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strategie per la comunicazione indipendente
http://www.rekombinant.org/media-activism
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sic et simpliciter, caro barone, sic et simpliciter!
Kommunismus necesse est!
>From: [EMAIL PROTECTED]
>Reply-To: [EMAIL PROTECTED]
>To: [EMAIL PROTECTED]
>Subject: [RK] bignamino sull'orlo dell'abisso
>Date: Sun, 23 Feb 2003 19:44:58 +0100
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>strategie per la comunicazione indipendente
>http://www.rekombinant.org/media-activism
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>Fotografiamo la situazione prima che tutto precipiti. Cerchiamo in
>modo semplice di ricordare a noi stessi quel che é accaduto nel
>mondo nel periodo di preparazione di un conflitto di cui nessuno può
>prevedere gli sviluppi, delineamo scenari di possibile evoluzione,
>immaginiamo possibilità di azione. Costruiamo una strategia che vada
>oltre la guerra. Nei giorni successivi all'11 settembre si parlò
>molto della necessità di fare emergere il terzo attore nella guerra
>tra nazi-liberismo e il fronte degli integralismi identitari. Il 15
>febbraio il terzo attore si é manifestato, esso agisce ormai come
>forza di maggioranza a livello internazionale. L'azione contro la
>guerra deve saldarsi con l'azione contro la dittatura economica
>liberista. Pensare al dopoguerra significa pensare - fin da subito -
>alla fuoruscita dal dominio capitalista sulla società.
>
>IL PROLOGO
>Dall'inizio degli anni Ottanta, da quando il mondo é governato da un
>gruppo dirigente di ispirazione liberista, tutte le energie sociali
>sono state investite nell'economia di profitto. Dall'America di
>Reagan alla Cina di Deng Hsiao Ping la parola d'ordine
>"arricchitevi" é diventato l'imperativo unico, e su questo criterio
>si é selezionata una classe dirigente senza altra cultura se non
>quella del profitto, senza altra morale se non quella della rapina,
>senza altra strategia se non quella del dominio e della
>sottomissione. In nome degli interessi dell'economia di profitto si
>é ritenuto legittimo distruggere ogni difesa sociale, ogni diritto,
>ogni forma di vita e di cultura. Le tecnologie ricombinanti
>(informatica e biotecnologia) sono state usate come strumento per il
>massimo profitto economico. L'economia di profitto ha permeato
>profondamente le strutture epistemiche e le applicazioni delle
>tecnologie ricombinanti. Queste tecnologie contengono una capacità
>inaudita di modellazione e di mutazione del corredo genetico umano
>(a livello fisico, psichico e cognitivo). Una vera e propria
>mutazione ha cominciato a modificare le modalità dell'embodiment
>collettivo, secondo un paradigma dominato dal criterio del profitto
>economico.
>Il processo di globalizzazione, che le tecnologie di rete hanno
>accelerato freneticamente, é stato governato da alcune grandi
>istituzioni di governo mondiale che nessuno ha mai eletto. Queste
>istituzioni (IMF, WTO, WB...) hanno imposto in maniera brutale e
>ricattatoria gli interessi delle grandi aziende globali sullo
>sviluppo economico, sociale, politico, tecnologico e culturale di
>ogni paese del mondo. Questo ha prodotto una riduzione delle difese
>sociali contro l'invadenza del profitto, una privatizzazione dei
>servizi socialmente indispensabili, una riduzione della spesa
>pubblica per la sanità e per l'educazione. Il risultato, già oggi
>largamente visibile, é un aumento dell'ignoranza, una riduzione del
>tempo di vita medio, una diffusione di epidemie, la devastazione
>dell'ambiente.
