Faccio un esempio terra-terra: sicuramente una
grossa compagnia assicurativa, finanziaria o
bancaria potrebbe trarre enormi vantaggi economici
se riuscisse ad entrare in possesso dell'anagrafe
tributaria.
Con tutti i danni del caso per la privacy, la libera
concorrenza, la libertà di iniziativa economica dei
cittadini e delle imprese etc etc.
Ma tu, seguendo il criterio "uso commerciale" non
riusciresti mai ad impedire che questo accada: perchè
loro si limiterebbero semplicemente ad utilizzare la
banca dati all'interno della propria struttura aziendale
per finalità di analisi statistica e di supporto
alle decisioni strategiche e di marketing: che fino a
prova contraria sicuramente non possono essere definiti
utilizzi di tipo commerciale.
Oops, forse ho generato un equivoco io nella precedente risposta:
...Se ad esempio un soggetto potesse prendersi i dati di tutti i comuni, di
tutte le province, di tutte le regioni, e in piu' ci mette i suoi.
In effetti non lo avevo precisato, ma intendevo riferirmi ai soli dati
GIS, non certo a tutte le banche dati che sono presenti in una PA.
Io rispondevo alla questione posta da Cavallini, ovvero liberare i dati
per far nascere
delle realta' commerciali dai servizi GIS.
In questo caso che riporti te si parla invece di liberare i dati per far
trarre vantaggi dalle informazioni intrinsece contenute nei dati.
E questo e' un altro aspetto del problema.
Ora forse il tuo esempio e' un po' troppo esagerato.
Infatti l'anagrafe tributaria non e' un dato GIS.
Magari un altro esempio potrebbe essere una ipotetica società che prende
i dati GIS dell'ente pubblico per stabilire dove mettere una centrale a
energia solare.
Questi aspetti sono squisitamente da giurisprudenza.
Infatti solo in tale ambito riescono a identificare i principi base ai
quali attenersi per riuscire a dare una direzione coerente e una
altrettanto coerente interpretazione delle norme.
Infatti si puo' stare benissimo che alla fine emerga che non sia cosi'
disdicevole che una societa' utilizzi dei dati GIS per il suo lavoro
interno.
Senza restituire alcunche' alla comunità che ha fornito i dati di partenza.
personalmente, ci vedrei bene vanche una bella
"clausola virale" stile GPLv2/3:
Non lo so' quanto potrebbe funzionare.
la licenza GPL vnon obbliga a rilasciare i sorgenti di software che
viene usato al proprio interno.
L'obbligo di fornitura dei sorgenti si attiva solo quando divulghi il
software all'esterno.
>dopotutto se riusciamo a garantire la maggior circolazione
possibile per i dati e nella forma più aperta, in fondo
garantiamo efficacemente che si stabilisca un regime aperto
alla libera concorrenza a parità di condizioni per tutti.
Parita' di condizioni puo' voler dire anche che nessuno li usa. Sarebbe
sempre una condizione paritaria, oppure se tutti li pagano, anche quella
e' paritaria.
Il fine che indichi e' chiaro e condivisibile, ma è la soluzione che non
mi sembra completamente adeguata. Far circolare i dati nella forma piu'
aperta non mi sembra una soluzione cosi' lineare e funzionale. Proprio
per le cose che ho gia' espresso.
Chi li usa in casa sua senza alcuna divulgazione, li usa e finisce li'.
Chi li arricchisce con dati extra, propone un qualcosa di piu' che
supera la proposta di altri.
Chi usa solo tali dati si ritrova con un qualcosa di livello base che
non supera l'offerta di altri.
Il consentire a tutti di possedere i dati GIS della PA per qualsiasi uso
interno o commerciale di qualsiasi tipo esso sia, non fa' altro che
alzare il lvello minimo che ci si aspetta da un servizio che impieghi i
dati GIS. Il dislivello di condizioni resta tale e quale a come era prima.
Per cui verrebbe meno uno degli obiettivi che te stesso indichi, libera
concorrenza a parita' di condizioni per tutti.
Faccio un esempio provocatorio e assolutamente fantasioso:
se ad esempio la PA mettesse una licenza con cui dice che i suoi dati
GIS sono usabili per uso anche commerciale purche' non siano
assolutamente mescolati con altri dati , ne' alterati in alcun modo
con altri dati provenienti da fonti diverse dalla PA stessa.
