Buongiorno!
Questo passaggio:
>> nessuno ha perso il controllo delle macchine!
>
> Il rischio che vedo è il controllo da parte di qualcuno, con parole diverse è
> quello che scrivi tu (semprechè abbia capito bene).
> Mantengo dubbi sull'esclusività umana nelle qualità che ci affascinano e che
> non sappiamo definire - coscienza ecc ecc - e timori che la nuova era aumenti
> il dominio di uomini su altri uomini.
> Continua a preoccuparti per le tue figlie, alle quali vanno tutti i miei
> auguri.
> 'notte.
Mi rammenta tanto un passaggio di N. Wiener, da "the human use of human beings"
che ho recentemente riletto nella sua bella biografia edita da Codice:
> "La macchina automatizzata non è spaventosa per il rischio che assuma il
> controllo autonomo sull'umanità. [...] Il suo pericolo reale [...] è
> piuttosto diverso: queste macchine, per quanto di per sé inermi, possono
> essere usate da un essere umano o da un blocco di esseri umani per aumentare
> il loro controllo sul resto della razza umana [...] non per mezzo delle
> macchine stesse, ma attraverso [...] tecniche talmente restrittive e
> indifferenti agli esseri umani da poter, di fatto, essere state concepite
> meccanicamente. Per evitare questi pericoli, esterni e interni [...] dobbiamo
> sapere [...] qual è la natura umana e quali sono i suoi innati propositi"
Insomma... la situazione in cui ci troviamo era prevedibile. La speranza è che
sia anche risolvibile. Chiamare le cose con nomi che ne riflettono le proprietà
fattuali rilevate sperimentalmente, invece che con appellativi tecno-magici
(buzzwords), penso possa essere un buon punto di partenza.
SBB
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