>
>L'ALLEANZA TRA CAPITALE E LAVORO COGNITIVO
>Nel corso degli anni Novanta lo sviluppo dell'economia é stato
>prodigioso, non soltanto nei paesi occidentali. La globalizzazione
>ha fatto nascere nuovi ceti produttivi nei paesi orientali e ha
>ampliato enormemente la capacità di acquisto della minoranza
>occidentale integrata nell'economia di profitto. Nuovi settori
>produttivi (in primo luogo quelli legati ala digitalizzazione della
>produzione, e della comunicazione) hanno sostenuto la domanda per
>tutto il decennio, e hanno determinato la formazione di un
>capitalismo di massa al quale ha partecipato una parte cospicua
>della popolazione occidentale, con una diffusione massiccia della
>funzione sociale imprenditoriale e una progressiva identificazione
>di lavoro e impresa, soprattutto nei settori produttivi ad alta
>tecnologia. Il lavoro cognitivo é diventato il segmento trainante
>della produzione globale. Esso ha subito l'effetto dell'ideologia
>economicista, e si é identificato con la funzione d'impresa,
>partecipando in prima persona al capitalismo finanziario di massa
>(dotcommania). Nel frattempo l'orario di lavoro che era
>costantemente diminuito fino alla fine degli anni settanta, riprese
>a crescere dopo la vittoria mondiale del liberismo. Il tempo libero
>che era stato conquistato nel corso di un secolo di lotte operaie
>viene progressivamente sottomesso alla regola del profitto e
>trasformato in tempo di lavoro cellularizzato e diffuso. Le energie
>sociali sono progressivamente sottoposte alla competizione
>economica. Chi non corre viene travolto. La società si mette a
>correre freneticamente, molti crollano.
>
>IL COLLASSO
>La mobilitazione competitiva delle energie sociali porta rapidamente
>al collasso l'organismo sociale. Si tratta di un collasso al tempo
>stesso nervoso ed economico (ma l'economia é divenuta una sfera
>mentalizzata).
>A partire dalla primavera del 2000 il ciclo espansivo dell'economia
>si é spezzata. per effetto di varie tendenze:
>a) la domanda nelle nuove tecnologie si é progressivamente ridotta,
>la caduta del saggio di profitto nei settori innovativi si é
>accelerata precipitosamente.
>b) la prospettiva di un esaurimento delle fonti di energia non
>rinnovabile ha scatenato una concorrenza feroce.
>c) una crisi di sovraproduzione si diffonde nei settori innovativi.
>Enormi quantità di semio-merce rimangono invendute. Questo produce
>un crollo degli indici di borsa. Segue una crisi di fiducia nelle
>sorti del capitalismo di massa.
>d) l'investimento delle energie psichiche nella corsa competitiva
>provoca un effetto di saturazione dell'attenzione fino a creare le
>condizioni per un collasso generalizzato.
>e) alcune corporation globali entrano in crisi. Si scopre che i
>gruppi dirigenti del nuovo capitalismo hanno violato ogni regola di
>correttezza economica, hanno rapinato le risorse collettive, e hanno
>governato la produzione senza competenze strategiche, con
>un'attenzione rivolta interamente al perseguimento del massimo
>profitto immediato. Crolla la fiducia nei gruppi dirigenti
>dell'economia mondiale. Inizia il crollo del capitalismo di massa.
>Riprende a crescere la disoccupazione, soprattutto nella generazione
>che si affaccia ora sul mercato del lavoro, cresciuta nella
>convinzione di un'eterna continuità dello sviluppo economico.
