Ragazzi, vista da quaggiu', sotto l'ombelico del mondo, dove non esiste il 
peccato, la flame del manifesto vince la palma d'oro delle flames dell'anno 
in mailing list :D)
Per mettermici dentro anche io (wrestling! pow! blood!), vorrei tanto poter 
addolcire un po', perché mi pare che in mail l'ironia suoni spesso come una 
coltellata e una punta di incazzatura diventi facilmente un desert storm (il 
che mi pare esagerato dai due lati, francamente, visto che i due lati in 
realtà non sono poi così due lati)... a me pare che:

a) il fatto che un pezzo di laser compaia sul manifesto significa che la 
qualità di quello che dite e pensate, e la forma in cui lo dite e pensate, è, 
quanto meno, di alto livello (il manifesto e' l'unico spazio sul quale, 
quando pubblicavo, mi pareva un onore pubblicare). Il manifesto, in 
quest'ottica, ha fatto e sta facendo, una campagna pro-laser strepitosa.

b) è pratica giornalistica semplicemente onnipresente quella di prendere robe 
su internet (film, foto, articoli, libri) e pubblicarli. A volte è fatto in 
maniera corretta (poche o pochissime) a volte scorretta, a volte banditesca. 
Esimi giornalisti firmano su repubblica reportage che scopiazzano quasi 
integralmente (traducendoli male) dal Guardian, l'Observer e simili. Io ho 
nel cassetto articoli pubblicati su giornaletti regionali del nord italia: in 
uno, c'è la mia firma, anche se io neanche sapevo che esistesse il giornale, 
e il "pezzo" è una pagina di un mio libro mal copiata e malissimo tagliata. 
In uno online c'è un brano mio messo fra robe new age e riti magici. In altri 
siti o robe cartacee, ci sono pezzi miei senza neanche citare il mio nome. 
E' per dire che quello che è successo va visto, un po', anche in contesto 
meno auto-centrato: non è successo "a laser", laser ha osservato sulla sua 
pelle un esempio di come funzioni la megamacchina. Il creative commons é una 
storia che aprira' un mucchio di dibattiti di questo tipo, perché va a 
toccare una cosa che, nella pratica si fa da sempre (copiare: perché le idee, 
come il fuoco della sigaretta, quando le rubi l'altro non resta senza) e che 
da sempre si fa citando la fonte quando sei corretto e prendendo bastonate se 
usi a fini di lucro
Anyway,

c) a+b non spiegano e non giustificano il fatto che avvisare non costava 
nulla, tanto più quando gli attori in gioco si conoscono e si frequentano. Mi 
pare davvero che il punto centrale, come tutti hanno notato, è che Laser é 
no-profit, il manifesto no. Ergo, salvo il fatto che prendi materiale cc 
citandone la fonte (cosa fatta dal manifesto, correttamente), se tu ti muovi 
da una posizione for-profit, e l'altro no, devi quanto meno avvisare che vuoi 
usare il materiale. Ancor più fra gente che sta facendo percorsi simili e si 
sta schierando su fronti simili. Tutte le mail che parlavano di avvocati mi 
son parse assolutamente ironiche: credo significasse appunto aprire un 
discorso su questo, e è un disorso niente male...

d) una parte rilevante del casino, mi sa, è dovuta anche agli attriti/rancori 
"irrazionali" che mauro citava, con sincerità splendida (mi sa che m'innamoro 
di mauro, un giorno di questi). La capisco piu' di ogni altra, questa 
argomentazione: il manifesto è un gran bel luogo, in italia piu' prezioso che 
mai, pieno di teste e corpi strepitosi che lavorano assieme nonostante 1000 
differenze e 2000 guai. Molti di noi hanno voluto e vogliono collaborare (io 
ho più nostalgia di scrivere per il manifesto che di mangiare la mozzarella 
di bufala, il che é incredibile), ma la "struttura"-manifesto, tanto 
organizzativa quanto amministrativa a volte é così frustrante, così 
tristemente "muro" che rende impossibile una cosa che potrebbe essere molto 
facile. Questo non dipende da Franco Carlini né da Benedetto Vecchi o da 
altri cattivoni, ma da una serie di dinamiche emergenti (l'amministrazione, 
che sembra odiare garantire che un collaboratore regolare sia pagato più di 
una volta l'anno, ossia che sopravviva), il casino inevitabile in una cosa 
che allo stesso tempo è un giornale e un colletivo, i tempi da frullatore del 
desk, le dinamiche interne, che sono molto complicate e ricche di dissapori, 
mi pare, ecc). A volte, sentire che stai dando molto, o che vorresti dare 
molto, ma che il referente istituzionale non è capace di ascoltare più di 10 
kb o di ritornarti il feed-back minimo di un "ok", "grazie", "che ne dici 
se?", è molto triste.

E dunque, cari amici/he, fate la pace, orsù! :P
... ma non smettete di discutere 
bacilli blu
Yurij



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Yurij Castelfranchi  
Physicist, MD & Professor in Science Communication
Science Writer
SISSA International School - Trieste - Italy
LabJor - UNICAMP - Campinas - Brazil

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