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strategie per la comunicazione indipendente
http://www.rekombinant.org/media-activism
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OK, vada per il Coff. se al movimento conviene (non e' che ci voglia molto
rispetto a b con la sua banda o al gruppo dirigente diessino), pero'...
1. L'opposizione + tosta al Coff. viene da D'Alema & C., non certo dal
movimento. La loro posizione e': o ti fai cooptare e vieni a "tirare il
carretto" (dove restiamo sopra noi), oppure sei contro di noi (e crepi
sansone con tutti i filistei)
2. Ricordiamo il come & perche' della (recente) popolarita' del Coff.: i 2
milioni di persone in piazza non erano li' solo per l'art.18 (che ormai
interessa per lo piu' solo i 40-50enni privilegiati da un lavoro vero in una
grande impresa o statale), ma per la fine della concertazione alla
"facciamoci del male" e i suoi appelli ai diritti di cittadinanza (quindi al
di la' dell'area rappresentata dai sindacati).
3. La rivoluzione "nun se po'" :-(  Ma esistono due tipi opposti di
"riformismo": quello tipico italiano gattopardesco e quello che realizza
cambiamenti in senso progressivo. Quindi... vedi punto seguente
4. In questo nuovo percorso postconcertativo la cgil, coff. e la sinistra
che progetti hanno? La flessibilita' del lavoro, le privatizzazioni e
quant'altro hanno realizzato nei '90 vanno bene? Non chiedo un mea culpa, ma
le vogliono cambiare e come? Oppure vogliono garantire in altro modo i
diritti sociali? Perche' a me non interessa cambiare una faccia con un altra
se la merda rimane la stessa.
5. Mi e' piaciuto molto il suo sputtanare la buffonata delle "riforme
istituzionali" che i diessini vorrebbero tanto giocarsi a poker con il b.
nell'intento di aumentare la "stabilita'" di governo (come se non bastasse
quella attuale), cioè di limitare ulteriormente la rappresentanza politica
(visto che sanno di trovarsi su una brutta china elettorale e non hanno la
minima intenzione di cambiare registro). Mi chiedo perche' non abbiano
ancora proposto la monarchia assoluta ereditaria visto che sono gia' una
casta, un parlamento pieno di figli di... come lo stesso d'alema figlio di
deputato. E Rossanda che anni fa se la prendeva con la teoria delle
elites...
ciao ciao




Sbancor Parvus wrote:
> ---
> strategie per la comunicazione indipendente
> http://www.rekombinant.org/media-activism
> ---
>
>
>
> Questa volta Rossana Rossanda ha ragione da vendere..
> Dopo  il Venerdì di Firenze, la situazione politica italiana è
> cambiata. Se qualcuno non lo capisce può sempre occuparsi di calcio.
> Ora tutto mi si può dire tranne che io sia un appasionato di
> "situazioni politiche". Mi sembrano teatrini e balletti, disfide di
> potere con lessici di tipo baronale, insomma una gran perdita di
> tempo. . Questo mio attegiamento proviene da una completa sfiduci
> sulla capacità delle politiche ufficiali, sindacali, istituzionali di
> cambiare, in meglio, i modi di vita della gente. Hanno invece il
> potere di cambiargli in peggio.
>
> Ma questa volta voglio essere ben chiaro, anche a costo di
> sacrificare la brillantezza dello scrivere e qualche battuta
> velenosa. La situazione lo richiede, come si diceva un tempo.
>
> Dunque penso, ed ho sempre pensato che i partiti di "sinistra"
> (tutti) e i sindacati di "sinistra" (tutti) in una società
> capitalista non possono, e non devono essere rivoluzionari.  E non
> solo perche il cambiamento radicale, la rivoluzione sociale, la fine
> delle epoche sono cose troppo complesse per farle gestire da questi
> apparati burocratici.  Questo sarà anche vero, in molti casi, ma c'è
> poi un motivo di fondo che riguarda la "critica della politica e
> dell'economia politica".  Partiti e Sindacati (tutti)  sonom la forma
> di organizzazione della "merce forza lavoro" in quanto merce. Sono un
> attore dello scambio sociale, non un impossibile sovvertitore. Quando
> fanno bene il loro mestiere - cosa che negli ultimi anni è stata
> assai rara - il massimo a cui possono arrivare  è la difesa delle
> categorie che rappresentano, nei limiti strutturali che queste
> categorie hanno nella società. Ciò non vuol dire che il loro ruolo,
> specie quando lavorano bene non sia importantissimo Difendendo la
> contrattazione, difendono anche la democrazia e la libertà delle
> calssi e delle categorie meno protette. (Cosa che nell'Italia di oggi
> non è certo poco!) Quando pretendono invece di governare, o peggio di
> progettare il futuro delle societò, quasi fossero architetti di
> qualche nuovo ordine sociale, iniziano i guai. Guai veri: o si
> finisce nel "partito autoritario" che impone la sua linea, (ormai
> oggetto degno delle attenzione del WWF) o più facilmente si finisce
> su quelle "terze vie" alla Blair, D'Alema  & soci.
