--- strategie per la comunicazione indipendente http://www.rekombinant.org/media-activism ---
*********************** Se arrivi a un bivio...prendilo!! *********************** Claudio Tullii ----- Original Message ----- From: "Rattus Norvegicus" <[EMAIL PROTECTED]> To: <[EMAIL PROTECTED]> Sent: Saturday, January 04, 2003 9:32 PM Subject: [RK] intervista a Lovink --- strategie per la comunicazione indipendente http://www.rekombinant.org/media-activism --- Flirt: Tu dici che la generazione del baby boom non investe su Internet. Tu pensi che questo avvenga perche' loro non credono nella sua potenza economica e sociale ? GL: Io ho solo detto che loro non sono interessati ai new media. Non conosco le loro capacita' di investimento. Posso solo augurargli le cose migliori, una volta che avranno ritirato i soldi della loro liquidazione. No, io mi riferivo alla sottile resistenza di molti di quelli della generazione del 68 alla comprensione dei new media, e mi riferisco in particolare quelli che lavorano in settori culturali quali rassegne, pubblicazioni, radio e TV. Claudio Tullii: insomma c'è resistenza, secondo Lovink, da parte della generazione del baby boom verso i new media. E' così? Partiamo da una constatazione: il processo di diffusione dei new media è contemporaneo al passaggio dal fordismo al postfordismo. L'utilizzazione massiccia delle tecnologie elettroniche ha determinato, come ormai sanno pure i sassi, questo passaggio alla società-in-rete. Questo ha determinato una velocizzazione davvero eccezionale della produzione-consumo di cultura. La generazione dei 40/50enni era già DENTRO alla vecchia società-fuori-della-rete. Era in una fase di "inserimento raggiunto" nel sequenziale (appena appena velocizzato nell'ultima fase fordista: la diffusione dei CD a lettura diretta...). La generazione in questione è divenuta una "tribù" integrata, quando il "contesto opaco" (Quine) è stato stravolto irreversibilmente e sono saltati sia l'asse denotativo (relazione ontologica io-mondo) sia l'asse della referenzialità (relazione di contiguità, il contesto stesso). Lo spaesamento. La distanza. Il nostalgico ritornare al cartaceo, al sequenziale, al senso narrativo stretto, alle gerarchie partitiche (seppure camuffate democraticamente)... L Il pregiudizio nei confronti della tecnologia da parte della generazione del dopoguerra, cioe' di quelli che oggi sono al potere, rimane molto alto. Costoro soffrono di un'ossessione in merito all'autenticita', in particolare la propria. Non e' un argomento piacevole quello di affrontare i new media nei termini di guerra tra generazioni. Inizio gia' a sentire i lamenti. Ma per me e' un fatto che i new media sono la maggiore minaccia al potere della baby boom generation. Incidentalmente, e' vero che non c'e' una reale potenzialita' economica nei new media. Ma quello che loro intendono realmente con questo e' che non riescono a controllarli. Questo e' il motivo per il quale cosi' tante persone giovani sono attratte dalle comunicazioni P2P (peer to peer), dai weblogs, dalle chatrooms, da giochi e dall'SMS: i genitori non le conoscono. CT come per i Pokemon...i ragazzini vennero risucchiati in questo maledetto gioco fondamentalemnte perchè questo gioco si basava sulle "trasformazioni" (più o meno mostruose...) dei personaggi: ciò collideva con la logica dell'identità e spingeva l'adulto ad ostacolare il consumo di questi giochi "perversi"... Il piccolo, invece, avvertiva subito il sapore iniziatico della cosa: un proprio contesto, una propria logica trasformativa, un senso complessivo essoterico (verso gli "adulti")... Ma Lovink ci suggerisce anche che c'è una questione fondamentale sul tappeto: IL POTERE. La generazione del baby boom è entrata nei meccanismi del potere della "società della comunicazione generalizzata". E non vede, of course, di buon occhio la crescita dei new media (comunque intesi essi sono un "nuovo linguaggio"...). L Come sviluppare un'evoluzione dei new media come cultura critica senza creare un ghetto ? CT bella questione! L'evoluzione può essere possibile se, oltre a creare un nuovo stream, essa sappia imporsi, TRASVERSALMENTE, a tutti i settori in conflitto nella società postfordista. Voglio dire che, al di là della possibilità (ma si può e si DEVE essere scettici verso la cosa) di inventare un nuovo linguaggio c'è la più drammatica questione delle potenzialità di contropotere che distingue una moda da un'altra egemonia. Il ghetto esiste nella misura in cui la cultura cyber non riesce a contaminarsi con tutte le schegge antagoniste... L Il new media deve essere subordinato a qualcosa d'altro. Non e' una pratica in se' stessa. Io sono dispiaciuto di dover esprimere questa conclusione perche' sono cresciuto in questo campo e per un periodo di tempo davvero lungo. In Europa, ma anche altrove, tecnologia e cultura sono nemici. Noi tutti abbiamo sperato che le cose andassero diversamente, ma di fatto adesso stanno cosi'. In fondo questa e' l'epoca dell'inesausto taglio dei badget e delle politiche culturali conservatrici. Le politiche neoliberiste hanno creato una zona di guerra culturale, una guerra Hobbesiana di tutti contro tutti. Forse tutto cio' avrebbe potuto funzionare diversamente negli anni settanta, ma non siamo negli anni settanta. CT infatti l'hobbesiana guerra dell'homo homini lupus è dietro le spalle! LO Stato Moderno ha ucciso gli uomini-lupi! Oggi, il potere imperiale antropomorfosato ristabilisce il dominio in ogni signolo item umano e sociale. E' il "processo senza scopi" che ha risucchiato il dominio annullandone la apparente contrapposizione! Come il dualismo dei Greci, per Kafka, non era tra il reale umano e il trascendentale divino, ma acutamente, tra il "credere al decisamente divino MA non non aspirare ad esso". Così l'epoca prossima sarà definita dalla compresenza di elementi di "credo" (antagonista) e da elementi di "scepsi" militante verso l'utopia del capitale. Come in una tragedia greca, in cui i contrari sono com-presenti e non annullati dialetticamente! Flirt: Tu non sei un uno scettico riguardo Internet. Ma parli del vuoto di visibilita' degli artisti e dei movimenti sociali sul web e del disincanto delle giovani generazioni a riguardo. Che cosa dobbiamo aspettarci dai "new media" nel futuro ? G.L. Che scompaiano - prima possibile. Questo dovrebbe essere nell'interesse della maggior parte dei giocatori in campo. I new media saranno intregrati nella societa', nelle forme d'arte esistenti e nel panorama dei media, in un modo o in un altro. Cio' non e' folle in se'. CT si, sparirà il loro intrinseco antagonismo...ma nessuno sa dire se la turbolenza del processo di assimilazione da parte del comando imperiale della cultura cyber nella produzione infinita di valore, costituirà una serie nuova di anelli insofferenti e eu-demonici... Se è assodato che le sorti della crisi della Net Economy stanno nelle mani delle soggettività multiple (nel senso che sono queste ad essere chiamate a far ripartire il ciclo), è pur vero che una nuova frontiera è già all'orizzonte: non la web art o lo streaming sul pc (derivazioni tecnologiche del Codice Dominante Immutato), ma il rovesciamento dei rapporti di dominazione attraverso l'insurrezione generalizzata... Saludos. c/ ___________________________________________ Rekombinant http://www.rekombinant.org