Gli obiettivi che le norme propongono per l'adozione dei formati aperti sono essenzialmente due:

_ le pubbliche amministrazioni che producono dati devono garantirsi la costante e futura capacità di usare i propri dati: non devono mettersi nelle condizioni per cui la capacità di utilizzo dei propri dati dipenda dall'utilizzo di SW proprietari, tali per cui se il proprietario del SW decidesse di non consentirne più l'utilizzo alla PA (o la strozzasse con i costi di licenza), questa non sarebbe più in grado di usare i propri dati (mi sembra che qualcosa del genere sia successo tra microsoft e alcuni stati dell'America Latina); _ le pubbliche amministrazioni devono rendere disponibili i propri dati senza obbligare il cittadino ad acquisire licenze onerose per poter leggere quei dati.

Da questo punto di vista, un Esri ASCII Grid, letto e scritto da diversi SW, di cui molti anche senza costi di licenza (si mette in evidenza il fatto di SW OpenSource per le PA, per essere in grado di riusare sempre i propri dati, e di SW Freeware per il cittadino, per non obbligarlo a costi per poter leggere il dato), si può assolutamente considerare formato aperto.

Condivido quindi quanto afferma Stefano.

Chiaramente nella scelta dei formati (aperti) anche altre considerazioni giocano un ruolo: performance, diffusione, compattezza, ecc.

Se lo shape file o l'Esri Ascii Grid sono ormai uno standard di fatto, spazi di evoluzione significativi si possono intravedere per: _ geodatabase (dati organizzati, relazionati, comprensivi di tabelle e vocabolari, ecc. in un unico archivio, magari accompagnati da tabelle contenenti la relativa metainformazione, classificazioni, vestizioni, ecc.): es. Spatialite; _ files raster (immagini, DEM, GRID...), magari corredati di piramidi, metainfo, ecc.: es. Rasterlite.

Ciao,
Maurizio

On 12/10/2011 10.35, Stefano Salvador wrote:
IMHO un formato di file può essere aperto anche se l'ha inventato una
specifica ditta. Basta che le specifiche siano pubbliche e non
esistano royalties o brevetti per una sua eventuale implementazione in
un software terzo. Nel caso particolare di Esri ascii grid non mi
sembra che siano vincoli particolari (ma protrei sbagliarmi) e quindi
lo ritengo libero tanto quanto il formato di GRASS. Anzi, verificato
che non ci siano vincoli o balzelli collegati, il formato ESRI sarebbe
preferibile in quanto supportato da praticamente tutti i software GIS.

My 2 cents,

Stefano
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