Lo sapevo già, ma in maniera confusa, e oggi l'ho capito bene. Mentre tradizionalmente in Italia, analogamente al mondo anglosassone, si paralva di "proprietà intellettuale a includere tutti i diritti immateriali derivanti dal lavoro dell'ingegno, a partire dal 2005 in Italia si parla più propriamente di "proprietà industriale" quando si indicano marchi, brevetti e varie altre cose meno note, comprese nel CPI (codice della propietà industriale).
Di conseguenza, negli scritti recenti spesso il termine "proprietà intellettuale" è relegato alle opere coperte dalla LdA (legge sul diritto d'autore), in particolare scritti e programmi. Questa illuminazione potrebbe forse avere delle conseguenze sulle nostre traduzioni. Finora abbiamo sempre tradotto "intellectual property" con "proprietà intellettuale", e abbiamo, seguendo il testo originale, detto che questa comprende marchi, brevetti e diritto d'autore. Forse, d''ora in poi, sarebbe più opportuno appena capita aggiungere una nota che dica qualcosa del tipo: [NdT: dal 2005 in Italia i marchi e i brevetti sono disciplinati dal codice della proprietà industriale, e sempre più spesso non vengono compresi sotto il cappello di "proprietà intellettuale"]. Non sono sicuro che sia la maniera migliore di gestire la faccenda, e certamente non è urgente, ma cominciamo a considerare la questione. -- principale: http://www.linux.it/tp/ ausiliaria: http://fly.cnuce.cnr.it/gnu/tp/ausiliaria.html