In quel caso certamernte si' avrebbe parita' di condizioni.
La grande società che possiede dei dati propri non li potrebbe mettere
insieme ai dati della PA per avere un prodotto piu' concorrenziale in
condizioni di predominanza.
E in quel caso tutti sarebbero veramente nelle medesime condizioni.
Ma e' veramente questo quello che si cerca ?
Andrea.
Il 31/10/2010 21:32, a.furi...@lqt.it ha scritto:
Ciao Andrea,
sto seguendo con attenzione questo thread
che mi sembra particolarmente interessante,
anche perchè tocca da vicino quelli che saranno
i "temi caldi" del prossimo GFOSS-Day di Foligno.
Gli elementi che metti in evidenza sono sicuramente
ragionevoli e ben fondati.
Certamente nessuno di noi vuole che la liberalizzazione
dei dati della PA possa rappresentare (in un modo o
nell'altro) un grosso regalo per il monopolista o per la
grande multinazionale di turno.
Specie se questo dovesse alla fine produrre un danno
rilevante per la collettività nel suo complesso.
I pericoli che tu evidenzi sono sicuramente molto
concreti: anche perchè ormai le multinazionali
spesso dispongono di risorse finanziarie comparabili
se non addirittura maggiori di quelle degli Stati
Nazionali: e sicuramente dispongono di una efficienza
operativa con tempi di reazione ben più rapidi.
Ma proprio per questi motivi non condivido l'idea
che il criterio "uso commerciale / non commerciale"
possa essere una buona trincea sulla quale impostare
le nostre linee di difesa.
Faccio un esempio terra-terra: sicuramente una
grossa compagnia assicurativa, finanziaria o
bancaria potrebbe trarre enormi vantaggi economici
se riuscisse ad entrare in possesso dell'anagrafe
tributaria.
Con tutti i danni del caso per la privacy, la libera
concorrenza, la libertà di iniziativa economica dei
cittadini e delle imprese etc etc.
Ma tu, seguendo il criterio "uso commerciale" non
riusciresti mai ad impedire che questo accada: perchè
loro si limiterebbero semplicemente ad utilizzare la
banca dati all'interno della propria struttura aziendale
per finalità di analisi statistica e di supporto
alle decisioni strategiche e di marketing: che fino a
prova contraria sicuramente non possono essere definiti
utilizzi di tipo commerciale.
Viceversa, il criterio "uso commerciale" rischia di
generare un oceano di situazioni confuse, ambigue e
poco chiare per tutti quegli operatori economici
medio-piccoli che p.es. vogliono semplicemente mettere
in piedi un sito WEB (magari anche farci soldi, perchè
mai no ?).
Mi pare che il caso di partenza (PCN / Lombardia) ne
rappresenti un esempio canonico.
Io personalmente fossi nei panni di Andrea Pogliaghi
ci penserei due volte prima di pubblicare quel sito:
perchè poggia su fondamente giuridiche altamente dubbie
ed opinabili ... e quindi instabili e franose ...
Insomma, io credo che il problema andrebbe esaminato in
un'ottica differente: e mi permetto di suggerire un
paio di elementi-chiave ripresi di peso dalle licenze
OpenSource per il SW, ma anche dalla Creative Commons.
a) hai ricevuto dati liberi e gratuiti
b) fanne un po' l'uso che meglio ti pare
c) però sei tassativamente vincolato a redistribuire
in forma altrettanto libera e gratuita tutti i
materiali frutto della tua rielaborazione
a chiunque te ne faccia richiesta
personalmente, ci vedrei bene vanche una bella
"clausola virale" stile GPLv2/3:
d) e se per caso integri strettamente il materiale
che hai ricevuto liberamente con altri materiali di
tua proprietà ... allora sei obbligato ad offrire
liberamente anche tutto il materiale di tua proprietà
per il SW questo tipo di licenze funziona alla
grande: non vedo perchè non possa funzionare anche
per i dati.
dopotutto se riusciamo a garantire la maggior circolazione
possibile per i dati e nella forma più aperta, in fondo
garantiamo efficacemente che si stabilisca un regime aperto
alla libera concorrenza a parità di condizioni per tutti.
e la libera concorrenza in un mercato aperto è senza ombra
di dubbio il miglior deterrente per difendersi dai monopoli
e dalle distorsioni del mercato che vanno sempre a favore
dei soliti "furbetti del quartierino" :-)
ciao Sandro
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