On Wed, May 26, 2010 at 03:32:31PM +0000, Marco Certelli wrote:
> 
> I dati sono nostri perché pagagati con i nostri soldi. Ma 
> cambiare la licenza significa proprio che i dati non sono più 
> "nostri" ma diventano + o - di tutti. Ora, che un Francese o un 
> Russo si prendano i dati pagati dal contribuente Italiano e ci 
> facciano un business (magari venendocelo a rivendere in 
> Italia), non è detto che si proprio l'obiettivo del gestore dei 
> soldi pubblici.

La differenza sta tra rendere i dati liberi oppure no. Appena si 
comincia a mettere vincoli del tipo "non commerciale", oppure 
"uso personale" oppure un assurdo "solo se sei di razza italiana" 
(!) allora il meccanismo virtuoso si interrompe.

I grandi se ne fregano perché possono spendere soldi per 
acquistare i dati. Teleatlas e Navteq hanno i dati italiani pur 
non essendo italiani, e ci vengono a rivendere i servizi e spesso 
anche i dati!

I piccoli invece restano al palo e tutta una serie di servizi che 
avrebbero inevitabili ricadute positive sul territorio non 
vedranno mai la luce.

Pensare che il dato geografico italiano usato all'estero non 
abbia ricadute positive in Italia mi pare in contraddizione con 
il concetto di dato geografico stesso.

Per una maggior tutela magari si potrebbe optare per licenze 
"reciproche" (virali) invece che il semplice public domain.

Altra nota: io non parlerei di "nostra totale INCAPACITA' di fare 
business". Io per esempio faccio business con i dati geografici, 
peccato che lo posso fare solo per le amministrazioni pubbliche 
perché sono le sole ad avere i dati geografici disponibili.

-- 
Niccolo Rigacci
Firenze - Italy

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