Il 3 Ottobre 2003 
Alle ore 17
Alla Feltrinelli di piazza Ravegnana di Bologna
Si terrà una 
PUBBLICA MANIFESTAZIONE DI DENUNCIA DELLA LEGGE GASPARRI
E presentazione della rivista TELESTREET 

comunicato di protesta contro il sequestro e la chiusura della telestreet 
Discovolante di Senigallia

Funzionari del ministero della comunicazione sono andati a sequestrare gli 
strumenti di trasmissione di DISCO VOLANTE una televisione di strada di 
Senigallia. Per la cronaca aggiungeremo che la telestreet di Senigallia é stata 
creata con l'aiuto di istituzioni pubbliche locali ed animata da portatori di 
handicap della costa marchigiana. Ma non é proprio nostra intenzione fare del 
vittimismo. Se c'é una vittima qua il governo del dittatore-clown.
Sono alla frutta. La banda di mascalzoni che ha occupato illegittimamente i 
posti del potere ora tenta disperatamente di barricarsi dentro le stanze dei 
bottoni mentre dall'intera società italiana sale ogni giorno più forte il 
disprezzo, la rabbia il furore.
A compimento della occupazione privata di ogni spazio pubblico, il governo si 
prepara a portare in parlamento una legge che prende il nome del capomanipolo 
Gasparri ed é stata concepita dalla Cupola di Mediaset con lo scopo di sancire 
forever l'occupazione del Mediascape. Vogliono riempire i nostri occhi le 
nostre orecchie le nostre teste con la merda confezionata da un esercito di 
brunovespa. Hanno licenziato chiunque avesse il coraggio di dire parole non 
omologate dalla Cupola, ora aggrediscono quei pochi giornalisti che cercano 
ancora di fare il loro mestiere, hanno sottomesso e devastato la RAI, hanno 
convogliato il fiume dei danari pubblicitari verso l'azienda del boss. Credono 
di dominare incontrastati l'Infosfera.
Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi.
Mentre i gasparri preparavano la blindatura nell'alto dei cieli televisivi, 
sulla terra si moltiplicavano silenziosamente le telestreet. Prima una poi due 
poi tre poi sette poi trentaquattro poi ottantasei oggi più di cento 
televisioni di strada proliferano nei quartieri delle città italiane.
Su minuscoli vascelli dotati di telecamera, mediattivisti inarrestabili 
registrano frammenti di vita quotidiana e ricompongono un patchwork di 
comunicazione pubblica che il regime credeva di aver cancellato, e dissolvono 
dal basso le fondamenta stesse del castello Berlusconi-Murdoch.
L'imperatore sbronzo e i suoi servizievoli vassalli dispongono di capitali 
enormi, e danno ordine alle guardie di sequestrare tutte le fionde televisive 
che come funghi spuntano nel regno.
Ma sappiamo che quando arriva Davide Golia ha i giorni contati.
Ci vuole tempo, ma va sempre a finire così





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