Ciao,

ok, vediamo se lima qua , lima la' si arriva a isolare i punti veramente discriminanti, e capire il perche' di certe situazioni e perche' inspire prescirve sempre di rifarsi all'ente titolare, aniche' andare alla ricerca del sacro graal (il dataset di turno) :

On 26/10/2013 00:27, giulianc51 wrote:
dove leggo:

".....
Si badi bene che la norma fa riferimento ai **testi degli atti
ufficiali**, dunque affinché essa possa applicarsi è necessario che i
dati geografici siano espressi in una forma testuale e che siano parte
integrante di un atto ufficiale della PA.
..."

e

"....
Il discrimine fra ciò che è da considerare "testo di un atto ufficiale
della PA" e "opera dell'ingegno prodotta dalla PA" non è molto chiaro,
....";

se rileggi quanto da me detto, sostituendo "atto amministrativo" ->
"testo" e "allegato" -> "tutto ciò che non è testo" non dovresti
trovarti molto distante da quanto sopra;

quello che volevo esprimere è la mia divergenza da questa posizione;
magari sarà tecnicamente sofisticata, ma è strategicamente sbagliata:
non è sull'interpretazione del termine "testi" che si vince (anche se
per un urbanista una planimetria è un "testo"), ma sull'integrità
dell'atto amministrativo: può esistere una delibera senza planimetria?
no, e allora la planmetria rientra nell'atto pubblico con tutti gli
effetti conseguenti;


Il punto chiave è proprio questo, "il testo".
Le situazioni nei testi delle normative, delibere e vincoli sono molto variegate. Metto da parte i testi di pianificazione su cui nonho esperienza e compotenza, e mi rifaccio con esempi inventati ad altri
contesti piu' vicini alla vincolistica:

Se prendi la delibera di un vincolo, puo' capitare benissimo che te trovi una descrizione del vincolo sotto forma di percorso :

"viene vincolata l'area che costeggia il sentiero fino all'altezza del ponte sul fiume ... al di la del ponte segue il filare di alberi, etc..."

Ecco, in un caso come questo , quello che importa notare è che il testo della norma che istituisce il vincolo non dice :
si fa' riferimento al dataset vettoriale allegato al presente decreto.

Per cui, qualsiasi dataset che venisse realizzato per qualsiasi fine non avrebbe alcun valore di ufficialità.

Considera poi che un comune debba , per ragioni pianificatorie tenere presente quel vincolo . Non ha altra soluzione che rivolgersi a qualcuno che quel vincolo lo ha vettorializzato, oppure farlo vettorializzare lui stesso.
Magari lo fa' direttamente il professionista che lavora alla pianificazione.
Ma tale dataset, per quanto fatto bene e per quanto spacca il millimetro, non puo' essere trattato come il vincolo tal-di-tale. Non in senso ufficiale. Il professionista potrebbe aver vettorializzato il vincolo al suo meglio, ma comunque ne darebbe una interpretazione.

A questo punto pero' scatterebbe la "macchina diabolica". Ovvero se si mettesse assieme al piano , su internet anche il vincolo vettorializzato ad hoc per tale pianificazione, chi lo scaricherebbe lo tratterebbe , equivocandone il senso, come una copia valida (ancorche' non ufficiale) di tale vincolo e potrbebe utilizzarlo per altri fini.
Rischiando quindi di compiere un errore e subirne anche dei danni.

Per questo inspire molto saggiamente suggerisce che i dati siano sempre messi in linea dall'ente che è titolare di tale informazione. Che è in questo caso l'ente che istituisce il vincolo e non l'ente che ha fatto la vettorializzazione. Vettorializzazione che è quindi stata fatta solo per suo uso interno.

La casistica non si ferma solo a tale esempio:

poi ci sono i vincoli basati sulle particelle catastali.
Altro mondo, altro problema.

Infatti se in un vincolo testuale, te trovi scritto:
si istituisce un vincolo sulle particelle 4,5,6 del foglio 921 del tal comune.

E ancora il testo è cartaceo, ovvero non ha un dataset allegato.

Qui scatta un altro mondo con i suoi problemi,
infatti: per vettorialzzare tale vincolo , il professionista che deve disporre di tale documentazione per redigere il piano, dovrebbe procurarsi tali particelle.

Pero', qui nasce il problema della datazione. Ovvero tali particelle da dove erano state prese ? Ovvero in che anno erano state considerate ?

Il problema se si vuole è abbastanza circostritto dal fatto che il catasto quando fraziona, mantiene traccia del numero precedente. Forse qualcosa potrebbe succedere di peggio se avvenissero degli accorpamenti.

