Il giorno 26 maggio 2016 10:17, giulianc51 <giulian...@gmail.com> ha scritto:
> Il giorno Wed, 25 May 2016 23:57:48 +0200 > alessandro medici <alexxandro.med...@gmail.com> ha scritto: > > ciao Alessandro, > > > > Rioops: > > > > d) se non gli passo le caratteristiche dell'insieme è in grado di > > creare gli insiemi che accomunano il gruppo di oggetti che gli passo. > > Probabilmente ne sarebbe la funzione più utile. > > credo che i due modi in letteratura di definire gli insiemi siamo > quello *enumerativo*, ad es. A = {a,b,c,d,e}, D = {1,3,5,7}, valido > per insiemi finiti, e quello *per caratteristiche* (non ricordo, scusa, > il termine esatto), ad es. A = {n in N | mod(n,2) = 0} = {2,4,6,.....}, > valido per insiemi anche infiniti; > Esattamente il secondo modo. > > per quanto quì parliamo per definizione di insiemi finiti, azzardo > l'opinione che il secondo metodo rappresenti una soluzione più > interessante; in ogni caso temo dovrai partire da quì; > > Perché temere: si tratta solo (?) di trovare dei criteri per individuare caratteristiche comuni in un gruppo di dati. Ovvio che poi è solo questione di potenza di calcolo in relazione alla numerosità ed alla complessità dei dati. > credo avrai anche un'altra difficoltà a seconda che i tuoi insiemi > siano una partizione (e quindi ad intersezione nulla) oppure ad > intersezione nonnulla, potendo in tal caso un oggetto appartenere a più > insiemi; > Già, ma non è una difficoltà reale. Anche qui è solo questione di calcolo. > (richiedo scusa se non ho capito una cippa del tuo discorso, sii > generoso e passa oltre :-) > > ciao, > giuliano > > Hai capito perfettamente. Ma domandavo qui solo per sapere se qualcuno ha già affrontato l'argomento. Credo di si perché è un approccio abbastanza logico se si deve affrontare una serie di dati non ordinati e diversamente strutturati.
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