Il giorno 05 luglio 2012 14:05, Stefano Salvador <stefano.salva...@gmail.com
> ha scritto:

> >
> > E quanto bene si troveranno quando dovranno leggere   "stringa it /
> stringa
> > slovena / stringa friulana" ovunque? Secondo me uno schifo... ma è una
> > opinione personale
>
> +1, anche perché, a questo punto, gli utenti campani inseriranno i
> nomi in campano, i veneti in veneto, i calabresi in calabrese, ... .
> Anche se non sono stati ancora riconosciuti dalla legge non hanno
> minore dignità culturale. Che poi la situazione è un vero caos, qua in
> FVG certi toponimi scritti in friulano sui cartelli non corrispondono
> neanche a quello che la gente del luogo usa, perché ci sono tanti
> "dialetti" del friulano e si è deciso di usare un cosidetto "friulano
> standard".
>
> Insomma anche se una cosa compare su un cartello stradale non è detto
> sia giusta o che sia condivisa dalla popolazione locale.
>
> IMHO in Italia la situazione è molto chiara: ci sono delle zone,
> circoscritte, dove il bilinguismo è molto forte (ad esempio si può
> accedere ai posti pubblici solo se si conoscono entrambe le lingue) e
> questo ha radici nella storia recente molto profonde. Documentiamo nel
> wiki quali sono queste zone e limitiamo il doppio name solo a queste.
> Poi magari in futuro si riuscirà a decidere un sistema di tagging
> organico che funziona meglio di quello attuale e da maggiore
> visibilità al bilinguismo.
>

È proprio questo che temo. Le situazioni possibili di bilinguismo sono tre:

a) Bilinguismo riconosciuto dallo Stato. Secondo Wikipedia [1] sono il
francese, il tedesco, lo sloveno e il ladino, ognuna in aree ben
delimitate. In esse "gli uffici pubblici e la segnaletica stradale sono
bilingui o trilingui (come i comuni ladini dell'Alto Adige e walser
dell'alta valle del Lys), i documenti ufficiali possono essere redatti in
italiano o nell'altra lingua." (Wikipedia)

b) Minoranze linguistiche tutelate. Sempre secondo Wikipedia, sono tutelate
"le popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e
quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino,
l'occitano e il sardo". Per queste tuttavia non è riconosciuto alcuno
status ufficiale relativo agli atti pubblici. In particolare, secondo
quanto riporta Wikipedia sembrerebbe che ad essere tutelate siano le
popolazioni e le loro culture, ma non il bilinguismo soprattutto con
relazione ad un preciso territorio.

c) Lingue minoritarie riconosciute dall'UNESCO ma non dallo Stato Italiano.
Piemontese, ligure, emiliano, veneto, napoletano, siciliano, calabrese e
via discorrendo. In questo caso tutt'al più si trova qualche
amministrazione locale che si fa patrocinante di un corso di lingua.

A questo si aggiunga il pericolo derivante dai dialetti! Mentre alcune di
queste lingue sono codificate con sufficiente autorevolezza (tedesco,
francese, sloveno, ma anche albanese, greco, croato), tanto che un
altoatesino parla in dialetto sudtirolese ma legge e scrive il tedesco
standard, nei restanti casi (sia b) sia c)!) ciò non è vero. Non solo non
sono codificate (o la popolazione che le parla non è istruita
sull'eventuale codifica), ma se ad un torinese il piemontese standard
appare perfettamente ragionevole, basta spostarsi di trenta kilometri per
trovare differenze anche importanti. Se a Vercelli dovesse comparire un
cartello stradale con scritto "Cors", tutti si chiederebbero perché non è
scritto "curs", e hai voglia spiegargli che in "piemontese standard" la o
si legge u...

Mi sembra chiaro che il caso a) meriti il nome bilingue - tutt'al più si
discuta sulle modalità. Trovo assolutamente logico che il caso c) NON lo
meriti... ma come comportarsi col caso b)? In particolare, mi sembra che la
separazione tra b) e c) sia, per quanto definita, soggetta a contestazioni.

Personalmente, ritengo che il caso b) non vada mappato per un principio
molto semplice: la non territorialità. Lo sloveno è lingua co-ufficiale
nelle province di Gorizia e Trieste (caso a)? Bene, a tutti i Comuni
interessati si dia il nome bilingue, ma se un ipotetico Comune in provincia
di Canicattì (lo so che non fa provincia! :-) ) avesse una numerosa
comunità slovena questo non gli darebbe il diritto automatico di emettere
documenti in sloveno. Al contrario, parlare di "popolazioni parlanti il
friulano" è vago. Ai friulani chiedo: se vado in Comune a Tavagnacco e non
so parlare italiano ma solo friulano, i dipendenti pubblici sono tenuti a
comprendermi, così come accade in TAA, VDA e a Gorizia e Trieste?

Ciao,

Simone

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Italia#Altre_lingue
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