ho scritto questo per la radio.
possiamo metterlo on line in parte centrale.
se volete contribuite. se no lo metto in colonna laterale.
ciao zinc

Mercoledi 9 novembre. Si e' svolta una audizione al congresso degli Stati Uniti. Tema: L'incremento del prezzo del petrolio e i profitti dell'industria petrolifera. Richiesto dai repubblicani in clima preelettorale (le elezioni di midterm sono vicine) erano presenti i rappresentanti di ExxonMobil, Chevron, ConocoPhillips, BP and Royal Dutch/Shell.<br>
Audizione teatrale e poco incisiva. Ma il malessere che ha portato a questa
audizione e' palpabile: I consumatori e le industrie manufattoriere pagano
un prezzo alto a causa dell'aumento del costro del greggio. I Repubblicani, o una parte di essi, sono stanchi delle continue facilitazione che l'amministrazione garantisce alla lobby del greggio. Nell'ulitmo piano energetico del paese, addirittura 14 miliardi di dollari di sovvenzioni sono state stanziate all'industria energetica.<br>
La domanda del congresso e' stata secca:
Qualcuno pensa che voi state speculando alzando
il prezzo del petrolio artificialmente, magari riducendo le capacita' di
raffineria del paese e intascando super profitti (33 miliardi di dollari nell'ultimo quadrimestre). La risposta banale e scoantata: Non e' vero, il mercato del greggio
e' volatile, i profitti sono enormi perche' la nostra attivita' e' globale,
questi soldi sono investiti in ricerca e sviluppo e ridistribuiti agli
azionisti. E l'idea che le company possano supportare il governo per
l'approviggionamento di combustibile durante il periodo invernale e' stata
completamente rifiutata.<br>
La questione si fa dolorosa. Ai prezzi alti del petrolio corrispondono periodi di recessione, e visto che l'economia non ha attraversato un periodo periodo roseo, e comunque non
di crescita, tutti sono molto preoccupati.<br>
Dove andranno i profitti delle sorelle e' un punto cruciale.
Da quando i processi di accorpamento (Exxon and Mobil, chevron and Texaco)
hanno
cambiato la taglia delle company, rendendole enormi, i costi sono lievitati. L'accorpamento e' stato necessario per poter far fronte alla questione principale di questo nuovo millennio: Dove trovare il nuovo petrolio. Servono mezzi, e capacita esplorative di massa. Da qui la necessita' di unirsi. Ma con queste grosse dimensioni, per sostenere i costi dell'impresa sono necessarie scoperte di giacimenti petroliferi di grande portata, grazie ai quali ammortizzare i prezzi di investimento. Ma di questi giacimenti, nonostante gli ottimismi passati, non se ne vede l'omra. I prezzi alti servono forse a coprire questo buco di scoperte. La realta' e' grigia perche' le stesse company si stanno rendendo conto che nuovi giacimenti non ce ne sono in giro (o cosi pare). A questo punto sembra critica la capacita' di questi giganti di diversificarsi, abbandonare il petrolio per buttarsi su altri filoni come ad esempio i gas naturali. La domanda legittima e': E' questo l'ultimo canto dell'industria petrolifera che vuole incassare tutto il possibile prima della crisi o solo una delle tante speculazioni contingenti?


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Sterpone Fabio
University of Texas
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