Ok, se Liberazione riceverà la metà dei commenti che avete fatto voi, è un ottimo risultato :) In realtà proprio di questo si parlava. A parte la provocazione, riuscita o meno (non sono hemingway....), l'articolo secondo me chiede proprio questo: riflessioni su come fare, sull'impossibilità di decisioni tecno-illuministe, sia in un senso che nell'altro. E prendere atto che alcune cose semplicemente non si possono fare. Ovviamente - e qui fabio secondo me non hai voluto capire il punto - stiamo parlando sempre dal punto di vista dell'umano, perché altro non è dato. La natura, entità a sé, gliene frega una beata minchia di dove ricostruisci new orleans. Il pianeta vive, sempre e comunque. si evolve anche se ci rovesci sopra tonnellate di petrolio. Ma un mare pieno di petrolio è dannoso per noi - gli umani. La provocazione era proprio quella di estremizzare una posizione illuminista-stalinista. Ma appunto, come fa notare anche fabio, mi sembra piu' sensato un ecologismo stalinista piuttosto che un ecologismo fatto di appropriazione capitalista becera: meglio "qui c'e' l'acqua, non ci andate" che "qui c'e' l'acqua, Cheney costruiscime una diga". Siamo capaci di immaginare una terza via? Che non sia di invocare la storia (due secoli, anvedi) di un ghetto nero di case di legno diventato trappola per turisti? (vabbeh questa era solo per far incazzare zinc :) )
ciaooo
m




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