Il giorno 04 aprile 2013 01:56, aperi2007 <aperi2...@gmail.com> ha scritto:
> > On 04/04/2013 00:59, G. Allegri wrote: > > A mio avviso un soggetto che, dall'ottenimento di un dato libero della PA, > abbia generato valore aggiunto (data cleansing, refactoring del modello > dati, rielaborazioni, creazione di sistemi di distribuzione, ecc.) ha > diritto di far pagare quanto ha prodotto di inedito, e anche di non > ridistribuire l'opera derivata. > > > Questi sono altri aspetti che non centra no niente . > Tante' che son daccordo con te. > > Farsi pagare qunto ha prodotto non significa farsi ripagare nuovamente il > dato pubblico. > Se il dato pubblico vale 10 e te ci hai messo dentro un valore di 3 è > giusto farsi pagare con un buon margine quel 3 , non certo il 13 . > > Altresì se decidi di non redistribuire, non ci vedrei niente di male. > La mia forte perplessita' è rivolta a chi fa ripagare quanto la PA ha gia' > pagato. Proprio perche' è roba pagata con soldi pubblici. > Allora ho totalmente frainteso le posizioni. E' ovvio che nessuno vuole che un terzo faccia pagare il dato pubblico come suo. Il punto è sullo Share Alike (tipo Odbl). E' su questo che stavamo disquisendo, no? Ovvero, se il terzo è costretto a ridistribuire derivazioni e migliorie rispetto al dato originale. A me sembra di capire che Paolo, Sandro, e altri vorrebbero questo, o sbaglio? > >Come cittadino ho pagato la produzione del dato in possesso della PA, ma > perché dovrei detenere un diritto sul lavoro prodotto da un terzo soggetto, > privato, >che sulla base di quel dato ha prodotto altro? > > Provo a indovinare: > Perche' ti sei basato su roba fatta da altri e quindi non è totalmente > farina del tuo sacco ? > Scusa Andrea, mi sfugge la tua logica questo punto. Con questa frase intendevo riaffermare quanto detto sopra: il diritto sul lavoro PRODOTTO DA UN TERZO SOGGETTO sulla base del dato aperto. Qui c'è una visione di base su cui forse non convergeremo, ma a mio avviso su quel lavoro la PA (e i cittadini) non dovrebbero pretendere un diritto. > È come se da italiano chiedessi a tutti gli scrittori di testi italiani, o > ai redattori di vocabolari della lingua italiana, di cedere liberamente le > loro opere per il fatto di aver usato vocaboli italiani :-) > > Non vedo il nesso. > Mica la PA ha dovuto pagare per i vocaboli della lingua italiana. > :) > Se pero' li avesse dovuti pagare, allora tale valore sarebbe stato giusto > a mio modo di vedere, che venisse scorporato dal costo complessivo > dell'opera. > Vabbè, Andrea, anche il condominio non era proprio un esempio calzante, e neanche gli ombrelloni :) Comunque, siamo quindi d'accordo che il terzo non può lucrare sul dato originale (così com'è, preso all'origine) ma ha tutto il diritto di farlo su dati derivati? giovanni > > > giovanni > > Sent from Nexus > >E' la solita vecchia storia del pianerottolo dei condomini. > >Da una parte ci sono i condomini che pensano che sia loro e lo usano come > una estensione del suo appartamento. > >E dall'altra parte ci sono i condomini che pensano che sia di tutti e > quindi nessuno puo' usarlo per scopi personali. > > > >Se ci sono decine di migliaia di liti condominiali in Italia vuol dire > che questa storia è ancora lunga da essere chiarita definitivamente, > >Per cui non si capisce perche' quest'altra debba essere chiarita qui e > adesso. > > > >saluti, > > > >Andrea. > > Sento la necessita' di puntualizzare il discorso > Perhce' il concetto dell'uso perosnale del pianerottolo potrebbe in > effetti fuorviare. Il concetto di uso personale lo intendo in senso esteso. > > Infatti sono perfettamente daccordo quando si dice che i dati della PA > dovrebbero essere ridistribuiti e non dovrebbero essere chiusi in un > cassetto. > Questo equivale nel mio ragionamento al caso del pianerottolo che > chiunque puo' usare per transitarvi. > Posso capire quando si dice che chi progetta o comunque pianifica > qualcosa che deve andare sul territorio dovrebbe disporre delle migliori > informazioni possibili e quindi poter disporre die dati della PA. NOn sono > certo che sia moralmente lecito, ma almeno una ricaduta per tutti si riesce > a intravedere visto che se da una progettazione con carenza di informazioni > ne deriva un lavoro fatto male alla fine i cocci sono di tutti. > Ad esempio usando dei dati non aggiornati oppure a scale non adeguate. > > Non capisco invece quando si dice che chiunque dovrebbe essere libero di > fare cio' che vuole con i dati della PA, ma non lo capisco perche' dentro > tale principio ci sta comodo anche colui che si prende i dati, li mette in > una scatola con un bellissimo logo, e comincia a rivenderli tali e quali > come se fossero stati sempre suoi. > Alla faccia di tutti gli altri che come sempre si dice, hanno > contribuito a pagarli, ma che pero' per varie ragioni non possono trarne > profitto. > > E aggiungo un dettaglio per niente trascurabile. > Partendo da un principio di cui sono profondamente