Grandissimo questo movimento pacifista che esprime in tutto il mondo la contrarietà alla guerra. Maestoso e coinvolgente il modo di mostrasi al mondo con i propri corpi nudi, con le bandiere delle pace che riempiono le vie, con forme teatrali che attraversano le piazze, ma guai se si dovessero affacciare i soliti idioti di turno.
L'Italia sta attuando un gioco sporco in questa guerra contro il tentativo franco-tedesco di prevenire un intervento armato: l'alleata più significativa del movimento pacifista è oggi la Chiesa. Forze contrapposte si stanno muovendo a livello mondiale, e chiunque, laddove si terranno manifestazione pacifiche per la pace, si vorrà inserire con altri metodi, sarà consciamente o no, alleato alla frangia delle forze fasciste e naziste.

Queste sono notizie tratte dall'ansa.it rainew24.it:
  
Monaco, 8 febbraio 2003
"Nessuno vuole la guerra. Il conflitto armato non è mai la prima opzione, né una scelta facile", E' la posizione espressa dal segretario alla difesa Usa Donald Rumsfeld, a Monaco di Baviera per la Conferenza internazionale sulla sicurezza.
"Io vedrei molto volentieri una decisione per la quale Saddam con la sua famiglia e con un paio di buoni amici abbandonasse il paese".
Per quel che riguarda il dopo-Saddam, Rumsfeld ha assicurato che l'Iraq rimarrà un solo paese: un nuovo governo avrebbe la responsabilità del riconoscimento dei vari gruppi sociali.
"Ad ogni modo il rischio di una guerra deve bilanciare il rischio di non far nulla per evitare che l'Iraq ricorra alle armi di distruzione di massa".
Per questo bisogna lanciare un chiaro messaggio a Baghdad per dire che "l'ora del disarmo sta arrivando".
"La credibilità dell'Onu è a rischio se la comunità internazionale non agisce in maniera decisa" per costringere Baghdad a rispettare le risoluzioni.
"Paradossalmente, la guerra potrebbe divenire più verosimile se la comunità internazionale dovesse mostrare di nuovo una scarsa compattezza".
E Rumsfeld ha rivendicato l'esistenza di una forte alleanza contro l'Iraq che comprende 90 Paesi: "La più grande coalizione della storia".
Riad, 9 febbraio 2003
Dopo il disarmo dell'Iraq l'Arabia saudita cercherà di liberarsi dalla dipendenza militare americana. Lo hanno deciso i dirigenti sauditi, che hanno messo a punto una piano di vasta portata con "riforme democratiche" e maggior controllo sul potente clero conservatore.
Lo scrive oggi il
New York Times, che cita fonti interne alla famiglia reale.
L'Arabia saudita chiederà agli americani di ritirare tutte le loro truppe dal proprio territorio, la cui presenza ha provocato un aumento dell'estremismo islamico.
Il piano di Riad comporterebbe in una seconda fase la creazione di un sistema di rappresentanza democratica, prima con assemblee provinciali elette dal popolo, poi con un parlamento nazionale.
Funzionari del Pentagono hanno dichiarato di non aver saputo di nessun piano così specifico sul ritiro dei militari americani
Bruxelles, 9 febbraio 2003
Il Belgio fermerà il piano della Nato per la protezione della Turchia in caso di attacco contro l'Iraq. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri belga, Louis Michel, che ha annunciato che il suo Paese romperà il 'silenzio assenso' invocato dal segretario generale dell'Alleanza, George Robertson.
Sulla base di questa procedura, i 19 componenti dell'Organizzazione hanno fino alle 10 ora italiana di domani per sollevare obiezioni.
"Abbiamo deciso di fermare la procedura tra oggi e domani. Ci siamo già impegnati con la Francia e credo che a si unirà a noi anche la Germania per stilare la lettera che impone il veto".
Secondo Parigi, Berlino e Bruxelles, i preparativi per la difesa della Turchia potrebbero minare gli sforzi diplomatici per una soluzione pacifica della crisi irachena.
Londra, 9 febbraio 2003
Il ministro dell'economia britannico Gordon Brown avrebbe deciso di escludere la possibilità di un'adesione britannica all'Euro nel corso dell'attuale legislatura.
Secondo il
Sunday Times, Brown si sarebbe convinto che "non è nell'interesse" della Gran Bretagna aderire alla moneta Unica.
La scelta di Brown creerà tensioni e conflitti interni al governo, dove il premier Blair si è più volte detto favorevole all'adesione all'Euro
New York, 9 febbraio 2003
La Francia e la Germania fissano le tappe del loro piano per ottenere in maniera pacifica il disarmo di Baghdad.
