Ciao Stefano, grazie per le tue riflessioni, in effetti la tua visione e` molto simile alla mia. Alcuni commenti inlines.
2013/4/22 Stefano Iacovella <stefano.iacove...@gmail.com> [...] > Il modello di associazione che piacerebbe a me, e che credo possa > funzionare al meglio, è molto leggero e fluido. > > Un associazione con uno statuto forte, che delinei nettamente quali sono i > principi inderogabili e le linee guida che devono essere presenti in ogni > attività che possa considerarsi come attività dell'associazione. > Lo statuto attuale e` forte nel definire i principi, che credo siano condivisi dalla maggior parte di coloro che scrivono in questa ML, ma non definisce le modalita` pratiche di applicazione, che sono state demandate dallo statuto stesso ad una sorta di regolamento interno. Tale regolamento, estensione naturale dello statuto, non e` mai stato scritto. Nel corso delle due ultime assemblee si era chiesto ai soci di partecipare alla stesura, il consiglio nella persona di Marica si era reso disponibile a coordinarne le attivita`, dedicando il proprio tempo. Da quel che ne so, i soci non hanno poi partecipato, chiedo conferma a Marica, per cui l'attivita` si e` arenata (almeno ai tempi in cui ho lasciato il consiglio e l'associazione la situazione era questa). > Una associazione con pochissime cariche e con molte attività da parte dei > soci, una sorta di non-associazione :-) > > Mi spiego meglio. Mi pare che molte persone, sia soci dell'associazione > che orbitanti intorno, svolgano attività a favore del software geografico > Open Source, o siano interessati a farlo. > > Il modo migliore perchè questa attività vengano realizzate è > l'organizzazione spontanea, dal basso. Il ruolo di GFOSS dovrebbe essere > quello di collante, di aggregatore di iniziative, che possa dare risonanza > e "ufficialità" alle attività dei singoli. > Ottimo!!! fino ad ora purtroppo, i soci hanno partecipato poco pero` alla vita dell'associazione. L'ex-consiglio ha speso ore di riflessione per cercare di capire e combattere questo stato di cose, purtroppo, senza grossi risultati. > In questo modello io vedo un comitato ristretto, ovviamente eletto dai > soci, di 3-5 persone il cui ruolo principale sia la "custodia" dello > statuto e la garanzia che le attività svolte col bollino GFOSS non > contrastino palesemente con i principi irrinunciabili dichiarati nello > statuto. Fatto salvo questo massima libertà di azione a chiunque, perchè la > pluralità di azioni e di diverse visioni può solo essere fonte di ricchezza > e di crescita per tutta l'associazione. > > Chiunque voglia svolgere un attività e fregiarla del bollino GFOSS > dovrebbe semplicemente dichiararlo al comitato raccontando brevemente di > cosa si tratta e dare "prova" che non contrasta con lo statuto. Ed il > comitato dovrebbe "autorizzare" e dare risonanza. > > Ovviamente il comitato deve essere una struttura estremamente agile e > veloce, che possa dare risposte certe e rapide, deve quindi essere composto > da persone che oltre alla competenza siano anche disponibili a dedicare una > piccola (?) quota del loro tempo. > Vorrei ricordare che il consiglio e` normalmente composto da persone che oltre all'associazione hanno un lavoro e possibilmente anche una vita sociale e privata, proprio come tutti gli altri soci. Quello che si e` verificato fino ad ora e` stato aspettarsi che il consiglio portasse avanti una serie di attivita` proposte dai soci, senza che pero` i soci stessi dedicassero il proprio tempo. In un mondo ideale, i consiglieri cosi` come _tutti_ i soci, dedicherebbero una quota, possibilmente costante, del proprio tempo, per portare avanti le attivita` dell'associazione in cui si sentono coinvolti. Onestamente, mi pare piuttosto ipocrita l'atteggiamento di iscriversi all'associazione senza poi prendersi nemmeno il fastidio di leggere le email. L'associazione non ha bisogno del "sostegno economico" che deriva dalla modesta quota di 30 euro annuali, se poi i soci non discutono tutti assieme su come spendere quel, se pur modesto, budget. IMHO, non e` un modo sano di far parte dell'associazione quello di pagare una quota annuale e poi mandare le email in /dev/null. > Ad esempio più di una volta ho letto qui in lista di azioni che qualcuno > ha proposto all'associazione verso aziende/enti pubblici italiani ma a cui > poi mi pare non vi sia stato seguito. > Non vi e` stato dato seguito da parte dei soci stessi. > Se il socio invece diventa la parte attiva, e scrive di proprio pugno > la comunicazione, il ruolo dell'associazione diventa soltanto quella di > canale trasmissivo. > Esatto!!!! > Ovviamente le mie considerazioni sono da esterno. Anche se sono utente di > software Open Source, non solo geografici, da molti anni mi sono avvicinato > all'associazione ma solo nell'ultimo anno seguo con più attenzione > l'associazione. > Grazie mille per le tue riflessioni e scusa se ho approfittato della tua email per esprimere qualcosa che avrei voluto dire da tempo, ma non avevo ancora formulato in parole. Per favore non prendete le mie riflessioni in un senso negativo e disilluso, ma possibilmente come base per ripartire senza ripetere gli errori commessi in passato. Non sto dicendo che l'ex-consiglio non ha la sua parte nella situazione attuale dell'associazione, ma piuttosto che ognuno ha le proprie responsabilita`, e che siano benvenute le nuove forze che portino una ventata di freschezza! ciao madi > > -- Best regards, Margherita DI LEO Postdoctoral Researcher European Commission - DG JRC Institute for Environment and Sustainability (IES) Via Fermi, 2749 I-21027 Ispra (VA) - Italy - TP 261 Tel. +39 0332 78 3600 margherita.di-...@jrc.ec.europa.eu Disclaimer: The views expressed are purely those of the writer and may not in any circumstance be regarded as stating an official position of the European Commission.
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