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Gli Atenei italiani sono i primi in Europa ad avere adottato la "Carta europea dei ricercatori" e il "Codice di condotta per la loro assunzione". L'adozione formale di questi documenti da parte delle università italiane è avvenuta ieri, 7 luglio, durante il convegno organizzato dall'Università di Camerino e dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), "La Carta europea dei ricercatori: uno strumento e una sfida per la creazione dello Spazio Europeo della Ricerca". Per l'università "La Sapienza" era presente, come delegato del Rettore, Massimo Realacci, rappresentante dei ricercatori nel Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo.

Le università italiane hanno recepito i principi contenuti nella Raccomandazione della C.E. 2005/251 che imposta le linee guida per regolamentare, in una prospettiva europea, i rapporti fra ricercatori e loro datori di lavoro in una logica di responsabilità e trasparenza. In particolare i Rettori condividono le valutazioni e la prospettive indicate in merito:

a.. alla carenza di ricercatori e all'esigenza per l'Europa di rafforzare la propria capacità di attrarli e di potenziare la partecipazione delle donne alla ricerca; b.. alla trasparenza delle procedure di assunzione che devono essere aperte, efficaci, favorevoli, equiparabili a livello internazionale e adeguate ai posti di lavoro proposti, incentivando i giovani ad abbracciare una carriera nel settore della ricerca, anche garantendo la stabilità delle condizioni di lavoro; c.. alla necessità di introdurre e attuare nuovi strumenti per il miglioramento delle prospettive di carriera per i ricercatori in Europa e a impegnarsi perché vengano considerati parte integrante dell'istituzioni in cui lavorano; d.. alla valorizzazione di tutte le forme di mobilità che dovrebbe essere pienamente riconosciuta nei criteri di valutazione della carriera e di avanzamento professionale dei ricercatori.


La Crui si è impegnata a monitorare l'applicazione dei contenuti della Carta europea dei ricercatori da parte delle singole università.

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