On Thu, Apr 04, 2013 at 02:53:15AM +0200, aperi2007 wrote:
> Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo
> valore decade notevolmente fino a essere zero.
Parli del "valore di mercato", ovvero: quanto riesco a farmi pagare
per trasferire questo bene. Piu' il bene scarseggia,
On Thu, Apr 04, 2013 at 10:14:02AM +0200, Sandro Santilli wrote:
> On Thu, Apr 04, 2013 at 02:53:15AM +0200, aperi2007 wrote:
>
> > Una volta che una informazione è posseduta anche da altri, il suo
> > valore decade notevolmente fino a essere zero.
>
> Parli del "valore di mercato", ovvero: quant
Aiutatemi a capire a cosa vi riferite.
Si sta parlando solo del dato originale o anche di dati derivati?
Vorreste che la licenza fosse una "Alike" anche sul dato derivato?
Vedo il parallelo che divide chi "professa" un mondo tutto GPL, e chi
invece sostiene licenze anche più leggere (dalla LGPL, gi
Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla produzione
di un dato - come di un software - quando so che esiste una condivisione
paritaria.
Infatti io sono dell'idea che si usano le licenze di tipo share a like
nei casi di dati di progetti di comunita' come openstreetmap ma non
On Thu, 4 Apr 2013 11:39:57 +0200, Francesco P. Lovergine wrote:
Concordo in toto. Personalmente mi sento di collaborare alla
produzione
di un dato - come di un software - quando so che esiste una
condivisione
paritaria. Per lo stesso motivo per cui apprezzo GPL rispetto a
BSD/MIT/X
ritengo ch
-BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-
Hash: SHA1
Il 04/04/2013 12:36, a.furi...@lqt.it ha scritto:
> completamente diverso e' il caso delle PA, in cui ben difficilmente
> possiamo dire che esistono progetti collaborativi e cooperativi; di
> fatto esiste un unico "produttore" (che per inciso, e' chia
Chicago rilascia i dati con licenza MIT. Non credo sia la più appropriata
per un dataset, comunque si avvicina più ad una CC-BY che non ad una
CC-BY-SA.
Io Paolo continuo invece a non capire perché, se uno applica un algoritmo,
sviluppato con tanto lavoro, per generalizzare magnificamente un grafo
-BEGIN PGP SIGNED MESSAGE-
Hash: SHA1
Il 04/04/2013 14:16, G. Allegri ha scritto:
> Io Paolo continuo invece a non capire perché, se uno applica un algoritmo,
> sviluppato
> con tanto lavoro, per generalizzare magnificamente un grafo stradale (in
> origine
> pubblico), debba essere cost
>
>
> ti ha gia' risposto Andrea: perche' stai usando una cosa che ti arriva
> gratis, ed e'
> equo che tu restituisca. E' esattamente come con i programmi: ci sono dei
> buontemponi
> che mi dicono "eh, ma non e' mica giusto che io sia costretto a regalare
> il frutto
> del mio lavoro" quando il l
>
>
> Perché ci rimetti? Io vendendo il dato ripulito che danni faccio rispetto
> allo stato iniziale, ovvero del dato originale pubblicamente disponibile?
> Sto difendendo entrambi gli interessi: quelli del cittadino, di non vedere
> un privato lucrare sul dato originale di per sé, e di poter disp
questo e' stato smentito da quello che considero forse l'approccio piu'
innovativo e
avanzato:
http://lists.gfoss.it/pipermail/gfoss/2013-March/026479.html
Guardo e ci trovo il link del github della citta' di Chicago
Dove trovo scritto
All of the city’s data on GitHub is being released under
On Thu, 4 Apr 2013 15:13:52 +0200, Stefano Salvador wrote:
Nella realtà poi forse è più pratico applicare il modello non
virale in quanto chi produce il dato non ha le risorse per "fare il
poliziotto".
che e' esattamente il punto da cui eravamo partiti fin dall'inizio:
- licenze virali ShareA
ti ha gia' risposto Andrea: perche' stai usando una cosa che ti arriva gratis,
Allora tutto quello che genero con LibreOffice dovrebbe essere gratis?
Chiaro che no.
E' esattamente come con i programmi: ci sono dei buontemponi
che mi dicono "eh, ma non e' mica giusto che io sia costretto a re
On 04/04/2013 15:35, a.furi...@lqt.it wrote:
On Thu, 4 Apr 2013 15:13:52 +0200, Stefano Salvador wrote:
Nella realtà poi forse è più pratico applicare il modello non
virale in quanto chi produce il dato non ha le risorse per "fare il
poliziotto".
che e' esattamente il punto da cui eravamo par
Secondo me dipende molto da come calcoli il ROI dei dati.
Se rimani in una posizione classica che vede il loop fra dati e loro uso
diretto, allora sono concorde, ma se valuti invece tutto l'indotto che
ci gira intorno si cambia il punto di vista e arriva il resto.
Volendo ci sarebbe questo pape
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