Il giorno 24/gen/2014, alle ore 07:43, Geodrinx <geodr...@gmail.com> ha scritto:
> 
> 
> Comunque, fissiamo alcuni "punti" :)
concordo su quasi tutto, in particolare sul punto 5). Pero' aggiungo:
> 
> 1) DTM, DEM, o DSM sono dei "grid", ovvero una griglia "finita" di altezze, e 
> le coordinate XY sono "implicite", nel senso che non sono dichiarate 
> singolarmente, ma calcolate per iterazione da un programma, che usa parametri 
> dichiarati, quali: punto di origine, numero punti in X, numero punti in Y, 
> distanza DeltaX, distanza DeltaY. 
Non solo: un DEM puo' essere anche descritto da una matrice di punti (descritta 
da file di testo .xyz) costituito da terne di punti X, Y e Z, dove le X e Y 
incrementano in maniera costante riga per riga. Da non confondersi con una 
matrice di punti irregolare.
> 
> 7) (non mi piace il numero sei :)
> Tutto quello che non fa il "grid", lo fa il TIN.  Punto.
> Con il TIN possono essere descritti oggetti (e anche territori) di tipo 
> "sculturato".  Quindi, grotte, scogliere, bordi precisi di tetti, oggetti 
> fotogrammetrici eccetera. 
Qui rompo le scatole io, ribadendo che i cosiddetti "bordi precisi" del TIN non 
sono in realtà precisi, ma sono solo funzione del passo con cui sono stati 
campionati i vertici dei triangoli che lo costituiscono. Visto che all'atto 
pratico è impossibile battere punti e creare triangoli "in continuo", si genera 
sempre una maglia, o mesh che dir si voglia, irregolare questa volta, quindi 
"potenzialmente" in grado di descrivere meglio le features (purchè si battano 
per bene le breaklines, e purchè questo sia davvero possibile...), ma all'atto 
pratico la mesh vettoriale generata e' sempre DISCRETA, come giustamente ha 
ribadito Andrea Peri.
Sempre concretamente parlando, una nuvola di punti generata da un laser scanner 
all'interno della grotta campiona punti con un passo (espresso in frazioni di 
grado) attorno alla base rotante. Il modello generato non e' espresso da 
un'equazione continua, ma dalle terne di coordinate che identificano i vertici 
dei punti campionati, che NON E' ASSOLUTAMENTE DETTO che abbiano "beccato" le 
linee di discontinuita' che caratterizzano con precisione assoluta un cambio di 
geometria, e quindi una maggior precisione rispetto ad una griglia di tipo 
raster (o voxel) ad alta risoluzione. E siccome queste nuvole di punti sono 
praticamente ingestibili a livello software, si applicano praticamente sempre 
dei filtri e delle tecniche di "thinnaggio", tali per cui l'originaria alta 
risoluzione del dato viene sostituita da triangoli piu' o meno grossi, con 
vertici "decisi" in postproduzione, e con il rischio (piu' o meno concreto a 
seconda delle procedure utilizzate e dalla bravura dell'operatore) di 
"perdersi" delle strutture o breaklines importanti. Sto ovviamente pensando a 
casi concreti su cui ho esperienze, ad esempio rilievi laser scanner di pareti 
rocciose con ricerca di microstrutture, o rilievi in grotte carsiche.
> 
> E a questo punto scusate lo sfogo, da tecnico del settore:
> "Finiamola di rilasciare dati provenienti da rilevamenti lidar (o da SfM) 
> utilizzando il grid !"
Se il LIDAR e' di un terreno ed e' stato fatto da elicottero o aereo, in caso 
di aggetti le parti sovrastanti hanno comunque coperto le parti sottostanti per 
effetto della prospettiva, quindi in questo specifico caso e' piu' che adeguato 
usare un grid per un rilievo LIDAR, se questo e' stato fatto a quota costante.

Ciao!
Marco

Marco Gualdrini
GEOgrafica - Faenza

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