Il ministro della Difesa tedesco, Peter Struck, ha annunciato che il 'Progetto Mirage" approderà venerdì in Consiglio di Sicurezza Onu.
L'appuntamento è previsto per lo stesso giorno in cui gli ispettori Onu presenteranno il nuovo rapporto sul disarmo.
In Consiglio di Sicurezza la Francia siede come membro permanente con diritto di veto. La Germania è invece membro non permanente, però in questo periodo detiene la presidenza dell'organo esecutivo delle Nazioni Unite
Città del Vaticano, 9 febbraio 2003
Domani mattina, con un volo diretto ad Amman, in Giordania, il cardinale Roger Etchegaray inizierà il suo viaggio per raggiungere Baghdad.
L'82enne cardinale francese sarà nella capitale irachena martedì e avrà un colloquio con il raìs. A lui consegnerà un messaggio da parte del Papa.
Fonti vaticane spiegano che più che una missione diplomatica in senso stretto, è un incarico spinto da una grande sollecitudine pastorale e dalla preoccupazione di una possibile catastrofe umanitaria.
Ciò che sta a cuore al Vaticano sono le sofferenze ulteriori che patirebbe il popolo iracheno già provato da oltre dieci anni d'embargo.
Etchegaray fu inviato lo scorso dal Papa a Betlemme per risolvere la crisi della Basilica della Natività, a Betlemme.
Padova, 9 febbraio 2003
Due ordigni sono stati fatti esplodere nel corso della notte all'esterno di due chiese a Reachigliano e Villanova di Camposampiero, nel Padovano.
Una suora è rimasta leggermente ferita sopra un occhio da una scheggia di vetro. E' stata giudicata guaribile in tre giorni.
I due ordigni, esplosi a distanza di un quarto d'ora l'uno dall'altro, erano molto potenti. Secondo fonti investigative potrebbero essere stati costituiti da esplosivo plastico, innescati con una miccia e collocati all'interno di un contenitore che avrebbe amplificato l'onda d'urto.
Perplessità vi sarebbero sulle finalità degli attentati, che non sembrano legate a fatti locali: le zone, infatti, sono ritenute tranquille.
Ma al momento non è giunta nessuna rivendicazione delle esplosioni
Città del Vaticano, 8 febbraio 2003
Il Papa ha chiesto a tutti gli uomini di Chiesa di "moltiplicare gli sforzi" per fermare la macchina bellica.
Giovanni Paolo II ha lanciato il nuovo appello alla pace ricevendo sacerdoti e vescovi "amici" della Comunità di Sant'Egidio, a Roma per i 35 anni dell'organizzazione.
"Non bisogna rassegnarsi, quasi che la guerra sia inevitabile". Piuttosto bisogna agire, soprattutto in un momento come questo "segnato da tensioni e venti di guerra".
Come 40 anni fa nella crisi dei missili a Cuba, "anche oggi la pace è in pericolo. Va pertanto ribadito con forza, come fece Giovanni XXIII nella Pacem in Terris, che la pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone".
"Strutture e procedure di pace - giuridiche, politiche ed economiche - sono certamente necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo
la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento".
"Gesti di pace nascono dalla vita di persone che coltivano nel proprio animo costanti atteggiamenti di pace".
ROMA - La strage con un'autobomba avvenuta a Bogota' e' quella che ha provocato piu' vittime negli ultimi tre anni, anche se i fatti di questo genere non sono una novita' per la Colombia. Ecco un riepilogo degli attentati simili accaduti dal 2000 nel paese e attribuiti sempre alle Farc(le Forze armate rivoluzionarie della Colombia), il piu' importante gruppo della guerriglia colombiana, che comprende anche l'Eln (Esercito di liberazione nazionale, gruppi marxisti) e l'Epl (Esercito popolare di liberazione).
- 16 GEN 2003: un' autobomba collocata in un parcheggio del
centro commerciale El Cid a Medellin (Colombia
centro-settentrionale) provoca quattro morti, fra cui un bimbo
di un anno.
- 27 NOV 2002: dieci soldati colombiani vengono uccisi
dall'esplosione di un'autobomba nei pressi di Mocoa, nella
provincia di Putumayo.
- 7 APR 2002: un' autobomba a Villavicencio (cento chilometri da
Bogota') causa 14 morti.
- 30 GEN 2002: sei militari muoiono a Florencia (Caqueta') per
un' autobomba che viene attivata a distanza al passaggio di un
automezzo dell'esercito.
- 30 MAR 2000: un' autobomba esplode davanti alla sede del
municipio di Cachipay, a 60 chilometri da Bogota', provocando
due morti.
- 4 FEB 2000: a Puerto Asis (Colombia meridionale) un'autobomba
uccide due persone.

08/02/2003 19:20



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