Torniamo al punto:
* vogliamo dati liberi, su questo non ci piove
* ci dividiamo invece sul fatto che la liberta' debba essere una proprieta' 
ereditabile.
Piu' leggo, piu' mi convinco che debba esserlo, nell'interesse di tutti.

Direi che sarebbe il caso di circoscrivere meglio:
ci dividiamo sul fatto che l'accesso ai dati generati dalla pubblica amministrazione debbano o non debbano avere il vincolo che i prodotti derivati da questi dati non possano essere chiusi. Si tratta di un caso specifico che puo' essere poi preso in considerazione caso per caso (e parlo di dati e non, in particolare, di geodati), non si tratta di mettere in discussione il fatto che la libertà debba essere una proprietà ereditabile.

Esempio 1: ESRI sta prendendo e impacchettando tutti i dati significativi che 
trova,
in un suo servizio online; uno sviluppatore di recente ha scritto un plugin per 
QGIS,
in modo che tutti possano utilizzare gli stessi dati; il plugin non e' 
pubblicabile,
perche' viola la licenza che ESRI ha imposto sui dati; risultato: chi usa sw
proprietario ha un vantaggio rispetto a chi usa sw libero, *grazie* alla non
ereditarieta' della liberta' dei dati.

Anche se scrivi "viola la licenza che ESRI ha imposto sui dati", mi sembra che quello che esri (che non mi piace) mi vuole vendere, rimane un servizio.
Mi sembra quindi che stai parlando di servizi e non di dati.
Due concetti diversi, tant'e' che due licenze share a like usati per i dati, su questo, si dividino.
Parlo di CC-BY-SA e ODbL.
La prima non ti protegge il diritto sui generis (e quindi se ho modificato/arricchito i dati, comunque non sono obbligato a restituirli) ma ti protegge le opere derivate, la seconda, invece, ti protegge il diritto sui generis, ma nelle opere derivate, ti vincola solo a dichiarare che stai usando quei dati. Ammetto che e' vero quello che dici, ma nel libero mercato ci deve essere spazio per tutti. Il software libero non si e' mai posto di mettere il vincolo anche sui dati e contenuti che produce.

Esempio 2: una grossa amministrazione pubblica mette su un webGIS, basato su 
Google
Maps, non ascoltando le mie indicazioni (scopre poi, una volta online, che nel 
suo
caso e' richiesto un pagamento significativo). Piu' dati liberi ma non 
ereditari si
mettono in giro, piu' il servizio di Google diventa attraente, e 
ipercompetitivo,
mettendo fuori mercato soluzioni alternative.

Su caso specifico di Google Maps si apre una questione completamente diversa: può una amministrazione pubblica mostrare informazione che fa discriminazione su attività commerciali (o non) presenti sul territorio? Sposto leggermente l'asse da Google Maps a Youtube, in quanto il concetto non cambia se non nei mezzi.
Il comune X mostra un video su youtube con un comunicato ai cittadini.
Il video e' su youtube e, pertanto, oltre al comunicato, arrivano banner o video pubblicitari. Ergo, anche se Google Maps fosse meglio, comunque mi offre un servizio che una PA non dovrebbe usare.

Si possono fare altri esempi, anche fuori dell'ambito geografico, ma credo che 
la
questione sia chiara.
Chi dice che tutti possono fare le stesse cose di Google o ESRI, o e' un 
ingenuo, o
e' in malafede: pensate davvero che ci sia una piccola o media impresa italiana 
che
possa mettere su una server farm anche lontanissimamente paragonabile a quella 
di
Google? O che abbia risorse da investire quanto quelle dei monopolisti del 
settore
geografico? Suvvia!

Concordo e non concordo.
A parte che Google, prima di essere Google, era una startup (ergo una PMI), penso che una pmi che deve cominciare a presentarsi sul mercato dovrebbe avere, quantomeno dal pubblico, la possibilità di partire nella maniera più agevole possibile. Rimane poi il fatto che una grande azienda sarà difficilmente specifica su un area precisa di territorio. E i dati, di qualsiasi natura, nella maggior parte dei casi descrivono un territorio.

Piu' un generale: qual e' il vantaggio di consentire la privatizzazione?
Secondo me chi la sostiene fa, consapevolmente o meno, gli interessi delle 
grandi
aziende del settore, e non quelli del popolo italiano. E neppure delle aziende 
italiane.

penso di essere consapevole di quello che dico e non penso ne di fare gli interessi delle grandi aziende del settore e nemmeno un danno all'Italia. Devo forse supporre che tutte le nazioni che stanno aprendo dati facendo uso di licenze liberali stanno facendo del male?

La cosa che mi sorprende e' che questa argomentazione, su questa ML, c'e' da anni, e negli ultimi 3 anni e' stato anche riportato piu' volta cosa si intenda per open data, scrivendo sul wiki e su documenti che dovevano poi diventare riferimenti (esattamente come l'idea di "Chi e' Giancarlo") Questa volta ne e' uscito un dibattito acceso che, mi auguro, portera' ad una visione condivisa.


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