato dietro il banco del Mac. Devo correggermi perche' di fatto le cose stanno un po' diversamente. Il CEO di meetup, Scott Heiferman, e' uno che la sa abbastanza lunga e non mi stupirebbe se dietro l'idea di fare soldi con i "venue" si nasconda quell'altra nota faccenda: la progressiva identificazione dei gruppi di utenti per orientamenti di consumo.

Se non si riescono a produrre alternative di livello nazionale o europeo questi personaggi e queste logiche si insinueranno nei processi di socializzazione di rete in modo sempre piu' pervasivo. E pensare che con tutti i guai che arreca l'inglese agli utenti italiani analoghe strutture locali, magari GNU, finirebbero sicuramente per ottenere risultati migliori e una maggiore partecipazione. Tra l'altro, proprio per ragioni di lingua, di fatto l'Italia non porta un solo dollaro nelle loro casse. Con i suoi quattromila iscritti al sito del bookcrossing l'Italia non ha comprato un solo libro di Amazon. Ed e' piu' facile che un cammello passi dentro la capa di uno spillo che qualche societa' italiana di gathering dia soldi a Heiferman.
Loro dicono che non gliene frega nulla ("e' tutta pubblicita' ! ") ma alle lunghe finiranno per far marcire i settori poco redditizi, i rami secchi". Questo soprattutto in un caso come quello di meetup, che sta gia' cercando qualcuno di New York che se ne vada in giro per locali e ristoranti a chiedere soldi ( per trenta dollari al dė ) e che deve necessariamente fare un minimo lavoro di redazione anche su meeting non redditizi.

Stammibon
Rattus


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