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Non c'è niente da fare. La sinistra ufficiale è masochista. Ha paura i vincere e programma in anticipo le proprie sconfitte: fra Cofferati e Bertinotti la sfida all'ultima cazzata!
Guardo allibito la televisione all'ora di pranzo. Cofferati si esprime contro il referendum promosso da Rifondazione sull'estensione dell'art. 18 alle piccole imprese. Sento i commenti.
nulla da fare. La digestione di un ottimo piatto di spaghetti "all'aneto", ricetta dell'Artusi, è irrimediabilmente rovinata. E siccome in un precedente intervento su Indy e Rekombinant avevo espresso un plauso a Cofferati, adesso mi tocca di scrivere, per non perdere la faccia. Sorbendo un tè per salvare lo stomaco. Dunque Cofferati ha perso l'occasione per un affondo sociale, rischioso,
certo, ma forse possibile se la CGIL si faceva avanguardia di massa del voto al Referendum. Ovviamente il Referendum sarebbe diventato un referndum po o contro Cofferati. Il cinese avrebbe dovuto giocarsi tutto in uno scontro su un terreno non scelto e con largo anticipo sui tempi che aveva programmato per l'offensiva. Ha dimostrato un buon tatticismo evitando di andare subito alla conta prima del tempo. Certo. Ma quando si vuole essere un leader di uno schieramento di sinistra" vasto, a volte occorre saper rischiare, accettando anche una battaglia su un terreno non scelto prima. Oggi c'è poco da ragionare. Il mito del "cinese" a sinistra ha preso un duro colpo. Bertinotti sarà contento. E' questo che mi rovina la digestione. Perché indire il Referendum sull'estensione dell'art.18 è stata la prima cazzata. Tipica di Rifondazione: prendere un'idea sacrosanta e giusta e provare a vincere senza avere uno straccio di numero. Masochismo puro. Ma insomma qualcuno si ricorda chi era Segretario della Camera del Lavoro a Torino durante la peggiore sconfitta operaia degli ultimi cinquant'anni? Proprio lui. L'ineffabile Berty. E allora viene da pensare cheuno la sconfitta ce l'ha nel DNA. Nati per perdere. Come sul referendum sulla scala mobile. Ma insomma nessuno si è accorto che fra l'80 e il 2000 quella che una volta si chiamava la composizione di classe è cambiata? Nessuno si è accorto che "il lavoro dipendente" non è piùmaggioranza sociale, ne tantomeno maggioranza politica? Che se si va ai "voti" si rischiano sonore bastonate? E poi, dal punto di vista del Dirittoche senso ha sottoporre un "diritto" sacrosanto di una parte della popolazione, esclusa dallo Statuto dei Lavoratori al parere di tutta la popolazione?. Un diritto è un diritto. con o sensa il consenso della maggioranza. Se tutti i diritti soggettivi dovessero essere posti sotto le forche caudine delle "maggioranze staremo freschi! E poi che senso ha far votare gli imprenditori, i preti, gli studenti, i nullafacenti, i lavoratori in nero, il popolo della partita IVA su un diritto dei lavoratori dipendenti delle piccole imprese? Scusate la volgarità: ma chi se ne frega del consenso o meno delle altre categorie!Ecco che succede quando la politica abdica alla ragione. Bertinotti va dritto alla sconfitta. Cofferati diserta. Rutelli farnetica sulla flessibilità, quando l'unico licenziamento per giusta causa e giustificato motivo in Ialia sarebbe il suo, dopo le scorse elezioni!
Born to be fuck! Niente la digestione è rovnata. Avanti lapidatemi, che il masochismo qui è uno
sport universale!





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