On gio, 2023-03-23 at 17:07 +0100, Damiano Verzulli wrote:
> Il 23/03/23 15:48, J.C. DE MARTIN ha scritto:
> Dopo quasi 25 anni chiude il noto sito di fotografia Dpreview:
> 
> https://www.dpreview.com/news/5901145460/dpreview-com-to-close
> 
> L'aspetto che trovo stupefacente, anzi, oltraggioso (tranne che per i fanatici
> della proprietà privata, ovviamente), è che - a quanto pare - 
> il sito scomparirà proprio. 
> rischiando di passare per scortese.... mi chiedo come ci si possa meravigliare
> che "un sito", un _QUALUNQUE_ sito, a maggior ragione se gestito in un'ottica
> "privata", possa... chiudere.
> Il problema, semmai, è il contrario: come si puo' pensare di "contribuire"
> alla crescita di un qualcosa "di privato" (apportando "contenuti"), senza
> porsi il problema che questi, da un momento all'altro, possano "sparire"?
> (...tra l'altro: non che se un sito fosse "pubblico", il problema non esiste.
> Ma comunque è un tema molto diverso).
> Anche gli archives di questa lista, un giorno... spariranno. E quindi?
> Mi rendo conto che il tema è complesso.... Ma gli elementi che attenzionerei,
> sono estremamente diversi da quelli sollevati da JC (come "apportare"
> contenuti? Come "preservarli" per il futuro? Come renderli "preservabili"?
> Quali problemi tecnologici e giuridici vanno affrontati? ...solo per citare i
> primi che mi vengono in mente).
> Come gia' ricordato da Marco Calamari, web.archive.org ha gia' un'ampia
> carrellata di "snapshot" della parte pubblica di dpreview.com:
> http://web.archive.org/web/20230000000000*/www.dpreview.com
> ma è chiaro che --sempre come citato da Marco Calamari-- loro cercano di
> risolvere (...a botte di "hack") un problema che certamente ammette una
> soluzione migliore. Basta trovarla :-)

Ecco ... un po' di apprezzamento per noi poveri hacker che ci arrabattiamo
continuamente, dalle cose della vita alle azioni politiche, fa piacere
sentirselo riconoscere.

Io però, in maniera sicuramente troppo sintetica, intendevo proprio considerare
il ruolo delle biblioteche come soggetti privilegiati dalla legge a fare queste
cose riguardo alla conservazione di opere abbandonate o non disponibili
pubblicamente.

Non so come sia la situazione legale in Italia, ma negli Stati Uniti una
biblioteca è un ente autonomo eccezionalmentestimato, e molto tutelato dalla
Costituzione e dalla legge.

Certo, non tutte le biblioteche hanno un Brewster Kahle che le dirige, ma credo
molto si potrebbe fare anche nella    UE ed in Italia.

Tanto per dire quanto sono "potenti" le biblioteche americane, una decina di
anni fa Archive.org ricevette una gag letter vincolata al segreto da non so se
FBI o NSA che gli chiedeva, se non vado errato, l'elenco dei lettori di opere in
arabo, ovviamente ai fini di antiterrorismo.

Kahle non solo non ha adempiuto, ma ha reso pubblica la lettera. Ha rischiato la
galera ... ma non gli hanno fatto niente, neppure un'imputazione.

Per finire anche io avevo scritto due righe sul tema dell'attivismo digitale
.... se a qualcuno interessasse.

https://medium.com/@calamarim/cassandra-crossing-attivisti-della-conservazione-9e3c9a24a489

JM2EC.    Marco

> Un caro saluto,
> DV
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