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strategie per la comunicazione indipendente
http://www.rekombinant.org/media-activism
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Beh, visto che Claudio c'ha segnalato questa bella e recente intervista a Lovink, ho pensato di tradurla. Meritava lo sforzo. Nonostante i toni comprensibilmente amari, ci sono spunti davvero interessanti. (Devo come al solito ricordare che e' traduzione "garibaldina").

Saluto
Rattus

Interview with Geert Lovink
For Flirt Magazine, Lisbon
Cláudia Castelo November 2002

Flirt: Qual'e' l'importanza delle comunita' virtuali come Nettime ? Puoi spiegareci il termine "Media Tattici" (Tactical Media) in che modo e' correlato con questo tipo di network ?

GL: Le mailing lists come Nettime sono dei network informali fatti di persone, testi e dibattiti. E' difficile misurare la loro importanza. Ci sono circa 3000 iscritti alla lista internazionale, 500 su quella olandese e poi c'e' una lista Spagnolo/Portoghese chiamata nettime-lat. Molte di queste persone lavorano con i new media e sono essi stessi moderatori.
L'importanza di queste liste e weblog puo' essere compresa solo se sai come oggi funziona la produzione di cultura e quanto essa dipende da situazioni informali, da ambienti informativi connessi. Non si leggono i giornali e non si guarda la TV. Quella e' tutta mondezza dello scorso anno. Gli old media hanno installato grossi filtri per impedire che i segnali provenienti dalla societa' riescano a passare. I network sono molto piu' sensibili, o agitati, se preferisci. Sono aperti, sempre sul punto di produrre soltanto rumore. Quello che si fa in liste come "nettime e' una sorta di "filtraggio collaborativo", un processo collettivo attraverso il quale le persone tentano di estrarre un senso da quanto circola. Il topic di Nettime e' la politica culturale dei new media, ma questo topic potrebbe essere benissimo diverso.

Il termine "tactical media" non e' connesso a Internet in se' stessa. E' emerso nei primi anni novanta, dopo la caduta del muro di Berlino, come concetto post 89, per superare la dicotomia informazione "alternativa" versus informazione "mainstream". L'uso tattico di miscele di media personali e locali, di vecchi e di nuovi media serve per creare nuove, temporanee zone di liberta'. Puo' trattarsi di un techno party, di una radio pirata, della produzione di una fanzine, di una mailing list o di una festa.


Flirt: Tu dici che la generazione del baby boom non investe su Internet. Tu pensi che questo avvenga perche' loro non credono nella sua potenza economica e sociale ?

GL: Io ho solo detto che loro non sono interessati ai new media. Non conosco le loro capacita' di investimento. Posso solo augurargli le cose migliori, una volta che avranno ritirato i soldi della loro liquidazione. No, io mi riferivo alla sottile resistenza di molti di quelli della generazione del 68 alla comprensione dei new media, e mi riferisco in particolare quelli che lavorano in settori culturali quali rassegne, pubblicazioni, radio e TV.

Il pregiudizio nei confronti della tecnologia da parte della generazione del dopoguerra, cioe' di quelli che oggi sono al potere, rimane molto alto. Costoro soffrono di un'ossessione in merito all'autenticita', in particolare la propria. Non e' un argomento piacevole quello di affrontare i new media nei termini di guerra tra generazioni. Inizio gia' a sentire i lamenti. Ma per me e' un fatto che i new media sono la maggiore minaccia al potere della baby boom generation. Incidentalmente, e' vero che non c'e' una reale potenzialita' economica nei new media. Ma quello che loro intendono realmente con questo e' che non riescono a controllarli. Questo e' il motivo per il quale cosi' tante persone giovani sono attratte dalle comunicazioni P2P (peer to peer), dai weblogs, dalle chatrooms, da giochi e dall'SMS: i genitori non le conoscono.

In conclusione tutto gira intorno alla redistribuzione o alla diminuzione delle risorse. I new media sollevano la questione del potere. Nel settore culturale non possiamo copiare e incollare scimmiescamente il sogno delle dot.com di un'eterna crescita di audience e profitti generati dalla tecnologia. Casomai il contrario. Crescendo, diffondendosi a livello mondiale, il settore culturale deve vivere con meno soldi, e questo lo costringe a muoversi conme un operatore commerciale.
Questo spostamento non e' una novita' ma e' avvenuto nel corso della passata decade. Il problema e': cosa c'e' da imparare da tutto questo ?
Come sviluppare un'evoluzione dei new media come cultura critica senza creare un ghetto ?

Il rischio principale e' l'autoisolamento, non il vendersi a interessi commerciali, come pensano molti. Io non intendo suggerire alle persone di entrare tutte insieme nell'arena dell'arte dei new media. Al contrario, potrebbe essere meglio infiltrare il sistema artistico vigente.

Il new media deve essere subordinato a qualcosa d'altro. Non e' una pratica in se' stessa. Io sono dispiaciuto di dover esprimere questa conclusione perche' sono cresciuto in questo campo e per un periodo di tempo davvero lungo. In Europa, ma anche altrove, tecnologia e cultura sono nemici. Noi tutti abbiamo sperato che le cose andassero diversamente, ma di fatto adesso stanno cosi'. In fondo questa e' l'epoca dell'inesausto taglio dei badget e delle politiche culturali conservatrici.
Le politiche neoliberiste hanno creato una zona di guerra culturale, una guerra Hobbesiana di tutti contro tutti. Forse tutto cio' avrebbe potuto funzionare diversamente negli anni settanta, ma non siamo negli anni settanta.

Flirt: Tu non sei un uno scettico riguardo Internet. Ma parli del vuoto di visibilita' degli artisti e dei movimenti sociali sul web e del disincanto delle giovani generazioni a riguardo. Che cosa dobbiamo aspettarci dai "new media" nel futuro ?

G.L. Che scompaiano - prima possibile. Questo dovrebbe essere nell'interesse della maggior parte dei giocatori in campo. I new media saranno intregrati nella societa', nelle forme d'arte esistenti e nel panorama dei media, in un modo o in un altro. Cio' non e' folle in se'. L'arte elettronica ha solo pochi amici. I tecnologi e gli scienziati non sanno che cosa farsene con l'arte dei new media, e per lo piu' la ignorano. Stesso discorso vale per i musei e le gallerie, con i loro curatori e i loro critici. I politici stanno fiutando il prossimo fallimento dell'arte dei new media. E l'audience in generale non e' realmetne interessata ad essa. Ma questo non ha nulla a che vedere, ma proprio nulla, con la qualita' dell'arte dei new media, con le sue intensita', con le sue piste innovative. Questa e' la parte triste della faccenda.

Io rimango comunque ottimista circa le potenzialita' dei new media. Solo non vedo un futuro per essi come forma di arte separata. Se vuoi lavorare in questo campo devi fare una vita connessa ad esso, lavori correlati come il web desing, la programmazione o l'insegnamento. A meno di non riuscire a sviluppare un nostro flusso alternativo di reddito non c'e' molto futuro nei new media eccetto per quelli che vendono hardware e per un numero limitato di fornitori di servizi online.

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