NOn so' se ci possono essere casi di accorpamenti di particelle o una loro riclassificazione . Cose che provocherebbero se avvenissero un disallineamento con eventi decreti di istituzione di vincoli basati sulle citazioni dei numeri di particelle.

A ben vedere tutte difficolta' nascono dal fatto , elemento comune, che quando vine istituto un vincolo chi lo istituisce non mette come allegato un dataset vettoriale.

Infine come ulteriore caso che mi pare di aver visto (ma non ricordo bene) mi pare che sia il caso in cui determinati tipi di vincolo (ma forse erano piu' delimitazioni per determinati usi) hanno annesso al testo ufficiale una stampa di una carta che approssima la zona con qualche elemento topografico che dovrebbe servire a riconoscerla.

In questo caso, se la carta è un po' troppo semplificata diviene difficile ricostruire e comunque se si vedono delle righe tirate sulla mappa , riportarle in vettoriale (o ricalcando o chissa' come) comporta un gran lavoro e un quasi sicuro rischio di compiere errori di precisione significativi. Infatti per quel che so' in questi casi la prassi piu' comune è di scansionare il cartaceo, georeferenziarlo (e qui lascio immaginare che precisione verrà fuori) e poi ricalcarla sul vettoriale.

Il tutto , sottolineo, per avere un dato vettoriale da poter usare per lo studio di una pianificazione.

Ma , è altresi' evidente, che alla fine certi dati vettoriali che ai fini di uno studio di pianificazione possono comunque essere utili, se escono da tale contesto , non vanno piu' bene.
E occorre sempre rifarsi all'ente titolare della informazione originale.

Termino con una considerazione:
se fai caso le varie casistiche hanno sempre un elemento comune:
ovvero siamo in una situaione in cui il dataset vettoriale non è disponibile presso l'ente titolare (spesso per ragioni oggettive, non per difetti delle persone) e quindi altri soggetti sono costretti a ricostruirsi da se' tale situazione.

Ovviamente se il dataset vettoriale fosse disponibile presso l'ente titolare o fosse gia' messo in download dall'ente titolare il problema non sussiterebbe e non servirebbe discutere se fosse opportuno o no condividere assieme a un piano anche i suoi quadri conoscitivi.

Per cui alla fine il ragionamento di Inspire: il dato deve essere messo a disposizione presos l'ente titolare, ha una sua logica molto forte,e rappresenta un modello operativo che sulla carta funzionerebbe.

PAro una parentesi per esprimere il mio pensiero (non richiesto lo so')
Personalmente ho invece molti dubbi quando si parla di raccogliere tutto e mettere tutto a disposizione su un unico portalone che farebbe da enciclopedia "treccani" dei datasets.

Anche perche' si innescherebbero qui delle dinamiche di propagazione del dato nelle filiere distribuite, chesi tradurrebero in ritardi e rischi di non avere mai un dato realmente aggiornato.

E invece ritengo che una metainformazione fatta veramente bene, anche nei datasets di lavoro interni (quelli ricostruiti da dati cartacei per intendersi) sarebbe veramente di aiuto, perche' potrebbe contenere le informazioni su come un dato va fatto. Mi riferisco alla sezione "data-quality" lineage-process-step + source-step . In cui ci sarebbe spazio per dettalgiare questi processi che ho sopra descritto e che permettere a un utente di pesare la validita' di un dataset. Il che non esula dal principio che il dataset debba essere pubblicato dall'ente titolare, ma permettere all'ente titolare di pubblicare anche datasets che sono stati ricavati per ricalco, ove non si possa fare di meglio.

Invece l'idea che prevale a livello nazionale che la qualita' di un dato debba sempre essere espressa attraverso l'indicazione di un nuero che esprima l'errore massimo compiuto secondo me è deleteria perche' abbinata al fatto che ogni dato vettoriale deve essere accompagnaato da una scheda costringe a limitare i dati vettoriali solo a quelli per cui questa precisione è misurabile in termini numerici.

Saluti,

A.

oops, è di cattivo gusto discutere di una persona o delle sue tesi in sua assenza, ma vorrei precisare che intanto uso Simone A. semplicemente perchè è il primo testo in cui ho riconosciuto quello che avevo descritto e poi perchè mi bastava confrontarmi con voi per capire eventuali miei errori; sarei felice di assistere in futuro ad un seminario sull'argomento con la presenza di uno dei maggiori esperti italiani sul tema; ciao, giuliano _______________________________________________ Gfoss@lists.gfoss.it http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni dell'Associazione GFOSS.it. 666 iscritti al 22.7.2013

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