convinto: > Anche nei dati geografici il time-to-market è un parametro essenziale. > > Almeno per certi tipi di business. > In tali ambienti non conta tanto poter disporre del dato, ma conta > piuttosto essere il primo a presentarlo al potenziale cliente. > Alla luce di questo aspetto non funziona molto il discorso di dire che > chiunque se ne puo' fare una copia e quindi i diritti di tutti sono > preservati. > Il primo che riesce a fare incontrare il potenziale cliente con il dato > geografico è colui che incassa gli altri che arrivano dopo trovano il > mercato ormai satollo di quel dato. > E' anche per questo che sono convinto che consentire a chiunque di usare > il dato geografico indiscriminatamanete equivale a depauperare tutti di un > potenziale valore. > Proprio perche' ci sarebbe qualcuno piu' forte e piu' attrezzato che ne > trarrebbe subito beneficio e gli altri che troverebbero solo il > deserto.Saluti, > > > > > Il giorno 03 aprile 2013 23:46, Andrea Peri <aperi2...@gmail.com> ha > scritto: > >> >Le pubbliche amministrazioni non sono società di lucro, altrimenti >> che >> >si privatizzi tutto. >> >> Ti stupiro', ma io sono perfettamente daccordo con te. >> LA PA non deve essere una società di lucro, ma non è certo privatizzare >> la soluzione. >> Oddio , magari nel privato chi è bravo avrebbe degli stipendi piu' seri >> e da cio' potrebbe anche trovarci soddisfazione. >> E poi sai che soddisfazione una volta che chi invocava la >> privatizzazione viene a comprare i medesimi dati pagandoli 10 volte tanto >> rispetto a quello che li faceva pagare una PA ? >> >> Esempi di situazioni in cui a fronte di una privatizzazione anziche' >> migliorare i servizi si sono solo "migliorate" le tariffe ce ne sono a >> bizzeffe. :)) >> >> Ma a parte questo , sono daccordo con te. >> I dati sono di tutti. >> Il punto casomai e che "essere di tutti" non vuol dire che uno ne puo' >> fare cio' che vuole. >> >> E' la solita vecchia storia del pianerottolo dei condomini. >> Da una parte ci sono i condomini che pensano che sia loro e lo usano come >> una estensione del suo appartamento. >> E dall'altra parte ci sono i condomini che pensano che sia di tutti e >> quindi nessuno puo' usarlo per scopi personali. >> >> Se ci sono decine di migliaia di liti condominiali in Italia vuol dire >> che questa storia è ancora lunga da essere chiarita definitivamente, >> Per cui non si capisce perche' quest'altra debba essere chiarita qui e >> adesso. >> >> saluti, >> >> Andrea. >> >> >> Il giorno 03 aprile 2013 21:04, Paolo Corti <pco...@gmail.com> ha >> scritto: >> >> ciao Andrea >>> >>> 2013/4/3 Andrea Peri <aperi2...@gmail.com>: >>> > A parte il fatto che il mio modesto parere è che la PA dovrebbe farli >>> > pagare, >>> > visto che sono costati e se qualcuno li vuole per realizzarci sopra un >>> > profitto o se vuoi >>> > una speculazione, non vedo perche' non dovrebbe pagare il valore >>> aggiunto >>> > che essi apportano. >>> > >>> >>> non mi va di aprire flame o altro, ma visto che l'acquisizione dei >>> dati nelle pubbliche amministrazioni è finanziata in maniera pubblica, >>> non si comprende il motivo per cui un terzo che ne ha necessità, anche >>> per fare business, dovrebbe pagarli, visto che il costo vivo delle >>> spese necessarie è già stato pagato con le nostre tasse. >>> Le pubbliche amministrazioni non sono società di lucro, altrimenti che >>> si privatizzi tutto. >>> >>> > poi, visto che siamo italiani, >>> > Se davvero la PA cominciasse a regalare a chicchessia i dati >>> geografici cn >>> > licena di farci che cavolo gli pare e piace, >>> > chi garantirebbe che qualcuno nelle giuste posizioni non potrebbe >>> spingere >>> > la PA a fare enormmi campagne di produzioni massiccia di dati >>> geografici ben >>> > sapendo che poi una volta fatto il lavoro potrebbe impadronirsi di >>> dati che >>> > altrimenti avrebbe dovuto lui spendere milioni di euro per prodursi ? >>> > >>> >>> produrre dati aperti-liberi è uno dei servizi che la pubblica >>> amministrazione deve garantire, al pari di altri (istruzione, servizi >>> sanitari ecc ecc). >>> >>> ciao e buona serata >>> p >>> >>> -- >>> Paolo Corti >>> Geospatial software developer >>> web: http://www.paolocorti.net >>> twitter: @capooti >>> skype: capooti >>> >> >> >> >> -- >> ----------------- >> Andrea Peri >> . . . . . . . . . >> qwerty àèìòù >> ----------------- >> > > > > -- > ----------------- > Andrea Peri > . . . . . . . . . > qwerty àèìòù > ----------------- > > _______________________________________________ > Gfoss@lists.gfoss.it > http://lists.gfoss.it/cgi-bin/mailman/listinfo/gfoss > Questa e' una lista di discussione pubblica aperta a tutti. > I messaggi di questa lista non hanno relazione diretta con le posizioni > dell'Associazione GFOSS.it. > 638 iscritti al 28.2.2013 > > > -- Giovanni Allegri website: http://giovanniallegri.it GEO+ geomatica in Italia http://bit.ly/GEOplus
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