Grazie a tutti per i consigli utilissimi e la discussione veramente 
interessanti. 

Io personalmente non credo ci siano problemi legali/morali se qualcuno 
interpreta una traccia scialpinistica (o alpinistica) alla lettera mettendosi 
in difficoltà. La colpa sarebbe solo sua, visto che dovrebbe essere scontato 
per chi fa  alpinismo sapere leggere una mappa e quindi sapere che una traccia 
alpinistica non va seguita alla lettera (d'altro canto anche le cartine 
topografiche commerciali riportano percorsi alpinistici e/o scialpinistici). 
Ovviamente questo se la mappa è chiara nel distinguere percorsi diversi (ad 
esempio il tag sac_scale specifica chiaramente che i livelli 5 e 6 possono 
essere privi di traccia) 

Per i percorsi alpinistici io di solito controllo le descrizioni del percorso 
online, la cartina topografica commerciale e le tracce già presenti su OSM. Se 
vedo che c'è coerenza mappo il percorso (ovviamente dalle tracce GPS :) ) se 
ognuno è salito da un percorso diverso allora evito, con l'idea che magari lo 
si potrà mappare quando ci saranno più informazioni (ad esempio più tracce GPS 
su cui fare una statistica).

Nello scialpinismo e in generale nella montagna invernale la cosa che 
personalmente più mi preoccupa è usare "path" per i percorsi invernali. Ad 
esempio se guardate la salita al Monte Grignone 
(https://www.openstreetmap.org/#map=16/45.9524/9.3970) sono indicati due 
sentieri il "sentiero estivo" e il "sentiero invernale". A parte che la cosa 
non mi sembra del tutto corretta in quanto il sentiero invernale, essendo una 
traccia nella neve in estate proprio non esiste ma sopratutto questo potrebbe 
ingannare un escursionista poco esperto che potrebbe interpretare i percorsi in 
modo letterale e  pensare che il "sentiero invernale" sia una possibile 
variante.
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