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"Autodenunciamoci", si insiste ancora. Anche in questa lista.

Cari, giovani (almeno spero) compagni.
In questo paese che si chiama Italia, uno dei cardini dell'ordinamento
penale è l'obbligo di indagare se c'è notizia di reato - uno dei cardini che
Forza Italia vuole scardinare, giustappunto (ma non è comunque un buon
motivo per votarli, se non si hanno spalle coperte da censo e posizione
sociale).
Ora, se io dichiaro formalmente di aver commesso un reato (cioè mi
autodenuncio), il pubblico ministero competente per territorio è formalmente
tenuto a indagarmi. A meno che.
A meno che non abbia fondati motivi per ritenere infondata la mia
autodenuncia. Per ritenermi una mitomane, per esempio. O, magari, una povera
scema che non sa neanche in che mondo vive.
Ma deve proprio avere fondate - e dimostrabili - ragioni, perché se no
rischia di pagarla di persona, la mancata indagine.

Qualcuno dirà: certo, ma se è un milione di persone che si autodenuncia,
come fanno?
Potrebbe essere un'obiezione interessante, se stessimo partecipando a un
seminario del Moral Science Club di Cambridge, e il conferenziere di turno
fosse - per dire - Richard Braithwaite.
Ma, purtroppo, siamo in un altro mondo.

Primo: a Firenze eravamo davvero un milione in corteo, tutti certamente
pronti a difendere gli "innocenti" - ma i "colpevoli"?
Per esempio qualche "delinquente" per cui i magistrati hanno
incontrovertibili prove alla mano: ha davvero assaltato un blindato di
carabinieri. 
E se lo ha assaltato per "legittima difesa"? Difesa di se stesso o dei suoi
compagni, non importa - per esempio?
Chi, a conti fatti e prove acclarate, lo difenderà, se autorevoli portavoce
(mai sconfessati) di questo stesso movimento hanno con alti lai denunciato
la mancata repressione dei "violenti" (proprio in occasione della
manifestazione di Genova, cioè dei fatti per cui i "violenti" sono stati poi
arrestati)?

Secondo: ciascun pm può fare come gli pare - vi sembra una contraddizione
col principio dell'obbligatorietà dell'azione penale eccetera eccetera? si
vede che l'insegnamento scolastico è davvero carente.
Il pubblico ministero di Bologna potrebbe decidere, per ragioni di
opportunità (concordate e verificate) che tutti noi che ci autodenunciamo
siamo delle anime pie, indegne di essere perseguite. Contemporaneamente, il
pm di Parma potrebbe decidere (per altrettanto concordate e verificate
ragioni di opportunità) che di fronte alla notizia di reato prevale
l'obbligo di procedere.

Quali pensiamo che sarebbero i risultati? Una repressione in difficoltà, o
una repressione che si pasce di quello che noi stessi le abbiamo offerto in
sacrificio?

Come pensiamo che un movimento che distingue a priori tra "colpevoli" e
"innocenti" possa avere la minima possibilità di contrastare il ben più
realista potere dello Stato?

Repetita iuvant:
"Sono turbato, anzi sconvolto, ogni volta che mi imbatto in un 'innocente'.
Da dove viene? Che cosa cerca? La sua apparizione annuncia forse un evento
doloroso? E' uno smarrimento molto particolare quello che si prova davanti a
qualcuno che non si può in alcun modo chiamare proprio simile".
(E.M. Cioran, "L'inconveniente di essere nati").

Ciao
Chiara


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