Ho letto l'articolo. Mi convince poco la tesi che senza il pieno possesso dell'opera derivata non si puo' fare business. Si fa' sicuramente. Il fatto sicuro è che serve una buona idea, una idea innovativa, basata su un uso innovativo dei dati. E che si adegui alle regole imposte sui dati in questo caso l'ipotesi è quella della variante con l'obbligo di ridistribuire il dato derivato. Nessuno dice che è facile, se lo fosse facile tutti sarebbero ricchi.
Invece si fa' un gran parlare di innovazione. E poi si ritorna sempre alla solita ricetta anni 50 stile coca-cola della ditta che ha il proprio core business basato su dei prodotti di cui ha l'esclusiva. E che nessun'altro puo' avere. Ma forse dietro non vi è questo aspetto. Io penso invece che dietro ci sta una esigenza piu' "terrena". Se una ditta puo' acquisire gratuitamente un bagagli di dati importante, e dopo averci messo sopra qualche carabattola sua trattenerlo come patrimonio suo proprio. Quello che sicuramente potrebbe fare è assegnargli un valore , che non potrebbe essere inferiore al costo di acquisizione del dato stesso. (Se la PA ha speso 100.000 euro per un archivio tale sarebbe il valore che una ditta potrebbe attribuirgli). E una volta fatto questo , il passaggio logico successivo sarebbe che tale bagaglio di dati entrerebbe a far parte del patrimonio della ditta stessa contribuendo a rendere piu' floridi i bilanci aziendali. Avere un patrimonio significa essere credibile per le banche e accedere a finanziamenti. Ancor piu' facile se si ha anche un nome da poter spendere in determinati ambienti. Se invece si è obbligati a ridistribuirlo in quanto opera derivata , il suo valore ai fini del bilancio aziendale è nullo o quasi. Forse è qui il punto, il non ridistribuire il dato derivato potrebbe aiutare a puntellare i bilanci di aziende traballanti. Quindi non vera imprenditoria innovativa, ma finanza creativa. Andrea. Il giorno 15 maggio 2013 08:40, Paolo Cavallini <cavall...@faunalia.it> ha scritto: > -----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE----- > Hash: SHA1 > > Con la consueta chiarezza, Giovanni Biallo identifica le due posizioni > contrapposte > in campo: > > http://www.geoforus.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2638&Itemid=11 > Resto convinto che la nostra posizione sia la piu' equa ed adatta per > costruire > sviluppo, ed un mondo migliore. Vogliamo fare un'azione, come comunita' o > come > associazione, per difenderla? > Saluti. > - -- > Paolo Cavallini - Faunalia > www.faunalia.eu > Full contact details at www.faunalia.eu/pc > Nuovi corsi QGIS e PostGIS: http://www.faunalia.it/calendario > -----BEGIN PGP SIGNATURE----- > Version: GnuPG v1.4.12 (GNU/Linux) > Comment: Using GnuPG with Mozilla - http://enigmail.mozdev.org/ > > iEYEARECAAYFAlGTLdQACgkQ/NedwLUzIr4Y2ACfUkjWv8hHnNdpQrLjUbtrBg3Y > zv8AoKj7gxN7lGS7XGCvdFqo5m5/qv1l > =LTnI > -----END PGP SIGNATURE----- > _______________________________________________ > Gfoss@lists.gfoss.it > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni > dell'Associazione GFOSS.it. > 638 iscritti al 28.2.2013 -- ----------------- Andrea Peri . . . . . . . . . qwerty àèìòù -----------------
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