On 12/20/2013 04:24 PM, Stefano De Carlo wrote: > Il 20/12/2013 12:56, Andrea Pescetelli ha scritto: >> > >> > E se chi ha questi principi etici per motivi lavorativi gli vienisse >> > dato im nano software non open per lavorare? >> > Se fosse etica allo stato puro dovrebbe rifiutarsi e licensiarsi giusto? >> > > Esattamente, dovrebbe fare cosi. > A che cosa servirerebbe? A niente, per sé stesso e per la sua "causa". > >> > Non voglio tenere il punto ma e' che e' divertente vedere incalliti >> > sostenitori dell open andarsene in giro in iphone o portatili apple o >> > avere il lettore dvd in macchina con windows mobile :) >> > > Si, è divertente, non dico di no. > Ma tra "etica allo stato puro" e "sostenitore open che va in giro con > mac" c'è tutto un mondo di sfaccettature nel mezzo. Parlare degli > estremi è molto spesso inutile per giungere ad una qualsiasi conclusione. > > Storiella: > Pur essendo Android open source, all'atto pratico il 95% dei dispositivi > che lo utilizzano al mondo gira con codice al 95% proprietario e chiuso. > Di conseguenza i "sostenitori dell'open source" si sono dati da fare per > attaccare questa situazione spiacevole, per la loro visione. Ne sono > nati tanti progetti, ma ne spiccano due per "unicità": Replicant e > CyanogenMod. Questi progetti hanno 2 approcci diversi: > Replicant ha scelto la strada "genuina", zero-compromessi, pura-e-dura, > open-o-muori, nei confronti delle tante piccole componenti proprietarie > (librerie, moduli, blob in userspace) la cui presenza è immancabile in > ogni dispositivo. Se una cosa non è open, viene rimossa, non importa le > conseguenze. > CyanogenMod ha invece scelto di avvalersi di tutte queste componenti > proprietarie device-specific e focalizzarsi sul codice in comune, che > costituisce il grosso del sistema, con l'obbiettivo che fosse open e > installabile su quanti più dispositivi possibili. > > Fast-forward a oggi, e i risultati di queste scelte sono: > Replicant è irrilevante. Semplicemente un blip sul radar, gira su 5 > dispositivi in croce, e gira male. Il numero di rinunce che devi fare > per farlo girare è chilometrico, e sconfina quasi sempre nell'inusabilità. > CyanogenMod, fondandosi sul compromesso prima discusso, ha invece > completamente invertito le percentuali dell'inizio della storiella: ora > il 95% dei dispositivi Android esistenti possono avere in esecuzione > codice al 95% aperto. > > Domanda: Chi ha cambiato le cose? Chi è più vicino tra i due a > raggiungere l'obbiettivo originario "tutto open"? Il genuino Replicant o > il non-così-genuino CyanogenMod? > La risposta è ovvia. E ora, nel mondo post-Snowden, chi è al posto > giusto per difendere la privacy e la sicurezza degli utenti proteggendo > i famosi endpoint *per default*? Esatto, sempre CyanogenMod [1]. > > L'approccio talebano al Software libero e open serve essenzialmente solo > a persone come Richard Stallman, che hanno scelto di dedicare la loro > vita alla *divulgazione* di questa filosofia. Non puoi essere credibile > in questo tuo compito se non sei coerente in ogni momento, costi quel > che costi. Licenziamenti (lasciò un lavorone al MIT), arretratezza > tecnologica (usa un PC vecchio per gli standard di 10 anni fa), tutto è ok. > > Ma per tutti quelli "nel campo di battaglia dell'open source", che > cercano di ottenere risultati concreti, tangibili, in grado di cambiare > in meglio le vite di tutti (anche di chi di informatica non ne mastica), > gli approcci "puri e genuini" non portano a niente. Servirà un certo > numero di compromessi lungo la strada, e più hai bene chiara in mente la > "big picture" e la priorità degli obbiettivi, meglio sei in grado di > scegliere questi compromessi. > > Se non fosse così, per dire, i sostenitori dell'open source dovrebbero > smontare baracca in Ninux, che c'abbiamo AirOS sulle antenne e non siamo > "eticamente puri". Per fortuna tutti capiamo che ci sono dei compromessi > da fare, è che l'obbiettivo di una rete aperta e comunitaria come > alternativa concreta non può essere sacrificato sull'altare del perfetto > open source. > > A prescindere da tutto questo, dal punto di vista della crittografia è > diverso: qui di open source possiamo anche dimenticarci in termini di > qualità etica, perché conta esclusivamente come qualità tecnica. > *Qualsiasi* software coinvolto in sicurezza e privacy è completamente > inaffidabile se non è open source. Se c'erano dubbi (e non ci dovevano > essere), Snowden li ha spazzati via in una notte di mezza Estate. Non > c'è molto altro da dire.
E con queste precisazioni di Stefanauss credo che abbiamo detto veramente tutto! :) Grande Stefano! Nemesis
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