>
> Questa lunga premessa per dire: i movimenti sono una cosa, i partiti
> e i sindacati  un'altra.
>
> I movimenti  sono orizzontali, praticano la democrazia diretta, si
> inventano nuovi rapporti sociali e nuove forme di cooperazione.
> Quando sono particolarmente forti possono introdurre cambiamenti e
> innnovazioni permanenti nella società. Avenno negli anni '60. Non
> avvenne più fino a Seattle.
>
> I partiti e i sindacati al massimo possono "recuperare" qualche idea
> dei movimenti, sclerotizzarla, arruginirla e consegnarla al mercato
> dei "pensieri usati".
>
> Nella miglire delle ipotesi possono costituire spazi di libertà utili
> ai movimenti, aumentandone la capacità di incidere e di introdurre
> nuove idee e nuove pratiche.
>
> Se la questione sta così, qual è  l'oggetto del contendere fra
> Bertinotti, Bernocchi e Cofferati? A mio avviso nessuno di rilievo.
> Se non beghe di cortile, coltivazione di ortaggi,  gestione di
> nicchie di sopravvivenza. Ben Poco!
>
> Né Bertinotti, né Bernocchi possono pensare seriamente che le loro
> organizzazioni siano o possano diventare rivoluzionarie! Suvvia!
>
> E allora? Allora ha ragione Cofferati che almeno è uomo
> dall'argomentare cortese e dai lunghi silenzi (cosa che non dispiace
> nell'epoca della politica urlata e degli estremismi di centro).
>
> Cofferati è soprattutto un pragmatico, che conosce i limiti del suo
> agire e meglio ancora conosce i limiti della struttura che lo
> appoggia. Ora sta facendo una operazione "politica" interessante.
>
> Cerca di coniugare la forza della CGIL  con vari movimenti, dai
> girotondini, ai no global, da emergency, ai cattolici. Il suo
> obiettivo politico sono le prossime elezioni cui vuole arrivare come
> leader di una sinistra realmente unita e alleata con Romano Prodi,
> candidato Leader della coalizione . Nel campo delle ipotesi
> realistiche  è una di quelle più dotate di senso. Ovviamente non è un
> uomo dei "movimenti", ne un rivoluzionario. E su questo è più onesto
> di altri.
>
> E allora che senso ha "fargli le poulci" da parte di partiti e
> sindacati "di sinistra"?  Nessun senso comune, a meno che non si
> voglia resusitare l'idea "gruppettara" dei partiti e dei sindacati
> "rivoluzionari".
>
> Nemmeno gli anarcosindacalisti riuscirono sempre ad essere
> organizzazione di difesa degli interessi dei lavoratori e avanguardia
> rivoluzionaria, insieme. E stiamo parlando di Durruti, di Sorel, del
> primo Di Vittorio, di Armando Borghi. E non vorrei fare paragoni con
> gli attuali..
>
> E allora?
>
> Allora ha ragione la Rossanda sul "Manifesto" di oggi: "La questione
> di una sinistra forte sul piano sociale, capace di condizionare il
> capitale, condiziona una rivitalizzazione dellopposizione a
> Berlusconi che non è soltanto, né specialmente una anomalia... Dietro
> lo spettacolo penoso della rissa fra le sinistre, questa è la vera
> posta in gioco, un modo arruffato per non guardarla in faccia. E' una
> posta in buona misura epocale. E anche chi vede con simpatia il
> cinese non può limitarsi né a tifare per la sua impresa né a gufarla
> prevedendone le difficoltà: non è impresa di uno solo. Chi si sente
> da questa parte della barricata, ha da darsi da fare, noi compresi."
>
> E non dimentichiamoci che almeno in parte l'attuale politica del
> cinese è un effeto dell'agire proprio dei "movimenti". Oggi di fronte
> alla crisi economica, alla guerra imminente, alla crisi strutturale
> dell'ambiente e così via,  il fatto che alla guoida della sinistra
> unita ci sia uno che è contro la guerra senza tentennamenti, per la
> difesa dell'art.18, per la difesa degli spazi democatici, uno che con
> i "movimenti" ci parla, ai "movimenti" conviene. Per andare più
> avanti negli spazi aperti. O preferiamo continuare a litigare con
> D'alema & partners per i prossimi cinque anni?
>
>
>
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