Il giorno 20/gen/2015, alle ore 13:15, a.furi...@lqt.it ha scritto:

> scusami, ma non concordo del tutto:
> 
> anche ArcGIS a partire dalla 10.2 e' tranquillamente in grado di gestire
> SpatiaLite, e seguendo i vari commenti pare che si tratti di una
> implementazione decisamente soddisfacente (non l'ho mai provato
> personalmente).
> 
> pure sul lato AutoDesk SpatiaLite e' direttamente supportato da un
> provider FDO standard: inoltre SpatiaLite e' direttamente supportato
> sia da GDAL che da FME
> 
> insomma, tutto si puo' dire meno che non sia un formato adeguatamente
> supportato dai principali tools GIS proprietari (oltre che naturalmente
> da quelli open source).


Si, ma io non discuto mica la validità di SpatiaLite in sé, ci mancherebbe 
altro. Naturalmente i vari sw, open e non, possono gestire piu’ o meno tanti 
formati, a seconda del singolo specifico sw.
Sul fatto che SHP o DWG siano formati archeologici, siamo certamente d’accordo. 
Quando ho citato i software commerciali e open, io ponevo non tanto il problema 
dei software utilizzati, ma del formato da utilizzare in base alla diffusione 
reale degli strumenti di GIS/desktop mapping e allo scopo di interscambio. 

Se ora ESRI ed Autodesk implementano formati aggiuntivi rispetto ai loro nativi 
e’ solo un bene, perché così non ci si fossilizza all’archeologia. Se pero’ si 
cerca un minimo comune denominatore per l’interscambio dei dati con gli utenti, 
io non vado a vedere se la release 10.x di ESRI implementa Spatialite, ma mi 
devo preoccupare dell’utente che usa ancora ArcGIS 9.x, o ArcView 3.0 o MapInfo 
o Topol GIS o Global Mapper, o IntelliCAD (e dopo questa lista di software 
commerciali mi fermo sennò faccio venire orticarie varie :), ovvero di usare un 
formato accessibile in maniera orizzontale alla piu’ ampia platea di 
professionisti. Poiché al momento SpatiaLite non può essere considerato un 
formato conosciuto in maniera “orizzontale”, ecco perché dico che e’ meglio shp.

Ossia, nello specifico non entro nel merito della miglior scelta informatica, 
ne’ tantomeno della miglior scelta “etica”, ma penso che la miglior scelta per 
un ufficio pubblico come quello indicato debba permettere ai vari 
professionisti di lavorare all’interno di un minimo comune denominatore.
Nel caso riportato, tra l’altro, mi aspetto che chi consegna questo materiale 
probabilmente non implementi, dal suo lato, alcuna soluzione complessa di DB, 
ma molto più semplicemente “disegni” dei contorni vettoriali per identificare 
delle aree, che poi vengono codificate con un codice o attributo, e salvi il 
relativo layer: cosa che si può con QGIS in maniera banale creando uno shp e 
ricalcando una scansione di una cartina fatta a matita, per dire….
> 
> 
>> Se si mette una unica opzione, a me pare assolutamente ovvio che il
>> formato da scegliere debba essere lo shapefile,
> 
> su questo posso anche concordare in linea di massima; SHP e' la
> soluzione universale de facto, e presumibilte avra' ancora lunghi
> decenni di vita assicurata davanti a se.
> ma non e' certo eresia neppure iniziare a prendere in seria
> considerazione qualche soluzione alternativa un po' meno
> "paleolitica" ed un po' piu' al passo con i tempi
Okey, concordo. 
Pero’ calibriamo la cosa sulla complessità del materiale da interscambiare… In 
fondo se si tratta di interscambiare qualche poligono chiuso con associato un 
codice progressivo, una sigla e una casella descrittiva avere uno Spatialite o 
un .odf o uno shapefile cambia quasi nulla alla fine: anche perché una volta 
che i dati saranno stati acquisiti dal sistema centrale, potranno essere 
inseriti in idoneo geodatabase fatto secondo tutti i crismi ed utilizzando la 
più moderna ed efficiente architettura e formato dati.

Ciao
Marco


Marco Gualdrini
GEOgrafica - Faenza

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