>
>LA LUNPEN-BORGHESIA PREPARA LA GUERRA
>In questo frangente sale al governo in diversi paesi occidentali una
>nuova classe politica che si é arricchita con la rapina e ha
>ricavato il suo consenso dal dominio del sistema mediatico e dalla
>crescita dell'ignoranza. Il cervello collettivo é stato intasato per
>un ventennio dal martellamento del messaggio consumista e dalla
>violenza competitiva e aggressiva. Una sorta di lunpenbourgeoisie si
>é formata con i soldi delle mafie, con la rapina del danaro
>pubblico, con il rastrellamento dei soldi provenienti
>dall'azionariato di massa e dai fondi pensione. Questa
>lunpenborghesia non rispetta più nessun principio di legalità e non
>possiede le virtù strategiche del capitalismo protestante del
>passato. E' un ceto barocco e cinico, pronto a usare ogni mezzo per
>impadronirsi del potere. In Italia il nuovo ceto di governo nasce
>dai soldi della mafia, attraverso la conquista illegale di un potere
>sterminato sulla comunicazione sociale, attraverso la corruzione dei
>giudici. Negli Stati Uniti, per la prima volta in duecento anni é
>accaduto un fenomeno comparabile ad un colpo di stato. Fin dal primo
>momento il nuovo presidente americano ha presentato una politica
>aggressivamente egemonica. La prima azione della presidenza Bush é
>stracciare gli accordi di Kyoto in cui i paesi industrializzati
>avevano stabilito di ridurre progressivamente le emissioni tossiche
>nell'atmosfera per ridurre l'inquinamento e gli effetti di
>devastazione ambientale. Il nuovo presidente rappresenta gli
>interessi dei grandi produttori di petrolio e di armi, che hanno
>sostenuto economicamente la sua candidatura. E rappresenta gli
>interessi del gruppo dirigente di aziende che, come la ENRON, hanno
>fatto fallimento dopo aver rapinato i fondi pensione investiti da
>masse di azionisti. Tutto il gruppo che sostiene Bush é implicato
>nel fallimento di massa del capitalismo americano. Inoltre alla base
>della presa del potere da parte di Bush c'é anche l'appoggio del più
>grande monopolio dell'industria high tech. In cambio il presidente
>ha garantito a Bill Gates l'impunità per le politiche monopolistiche
>della corporation Microsoft che hanno danneggiato il capitalismo di
>massa, indebolito e rapinato centinaia di aziende minori, colpito la
>fiducia nella libera impresa e nel libero mercato. Il potere di Bush
>si fonda su un'alleanza tra old economy del petrolio e del militare,
>ceto lunpenborghese rapinatore e fallimentare, e monopoli privato
>dell'informatica e della comunicazione.
>Quando il collasso economico comincia a precipitare, miracolosamente
>arrivano tre aerei nei cieli di Washington e New York.
>Miracolosamente il capitalismo prossimo alla bancarotta può
>investire le energie dell'intera società (che danno segni di
>esaurimento) in direzione della guerra. La mobiitazione generale
>delle energie inizia con un appello alla guerra santa dell'occidente
>contro i malvagi del mondo. Comincia la grande campagna Manichea del
>Bene contro il Male. Il Bene é rappresentato da un gruppo di magnati
>del petrolio che hanno notoriamente rapinato fondi pubblici e
>portato al collasso aziende gigantesche.
>Dopo una fase di guerra contro la popolazione afghana, che non
>produce assolutamente il risultato promesso, cioé l'arresto dei
>vertici dell'organizzazione di Al Qaida, accusata della
>responsabilità per gli attentati dell'11 settembre, la guerra deve
>essere rilanciata. Si individua quindi un nuovo bersaglio.
>
>LE MENZOGNE DEI GUERRAFONDAI
>Le motivazioni della guerra contro l'Iraq sono ridicole.
>"Saddam é nemico dell'umanità." Certo, lo era anche quando agiva per
>conto dell'amministrazione americana aggredendo l'Iran, e lo sono
>anche molti alleati degli americani come Sharon o la dinastia
>saudita.
>"Ha usato armi proibite." Lo ha fatto nel 1988 quando era sostenuto
>finanziariamente e politicamente dagli USA.
>"Può sviluppare l'atomica." E' improbabile, ma le violazioni al
>Trattato di non proliferazione sono ormai molteplici, a cominciare
>con quella israeliana.
>"bisogna portare la democrazia nel medio oriente". Niente di più
>ipocrita. La democrazia nel Medio Oriente passa attraverso il ritoro
>di Israele dai territori, attraverso il riconoscimento dei diritti
>politici del popolo kurdo, e attraverso un ridimensionamento del
>ruolo delle grandi corporation del petrolio che da cinquant'anni
>rapinano le risorse di quei paesi e influenzano la vita politica in
>maniera diretta e autoritaria da quando impiccarono Mossadeq che
>voleva nazionalizzar eil petrolio iraniano.
>"bisogna proteggere la sicurezza dei cittadini occidentali" Si sta
>sollevando un'ondata di panico. La gente muore nelle discoteche di
>New York e di Chicago perché al primo rumore sospetto si accalca e
>si calpesta. Se la guerra scoppia, il terrorismo é destinato a
>dilagare. L'ideologia della sicurezza é produzione di paranoia a
>mezzo media per la creazione di un sistema economico di
>securizzazione globale destinato ad alimentare sempre nuova
>paranoia.
>"bisogna proteggere il nostro livello di vita." Questa é l'unica
>frase che corrisponda a verità in tutta la propaganda bellicista. Il
>20 per cento dell'umanità non vuole rinunciare a consumare l'80 %
>delle risorse,per non dover rinunciare ad andare dal tabaccaio in
>macchina, ma il massacro generalizzato é un prezzo troppo alto per
>uno scopo troppo stupido.
>
>POSSIBILI SCENARI DI SVILUPPO E L'EMERGERE DEL TERZO ATTORE
>Quali scenari possiamo prevedere se la guerra esplode? Uno scenario
>é quello di una rapida vittoria degli aggressori, la cattura del
>criminale di Baghdad, l'imposizione di un protettorato relativamente
>pacificato, la democratizzazione americana del Medio oriente, la
>progressiva bonifica delle zone di conflitto, l'imposizione di una
>dittatura militare planetaria a scopi benefici. Ma c'é qualcuno che
>ci creda, a uno scenario di questo genere? Lo scenario più
>realistico prevede possibilità di crollo del regime pakistano con la
>conquista di duecento testate nucleari da parte delle componenti
>islamico integraliste che hanno avuto il 20% alle ultime elezioni.
>Prevede una guerra tra turchi e curdi per il possesso di Kirkuk.
>Prevede il crollo del regime saudita e l'espansione a macchia d'olio
>di Al Qaeda, l'esplosione di un'ndata di suicidio micidiale che
>terrificherà le città occidentali. La conseguenza più probabile
>dell'aggressione all'Iraq sarà l'esplodere dell'Impero, e
>l'inaugurazione dell'Impero del Caos.
>
>Nel frattempo é successa una cosa che cambia la visuale complessiva:
>nel quadro di una contrapposizione paranoica tra fanatismo
>integralista e nazionalista, e fanatismo nazi-capitalista é
>finalmente emerso il TERZO ATTORE, quello che tutti attendiamo
>dall'11 settembre, alla cui costruzione ha lavorato con
>cocciutaggine il movimento globale anticorporation. Il terzo attore
>é entrato in azione il 15 febbraio. E' il movimento della vita
>quotidiana globale che si ribella contro la demenza guerrafondaia.
>Quello che abbiamo visto emergere il 15 febbraio é un movimento
>destinato ad espandersi e radicalizzarsi, se la guerra esplode. Ma a
>quel punto si tratterà di lavorare perché il processo di fuoriuscita
>dalla guerra sia tutt'uno con il processo di dissolvimento del
>dominio liberista sul capitalismo globale, per riaprire la dinamica
>del conflitto anticapitalista nella società.
>Il capitalismo porta la guerra come la nube porta la tempesta, ma
>nel corso della guerra si creano le condizioni per la ridislocazione
>del capitalismo.
>Non ci sarà nessuna riedizione di un processo rivoluzionario di tipo
>novecentesco, ma il problema di rovesciare le forze che hanno
>prodotto la guerra si porrà. Allora non basterà togliere di mezzo il
>ceto criminale che ha prodotto la guerra. Occorrerà chiarire che la
>guerra é soltanto la continuazione della devastazione liberista con
>altri mezzi, e dunque occorre tagliare le radici del processo che ha
>portato alla catastrofe.
>
>FINALINO
>Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi occorre trasformare la
>potenza che proviene dalla ribellione contro la guerra, in
>disobbedienza generalizzata. Quelli che si stanno facendo trascinare
>nella demenza della guerra non hanno più alcuna legittimità per
>governarci. Nessuna loro decisione deve essere rispettata. Al tempo
>stesso occorrerà creare le condizioni per l'autorganizzazione
>alternativa dei saperi e della produzione.
>Il 15 febbraio é stato il segnale di una secessione maggioritaria
>dalla società della guerra.
>Presto si porrà il problema di organizzare la secessione dalla
>società del capitale.
>Cominciamo a pensare al dopoguerra.
>
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